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Odiare i motori è da populisti ?







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Riproduco e quoto ancòra un articolo di Gaia Giorgetti [ 1 ] che ho letto sul Carlino Bologna ( di sabato 12 ottobre ) dopo quello sui ragazzi e ragazze 14 - 18 [ 2 ].
Perché l'autrice proietta un ragionamento che va oltre la faccenda specifica del rapporto della città con i motori, decisamente in crisi ...
vedi il Motor Show ch'è saltato ( e forse il ratto da parte di Milano ) [ 3 , 4 ] ...
vedi l'ostinazione ridicola che il Comune mostra nella direzione delle piste ciclabili, in una città dalle strade strette e trafficate come metropoli della stazza di Roma e Milano, e dai marciapiedi che quando arrivano a 2 metri di larghezza sono considerati extra-large e devono essere percorsi da pedoni e anche dalle bici : con grande disagio di tutti.
E questo, perché le mitologiche giunte rosse del Dopoguerra hanno sviluppato la città col culo, invece che con il cervello ( leggasi “assenza di un piano regolatore degno di questo nome” ) ... continuando a costruire sulle direttrici secolari e millenarie centripete, e congestionando inevitabilmente la vita urbana anziché erigere una città moderna.
I tempi permettevano una progettazione di grandi volumi e larghe arterie razionali, a costi d'impresa affrontabili.
Le competenze non erano adeguate ai tempi di allora, ma nemmeno a quelli successivi.


2

Qui arriviamo al punto davvero dolente.

Che, oltre la crisi economica forse non passeggera, è il provincialismo dei bolognesi e della classe dirigente che amministra la città quasi ininterrottamente dal 1946 ( con l'eccezione della giunta Guazzaloca ), con la maggioranza netta dei consensi.
All'inizio degli anni '80, Bologna era in crescita demografica e aveva superato i 500.000 residenti, cui andavano aggiunti 100.000 studenti universitari e anche i lavoratori fuorisede.
La prova, per chi amministrava, era quella di dotare l'area metropolitana ( che non s'è mai fatta, nonostante anche di quella se ne parli da almeno 30 anni ) di adeguate infrastrutture e adeguati eventi culturali.

Macché.
Tutto all'incontrario.
I grandi concerti pop rock, banditi dal 1980 per parecchi anni, a causa dei disordini occorsi durante i live act di Patty Smith e Lou Reed.
Grandi eventi d'arte moderna - oltre la kermesse fieristica - non se ne sono visti ( meno quotata di Ferrara ).
Grandi opere, dopo il Fiera District ( fine anni '70 ) non ne sono state fatte ( a parte i centri commerciali ... vabbè ).
C'è stata la maccheronata bipartisan del “tram su gomma” Civis.
Grandi happening nell'area pedonalizzata della T ( sabati, domeniche e festivi ) non se ne sono visti.
Al contrario, le bancarelle di merce da poco sono spuntate un po' ovunque, per un allegro suq al ribasso.
E intanto, la città s'è svuotata di studenti, che ne erano l'anima e il sangue.
Ha perso quasi 200.000 residenti.
Ha perso parecchie attività produttive che si sono spostate nell'hinterland e pagano le tasse ad altri Comuni.
E' sempre più simile al paesone di campagna che mai é diventato metropoli, a causa dell'inadeguatezza delle sacre giunte rosse.
E allora ?

Vai con la cioccolata !
Vai con la mortadella !
Riscopriamo la mazurka ( magari ) dopo la forestiera taranta !

Fine della corsa.

3

La Fiera, appunto.
Il secondo centro pulsante della città, che pompa un indotto pari a 5 - 6 volte il movimento degli stand.
Che adesso è aggredita da una Fiera milanese cresciuta bulimicamente per l'Expo ed affamata di eventi.
Avanti così, compagni.
Che non ci rimarrà che l'elogio francescano della povertà, fischiettando felici - ? - sulle biciclette.
Come negli anni '50.

Siete felici ?

...

