Testata

Quadrophenia









Is it me, for a moment...

[ Jimmy ]



( recensione ignorante )

Domani 19 maggio, Pete [ 1 , 2 , 3 ] ne fa 67.
Il ragazzo abusato in età infantile dalla nonna non è mai stato un solista irresistibile, giusto una buona chitarra ritmica ma soprattutto un compositore eccellente e visionario, sia di musiche che di testi { basti l'abortita opera-rock “Lifehouse” ( 1971 ) sul tema della realtà virtuale, assolutamente avanti i tempi }.
In “Quadrophenia” ( 1973 ) la struttura di troppi pezzi è datata, vecchio rock alla Rolling Stones ( per intenderci ) che già nei '70 erano da pensionare - figuriamoci i Beatles - e invece è probabile che dopo Paul McCartney ce li rivedremo in tour come patetici settantenni che da ben quattro decenni non hanno più un cazzo da dire, ma vengono venerati e ingrassati come vacche sacre da chi non chiede nulla alla musica e al mondo.
Ma.
Le inserzioni di registrazioni dal vivo ( indimenticabili le onde che s'infrangono sulla spiaggia davanti l'abitazione di Pete Townshend, il mare metafora della malattia mentale del protagonista, schiuma e si rigenera continuamente ) effettuate con il reel-to-reel stemperano la tensione e la noia prima che sopraggiunga all'ascoltatore così rinfrescato, le parti di tastiera impostate dallo stesso compositore ( che non se la cava malaccio, anche se in qualche passaggio si sente la mancanza di una mano più esperta nello strumento ), i tagli netti di tempo tra un pezzo e l'altro ( scelta decisamente raffinata e prog ), alcune chicche estemporanee, come l'idea di fare cantare “Bell boy” al batterista alcolizzato ( il brano più impressivo e malsano di tutto l'album ) ...
alcuni passaggi malinconici di piano e quelli sinfonici ...
fanno della schizofrenia a quattro voci un album dei the Who da tenere in considerazione, che ancòra si difende.
Roger Daltrey canta i suoi pezzi con una voce negra e tirata, incazzata fin quasi isterica ( senza arrivare ai livelli eccelsi di Robert Plant, altra categoria ), quel vecchio ubriacone di Warren Moon è il solito motore inesauribile alla batteria, John Entwhistle è probabilmente il migliore strumentista del lotto assieme al batterista, e ricama giri di basso che sono un piacere, nonchè sottolineature e contrappunti di corno.

La sperimentazione del sound quadraphonico ...
Ce n'è abbastanza, direi.

...

O volete anche la Lambretta di Jimmy, in copertina ?



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