Testata

Grit






(recensione ignorante)

 

L'azione è situata alla frontiera tra Arkansas [ 1 ] e Nazione indiana [ 2 ] all'inizio del '900.
La quattordicenne Hailee Steinfeld [ 3 ] interpreta la coetanea Mattie Ross, figlia di un allevatore di bestiame ammazzato e derubato da un suo cowboy a Fort Smith [ 4 ] nel tentativo di impedirgli una strage al saloon dopo una partita storta alle carte ... l'arrivo, la sistemazione degli affari commerciali e legali, il piano di giustizia.
Reuben J. “Rooster” Cogburn è un personaggio che si staglia sul crepuscolo dell'epoca mitica del West, che già invadenti sono i codici della Legge e i nuovi duellanti, gli avvocati : lui stesso, sceriffo federale dalle maniere spicce, appare per la prima volta allo spettatore (e alla ragazzina) sul banco degli imputati per eccesso di violenza ai danni di alcuni criminali ... e lungo lo scorrere della pellicola, più volte Mattie cita il Codice a mo' di arma (e rischierà la vita, per questa audace puntigliosità).
Detto “Il Grinta (true grit = grinta vera, nell'originale inglese) è un caratteraccio dedito al whiskey e spietato nell'affrontare gentaglia simile a lui, che s'è lasciato alle spalle una moglie e un figlio imbranato, e finirà l'esistenza come “fenomeno da baraccone” per un circo itinerante dedicato al tema del vecchio Far West ... e creperà pochi giorni prima di riabbracciare la sua cliente (25 anni dopo).
Ieri sceriffi e ranger a caccia di un ricercato vivo-o-morto con la colt in pugno [ 5 ] e del compenso stampato sulla taglia pubblica ... oggi avvocati a caccia di cause da perorare e di accusati cui puntare addosso le norme della Legge, a suggerire un trasferimento dell'ethos da un vestito all'altro, in un ambiente che viene trasformato dall'uomo secondo la dura etica presbiteriana : queste sono le vere radici dell'America, che continuano a germogliare senza interruzione nel tempo presente.
Facce di pietra senza lacrime di commozione : non le piange Mattie apprendendo della morte del vecchio amico, e nemmeno sulla sua tomba (farà sistemare la bara nel cimitero di famiglia).
Uomini e donne che s'incontrano sulla linea del tempo, abbastanza casualmente, e casualmente si disperdono ... i rimpianti sono proibiti e le emozioni sono trattenute sotto la pelle, traspaiono velate da un duro contegno e da bocche strette che non amano parlare troppo, come le stringate righe di commenti a margine che un lettore attento deve cogliere e sapere interpretare (vedi il rammarico - decente e maturo - per non avere più incontrato l'aitante texas ranger - interpretato da Matt Damon - appena accennato nell'intonazione della protagonista-narratrice dei fatti di un quarto di secolo avanti).
Inizia con una bara da spedire a casa (quella del padre) e finisce con una bara traslocata (quella del Grinta).
E la vendetta val bene il braccio sinistro, amputatole per fermare l'infezione letale del veleno.
Questa è la vita.

2

OH.
Questo non è il remake del film del 1969 [ 6 ] interpretato da John Wayne e Katharine Hepburn, ma un altro adattamento del romanzo “True Grit”.
Come Tarantino, i fratelli Joel ed Ethan Coen mi sembrano avere smarrito il particolare mood tra dramma - comicità grottesca - pulp ... forse è complice una trasposizione troppo fedele all'originale letterario (che non ho letto) [ 7 , 8 ] scritto da Charles Portis [ 9 , 10 ], forse la produzione di Steven Spielberg ha tagliato la firma d'autore ... forse stanno invecchiando anche loro ... forse il genere western è come una vecchia baldracca abusata, e per offrire qualcosa abbisogna di interpretazioni più libere e soprattutto eccentriche.
Magari di tutto un po'.
Stucchevole oltre modo la forma linguistica della protagonista : ottocentesca ... e vabbè che quello era il tempo dei fatti narrati, ma noi viviamo nel 2011.
I tempi della narrazione filmica sono troppo spezzati ... sincopati ... come fossimo a teatro.
Quello del texas ranger La-Boeuf (pronunciato sempre “La beef” a mo' di presa per il culo) dovrebbe essere uno dei ruoli principali, ma pare niente più di una macchietta uscita dagli albi Bonelli.
I borderline (il dottore vestito di una pelle d'orso che incontrano nel bosco, uno dei banditi della banda di “Lucky” Ned Pepper che continuamente fa il verso degli animali) sembrano impiantati a cazzo nel contesto, giusto per fare una cifra stilistica che stavolta appare posticcia.
Scena madre : l'interrogatorio dei due delinquenti nel rifugio, in cui il più vecchio taglia crudelmente le dita al più giovane, per farlo tacere, e poi gli pianta il coltello nel petto ... Cogburn non ci pensa un attimo e gli spara a bruciapelo in faccia ... quindi l'agonia del giovane.
Crudo west ... ma è passeggero.
Cfr. la scena della taverna [ 11 ] nell'ultimo di Quentin Tarantino : e subito si torna alla noia, all'indifferenza verso l'ennesimo prodotto deludente di autori del nuovo cinema americano che spesso ci hanno stupito, ma che non sono più capaci di farlo, ed aggiungo a questa compagnia Jim Jarmusch ...
Peraltro autore di uno dei pochi bei western prodotti negli ultimi 30 anni : “Dead man” (1995) [ 12 ] con Johnny Depp.
E' idiota il rifare il western classico, solo Clint Eastwood c'è riuscito con “Gli spietati” (1992) [ 13 ] ... gli autori più giovani devono osare, ed invece ... non bastano un monumentale Jeff Bridges capace di saturare la sensibilità del pubblico ogni volta che viene inquadrato in primo piano, più una bravissima esordiente 14enne (si vede la stoffa della fuoriclasse) a ribaltare un giudizio di aurea mediocrità e sostanziale insoddisfazione.

...

(che i fratelli Coen si godano la pensione : credo che il momento sia arrivato anche per loro).





3

Visto la sera di giovedì 10 marzo, al “Medica Palace” [ 14 ] di via Montegrappa n. 9 a Bologna (eccellente cinema-teatro con le poltroncine in pelle) assieme all'amico Enrico Cavallo.
Grazie.

Link 


Il Grinta (film 2010) = scheda in wikipedia.org

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