( continua )

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9 commenti:

  1. Non c'e' cosa piu' triste e squallida del (credere di) vivere una citta' andandoci in auto.
    Io sono in disaccordo su quasi tutto.
    Anche se su certe osservazioni potrei essere d'accordo, su certe diagnosi, poi sono in disaccordo completo sulle terapie.

    Il Motor Show e' semplicemente un'altro dei tonfi di questa incultura della (im)mobilita' dell'auto che ha comportato, con altri preziosi alleati sinergici, lo sfascio del Belpaese, della sua economia, dei corpi sani (atrofizzati con menti impigritesi e instupidite con la stasi del corpo).
    Forse e' troppo tardi che sia crepato ora, quell'evento.
    Forse ha bloccato una citta' (che prima di imborghesirsi flacidamente era una delle citta' piu' vispamente cicliste d'Italia).
    La mortadella rimarra' perche' e' cultura, e' vita, e' economia primaria e virtuosa, e'edonismo.
    Auto e MS se ne andranno perche' sono morte, sono mortifere, sono inquinanti, insostenibili, abbruttiscono, sono la diarrea urbanistica che o smette o ti fa crepare.

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  2. Una città costruita così male, non é correggibile se non con la demolizione di interi quartieri.
    Ogni millantata “correzione” é costosa, parecchio dibattuta ( vedi il già mitico People Mover ), e non risolve un cazzo.
    A Berlino - per fare un esempio - ci sono km di piste ciclabili, ma i marciapiedi sono larghi 3 m come minimo, sono tante le aree verdi, e c'é la metropolitana che abbatte un 30% - 40% del traffico auto ...

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  3. E l'auto, per molti cittadini, é una necessità lavorativa e di vita.

    Allora, SE vogliamo città migliori bisogna, come scrive la Giorgetti, dare adeguate alternative all'automobile privata.
    ( mix con mezzi pubblici basati su parcheggi di scambio, car sharing, metropolitana, etc. ).

    P.s. : io prendo l'autobus, ma non mi sfuggono le esigenze urbane estese.

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  4. > E l'auto, per molti cittadini, é una necessità lavorativa e di vita.

    Oh, certo.
    L'abbraccio pestifero tra antipoliotica dei trasporti (auto sopra tutto) e antipolitica urbanistica (diarrea edilizia del tutto casuale che ha distrutto per sempre 3.5H ha di SAU, ER 3a peggior regione per cementificazione dopo Liguria e Calabria, negli ultimi anni) ha proprio obbligato, anche a BO, decine di migliai di persone a scegliere luoghi di residenza e di lavoro sparsi ovunque senza alcun straccio di rete ferroviaria capillare ed efficiente, senza alcuna pista ciclabile, senza alcuna politica draconiana e radicale di diminuzione e smantellamento della rete viaria ipertroffica e dell'induzione patologica del traffico che essa comporta.
    Il Motor Show e' stato solo un tempio in cui si e' celebrato una grande celebrazione annuale del prostrarsi gongolanti al Grande Feticcio dell'auto.

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  5. Quesot in teoria.
    In pratica?
    Ad esempio, dopo la colossale stronzata del Civis, che ora questi politicastri demagoghi e le loro antipolitiche vogliono ripetere la follia del Peolple Mover (le lezioni non insegnano mai nulla).
    Ma quale sarebbe una politica efficiente e POCO costosa?
    Prendiamo l'asse della via Emilia che e' il piu' trafficato.
    Come si fa in molti paesi d'europa, per citta' medio piccole come BO che NON hanno la scala per un servizio metropolitano, semplicemente si realizzano linee veloci di tram di superficie SOTTRAENDO spazio alla mobilita' su gomma.
    State leggendo bene: ho scritto proprio sottraendo.
    Ma questa scelta che comporterebbe un aumento qualitativo e quantitativo e senza precedenti e sostenibile sia dal punto di vista finanziario che ecologico della mobilita' nell'area bolognese incontrerebbe la tenace resistenza di molta parte de il_bobbolo che non ha alcuna intenzione di usare i mezzi pubblici per i propri movimenti.
    Steso ragionamento per le piste ciclabili che dovrebbero, di nuovo, essere fatte SOTTRAENDO spazio alle auto (e non ai pedoni, diocanemorto, come si fa, ad esempio, su quasi tutti i ponti sopra ferrovia della citta').
    Meno auto per tutti
    significa piu'mobilita'
    ma la_gente non ne vuole sapere.

