Testata

Hanno trombato WikiLeaks



Splatter : hanno tagliato le "linguacce"

Dal blog del tosto amico Mazzetta apprendo la decisione di un giudice californiano di chiudere "WikiLeaks", sito d'informazione alternativa che qualche scoop nella sua vita l'aveva piazzato.
In poco tempo aveva fatto meglio di Enzo Biagi e di tutti i decani del giornalismo italiano messi assieme, sempre inclini alle "mezze misure" : lo scoop è un prodotto aggressivo tipicamente anglosassone. Di italico, in tempi recenti mi ricordo solo lo sputtanamento dell'uso del fosforo bianco contro la popolazione civile di Falluja : ma forse ho la testa stanca, è già sera ...
Il sito è ancòra raggiungibile attraverso l'indirizzo diretto 88.80.13.160 che ripropongo, ma non dall'url esplicito.
Una porcata, non si può dire altro ... e
quasi illegale : se si scrivono stronzate senza insultare nessuno, al minimo i testi possono essere interpretate come prodotti della fantasia dell'autore, succedanei di scrittura creativa.
Quindi è stato colpito il diritto alla libera espressione degli autori di WikiLeaks, sancito dal I emendamento all'ottima Costituzione amerikana ... vedo una chiara incertezza del diritto nel limbo tra reato di diffamazione e diritto di informare e d'essere informàti anche fuori dagli stream mediatici dei canali principali.

20/2 : la prassi del Grande Fratello

Leggo nei commenti al post di Mazzetta questa ulteriore informazione : "Non è solo la libertà di espressione degli autori ad essere stata colpita. Cito da P.Informatico: il tribunale ha già chiesto a Dynadot di fornire tutti i record ed account amministrativi e qualsiasi altra informazione su wikileaks.org, compresi i contatti, i dati di pagamento e ogni dato, come ad esempio l'indirizzo IP, relativo alle persone che hanno avuto accesso all'account di quel nome a dominio. Quindi verrà violata la privacy segretezza dell'identità di chi ci scriveva."

Mentre il dominio è ancòra visibile ed è quindi un'"esca" per catturare i redattori del database.
Il ragionamento che pongo è questo : è sostenibile l'utilità dell'anonimato durante alcune delicate indagini giornalistiche, ma lo è anche un anonimato "ad oltranza" ?
La gente che popola il cyberspazio è già costretta alla carboneria digitale per sostenere le proprie idee, o c'è della paranoia in tutto questo ?
Certo è che il comportamento dell'apparato giudiziario amerikano è degno del Big Brother orwelliano.

Commenta Mazzetta poco dopo : "queste esibizioni servono a far passare la convinzione che l'anonimato non sia possibile (vero) e a diffondere il mito del controllo globale.
Che globale non è, se non altro perchè non ci sarà mai il personale sufficiente ad analizzare i dati potenzialmente a disposizione.
L'abbandono della difesa della privacy, una volta che la si ritenga sfondata, favorirà ovviamente chi ha la capacità di gestire macrodati e tendenze.
Per quale fine è abbastanza chiaro, sempre di far soldi si tratta.
Di conseguenza la battaglia in difesa della privacy assume uno spessore che va oltre la sacrosanta pretesa che il primo che passa non possa guardarmi nelle mutande, per questo si tratta di un tema importante sul quale non bisogna - mai - allentare l'attenzione".

Un utente anonimo aggiunge : "Tuttavia è innegabile che anche in Europa si stia cercando di fare di tutto per infrangere la privacy ed eliminare il diritto di espressione in rete, minando soprattutto il diritto all'anonimato".

Mah ... io non vedo un nesso così lucchettato tra il diritto all'anonimato e il diritto di espressione in rete.
Vorrebbe dire che non siamo uomini liberi di affermare le nostre idee con la nostra faccia e la nostra identità ...
Vorrebbe dire che il progetto del Big Brother è già parecchio avanti ...
Tendo le orecchie anch'io alle leggi restrittive (o quasi) della libertà d'espressione e m'incazzo, ma non è che ci stiamo imparanoiando ?
Comunque quoto anch'io Mazzetta e le sue riflessioni, come al solito interessanti.

Links

Wikileaks - database di controinformazione

Mazzetta, ce la possiamo fare - blog di controinformazione

"Hanno colpito Wikileaks al cuore" - articolo in Puntoinformatico.it

2 commenti:

  1. Non pensavo che negli -USA si arrivasse a tanto!

    RispondiElimina
  2. Una decisione che calpesta il primo emendamento ...

    RispondiElimina