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Sottrazione di Realtà ( Google Glass # 3 )





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Scrivere di privacy e Google adesso, dopo lo scoppio del buridone chiamato Prism [ 21 ] in cui la società di Brin e Page è finita dentro per intero ( senza sorpresa ) fa sorridere.
E tanto più, sono confermati i leciti sospetti della riduzione dell'utente a terminale umano deambulante, al servizio del migliore offerente : è solo una questione di soldi, di quanto si è disposti a pagare. Certo, istintivamente siamo portati a lagnare che l'utenza dovrebbe avere il diritto di sapere che cosa fanno le società proprietarie dei social net e dei nostri dati ...
ma no, come da contratto [ 22 ].
( lascio la mia riflessione sul blogging a un post successivo ).
Resto quindi al sotto-argomento di questa serie di post - i Glass - che già ce n'è da dire.


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Come da bozza ( ma non ultima per importanza ) riprendo la questione del diritto alla privacy.
L'uso dei Google Glass in una conversazione asimmetrica ( in cui solo uno dei due li indossa ) formatta due ruoli precisi : cacciatore e preda.
L'interlocutore dovrebbe potere decidere se essere ripreso o meno ( se non per Legge, almeno per la buona educazione ), ma non sa se la sua volontà viene effettivamente rispettata, essendo i Glass uno strumento per la cattura silenziosa dell'immagine.
Ancòra il cannibalismo dell'altro e l'amputazione dei sensi, la limitazione del rapporto sensoriale del soggetto che registra ( cacciatore ) con il contesto ambientale, dovendo egli dare attenzione ( ed energie ) sia alla regia del video che alla relazione complessa con il soggetto preda del processo tecnologico in atto.
Anche prima dei Glass non mancavano dispositivi per la cattura audiovisiva come le microcamere, ma torniamo nel campo specialistico. Eppoi ... “occhio non vede”, cuore non duole ( come si suol dire ).
I Google Glass dovrebbero diventare un hardware universale, nelle intenzioni del produttore.
Questo risolverebbe il problema dell'asimmetria tra i soggetti in relazione, ma cambierebbe inevitabilmente i rapporti tra le persone.
Fate una proiezione e immaginate un mondo in cui tutti indossano questi occhiali, e tutti registrano : è un altro mondo, una società regolata da altri criteri.
=
I Google Glass saranno un ottimo strumento per mettere a disagio il proprio interlocutore.

Soluzione ?
Indossarli tutti ... così saremmo pari, arrivati al tutti che spiano tutti costantemente ?
Geniale.
Peccato, che poi chi se ne avvantaggia economicamente sia solo Google Inc. nel trust ricognitivo di applicazioni e hardware capaci di tracciare praticamente tutto, con l'utente immerso nella bolla da mattina a sera.





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Prima di Prism, Google aveva avuto parecchie piccole grane con la riservatezza e la gestione dei dati personali.
Cause locali risolte in tribunale con ammende a 5 - 6 - 7 zeri ( consistenti ma non troppo, per una multinazionale ) : per avere forzato la mano ai propri utenti con il bottone +1 del vecchio Buzz [ 23 ], per avere bypassato con il motore di ricerca il settaggio di privacy del browser Safari [ 24 ], per avere intercettato e registrato il traffico-dati su reti non protette, con le Google Car [ 25 , 26 ] ...
( e se con tutti questi incidenti, il direttore interno della privacy - Alma Whitten - è rimasta in carica [ 27 ] significa che la società era sostanzialmente al corrente e d'accordo con certe azioni ) ...
fino alle annunciate azioni legali da parte dei governi di Spagna, Francia, Germania e ( quattro giorni fa ) Regno Unito, che contestano il nuovo contratto sulla riservatezza e protezione dei dati [ 28 ] nel solito atteggiamento alla rinfusa dei Paesi europei.
L'Italia non è pervenuta.

Ora.
Immaginate cosa potrebbe accadere, con le registrazioni dal vivo delle esperienze vitali di un utilizzatore che decide di registrare e poi distribuire su YouTube la propria giornata ( come il famigerato Monsieur Gayno [ 29 , 30 ] ) con tutta la gente bene riconoscibile in video e audio che finirà dentro ad ogni singola esperienza.
Eppure, di che cosa s'è occupata la società di Mountain View ?
Bannare il porno dai Glass, replicando la crociata di Jobs sulle app non adatte alle famiglie [ 31 ].





Sul problema, il Congresso americano ha interrogato Google a metà dello scorso maggio [ 32 ] e nella rete parecchia gente s'è posta domande [ 33 ].
Un bar di Seattle ha già bannato l'uso dei Glass nel proprio locale ( notizia dell'8 marzo, probabilmente è stato il primo esercizio al mondo ad avere esposto tale divieto ), per evitare ai propri clienti il disagio di cui ho scritto al paragrafo 10 [ 34 ] ...





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Ho letto su una rivista specializzata : “E non meravigliatevi, se un giorno vedrete in strada delle persone che sembrano parlare da sole, guardando nel vuoto e chiedendo qual'è il percorso più breve per arrivare in centro” ...
lasciamo perdere.
Io non credo che questi occhiali stimoleranno il consumo di massa, anche se Sergey Brin [ 35 ] è convinto del contrario.
Ma Brin non è Steve Jobs ... oh ... sicuro.
La campagna pubblicitaria è stata completamente sbagliata, l'hardware non è indispensabile alla vita, anzi la impiccia e pone una serie di problematiche che ostacoleranno ulteriormente questo telefonino Android indossabile come un paio di occhiali.
Le previsioni di vendita che ho recuperato dal sito Statista [ 36 ] sono della fine di maggio, ovvero precedenti la doccia fredda di Prism : possono anche prenderci, nel 2018 ci saranno almeno 21 milioni di bambocci annoiati con almeno 1.000 $ in tasca da buttare via, che avranno comprato i Glass per sentirsi più fighi.

( continua )

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