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Io e il signor Lovink


Leggevo ieri su Metro : professore, filosofo, sovversivo (papà della Foundation for the Advancement of Illegal Knowledge [ all'incirca "Fondazione per la Promozione del Sapere Illegale", n.d.B. ] ) Geert Lovink è in Italia e presenta il suo ultimo libro : "Internet non è il Paradiso" all'interno del ciclo "Meet the media Guru ". L'incontro è avvenuto a Milano. Nella succinta intervista pubblicata dal benemerito quotidiano gratuito leggo :
L : " [ ... ] non credo che i blog avranno un futuro."
M : "Prego ?"
L : "Per seguire un blog ci vuole tempo ed energia. Ma il diario on-line non porta soldi. E niente soldi, niente futuro. Come trasformare il blog in denaro, quella è la sfida."

Presuppongo che la necessità di sintetizzare porti spesso ad una distorsione della notizia, per cui rimando un giudizio serio dopo la lettura del libro ... però mi fa impressione la centralità del denaro secondo questo guru degli hacker (ma non erano idealisti ?), come se tutti coloro che aprono un blog (o altro tipo di sito-web) finiscono col disamorarsene senza l'eccitazione del denaro ...
Chi apre uno spazio-web lo fa per amore della comunicazione ... certo che avere un'entrata supplementare da sommare allo stipendio non sarebbe male, ma è difficile. Mi dicono che Google Ad-Sense porti solo spiccioli e le sponsorizzazioni robuste arrivano con migliaia di contatti giornalieri e se c'è un discorso editoriale serio.
Nel mio mestiere sono abituato ad incassare dopo la buona esecuzione del servizio ed allo stesso modo ritengo che prima occorra accrescere un sito di tanti contenuti (buoni) e poi si possa andare a battere cassa da ipotetiche società sponsorizzatrici : deformazione professionale ?
O il signor Lovink ha la bacchetta magica per tutti coloro che vogliono sudare poco per il massimo guadagno ? Un finanziamento pubblico per i bloggers sarebbe fattibile ?

Sfido il signor Lovink : vediamo quanto durerà questo stesso blog (ed il sito maggiore) ...

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