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  6. Interessante, la scheda sul Traffico indotto ( meriterebbe un post autonomo ).

    “Come si fa in molti paesi d'europa, per citta' medio piccole come BO che NON hanno la scala per un servizio metropolitano [ ... ]”.

    Stavolta, ti devo correggere :

    [ Brescia ]

    [ Genova ]

    [ Perugia ]

    ...

    Si tratta di città grandi più o meno come Bologna.
    Metro sotterranee e sopraelevate.

    Per quanto riguarda Parma, il progetto era stato approvato da tutti gli enti competenti, il finanziamento iniziato ...
    poi, é stato cancellato, ma il problema della mobilità é rimasto :

    [ 1 ]

    [ 2 ]

    [ 3 ]

    ...

    Sul tram, che dire ?
    Un'altra CAZZATA STORICA delle mitiche Giunte Rosse, che eliminarono il tram per il trasporto pubblico su gomma.
    Bologna fu una delle poche aree urbane europee di dimensioni territoriali ed economiche equivalenti o superiori, a rinunciare al tram ...
    Assieme a Berlino Ovest, ma i berlinesi stanno di nuovo estendendo le linee della parte orientale.

    No.
    Sulla via Emilia, non c'é lo spazio sufficiente per il tram su rotaia, le relative pensiline di accesso in sicurezza, e le corsie ( due ) per i mezzi di soccorso, per i lavoratori che non possono fare a meno del mezzo ( distributori, artigiani, etc. ), per la Pubblica Sicurezza.
    =
    Bisogna andare SOTTO.
    Ma no.
    A Bologna, i soldi devono essere IMBUCATI in qualche altro posto, e non in una grande opera utile ...
    ( di lungo, potrei citare tutte LE FANDONIE addotte dal Partito Unico contro la costruzione di una metropolitana sotto la via Emilia e ripetute dall'ignorante Popolino Rosso ... che suppongo tu conosca ).

    ...

    Ah ah ah !
    Terribili, le ciclabili sugli strettissimi marciapiedi dei Ponti sopra la ferrovia, EH ?

    *_____*

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  7. Conosco molto bene la situazione di Brescia e quello è un progetto che la giunta pidiossina ha imposto nonostante la contrarieta' dei bresciani in un referendum che non giunse al quorum (maledetti i quorum, da abolire subito i quorum per i referendum, chi se ne frega e non vota non deve contare un cazzo!).

    Se ricordo bene sono gia' ora in affanno per costi di gestione e di ammortamento che non sono ripianati dall'utenza.

    Capisco che non siamo d'accordo.

    Quando ci sono poche risorse NON e' pensabile il gigantismo nefasto.
    Lo sfascia ferrovie Moretti ha gia' detto che la iper mega super stazione TAV non verra' completata.
    Mah vaa!?

    Soluzioni efficaci efficienti e poco costose.
    Tranvie in sede propria lo sono (costano un ventesimo delle metropolitane e vengono realizzate in tempi estremamente ridotti).
    Restringere le vie va, inoltre, nella direzione di CONTRASTARE il traffico privato per diminuirlo e trasferirlo sui mezzi pubblici per renderli economicamente sani.

    Oltre alla carota ci vuole il bastone.

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  8. Sì.
    Ma non devi chiudere del tutto le arterie, sennò i quartieri vanno in cancrena ( sociale ) ...

    La cosa che mi da più tedio, in questa città, é la mancanza di un progetto complessivo, lo scollamento tra le parti che produce inerzia mentale e fisica.

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