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Campo semantico di ''robot'' # 1


Robot

Il robot (pron. robòt o ròbot, alla francese robó, dalla parola ceca robota che significa lavoro pesante, a propria volta derivata dall'antico slavo ecclesiastico rabota, servitù) è una qualsiasi macchina (di forma più o meno antropomorfa), in grado di svolgere più o meno indipendentemente un lavoro al posto dell'uomo.
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Androide

L'androide è un essere artificiale, un robot, con sembianze umane, presente soprattutto nell'immaginario fantascientifico. In taluni casi l'androide può risultare indistinguibile dall'essere umano. Differisce dal cyborg, il quale è costituito da parti biologiche oltre che artificiali.
Il termine deriva da ἀνδρός andrós, il genitivo del greco antico ανήρ anēr, che significa "uomo", e il suffisso -οειδής -oidēs, da -ειδής -eidēs, usato per significare "della specie; simile", da εἶδος eidos "aspetto". Il termine è menzionato per la prima volta da Alberto Magno nel 1270 e fu reso popolare dallo scrittore francese Villiers nel suo romanzo del 1886 Eva futura; il termine "android" appariva comunque nei brevetti statunitensi già nel 1863 in riferimento ad automi giocattolo in miniatura con fattezze umane.
Il corrispettivo femminile del termine androide è l'assai poco frequente ginoide, dal greco γυνή ghinē donna.

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Ginoide

Nella medicina l'aggettivo ginoide significa tipico della donna oppure di un soggetto che presenta caratteri femminili. Esempi: habitus ginoide, ginoide (biotipo costituzionale).
Nell'ambito della fantascienza il termine ginoide indica invece un essere artificiale (robot) dalle sembianze femminili. È scarsamente utilizzato e ad esso viene preferito il più comune termine androide, usato per entrambi i sessi.
Il termine ginoide (gynoid) viene utilizzato da Richard Calder nel romanzo di fantascienza del 1992 Virus ginoide (titolo originale: Dead girls).

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Cyborg

Il termine cyborg o organismo cibernetico (anche organismo bionico) indica l'unione omeostatica costituita da elementi artificiali e un organismo biologico. Nasce dalla contrazione dell'inglese cybernetic organism, per l'appunto organismo cibernetico.
Il termine è nato nell'ambito della medicina e della bionica, pur avendo avuto maggior successo nell'immaginario fantascientifico. Il termine cyborg fu reso popolare da Manfred E. Clynes e Nathan S. Kline nel 1960 in riferimento alla loro idea di un essere umano potenziato per sopravvivere in ambienti extraterrestri inospitali. Essi ritenevano che un'intima relazione tra essere umano e macchina fosse la chiave per varcare la nuova frontiera dell'esplorazione spaziale in un prossimo futuro.
Il confine tra essere umano e cyborg è sempre più sfumato, basti pensare ai progressi delle tecnologie applicate alle protesi e agli organi artificiali: una persona dotata di un pace-maker potrebbe infatti già corrispondere alla definizione di cyborg.
A seconda della loro origine, è tuttavia possibile distinguere i cyborg in due categorie:


- esseri umani potenziati.

Può trattarsi di un essere umano che ha subito consistenti modificazioni artificiali ed innesti. Esempio: il protagonista del film RoboCop è un poliziotto che, ucciso in servizio, viene fatto resuscitare trasformato in cyborg. Il protagonista di Io, Robot, l'agente di polizia Del Spooner, ha un braccio e altri organi cibernetici. In Guerre Stellari, Anakin Skywalker (Darth Fener), subisce gravissime menomazioni a seguito di un brutale duello con il suo vecchio maestro, tra cui la perdita di tutti gli arti, gravi ustioni su tutto il corpo e danneggiamento dei polmoni. L'Imperatore Palpatine lo salvò e per questo motivo gli vennero applicati arti cibernetici e il suo corpo agonizzante venne posto in una tecnologica armatura in grado di tenerlo in vita. Qualcosa di simile accade ad Adam Jensen, protagonista del videogioco Deus Ex: Human Revolution.

- androidi, cioè robot umanoidi, provvisti di apporti biologici, spesso allo scopo di aumentare la loro somiglianza con l'essere umano. È il caso del cyborg assassino protagonista del film Terminator (1984) e dei suoi seguiti.

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Cibernetica

La cibernetica è la scienza che studia i fenomeni di autoregolazione (vedi controlli automatici e controlli adattativi) e comunicazione (vedi Teoria dell'informazione), sia negli organismi viventi (fisiologia) e negli altri sistemi naturali quanto nei sistemi artificiali. La cibernetica si pone dunque come un campo di studi interdisciplinare tra le scienze e l'ingegneria. Il termine cybernetics fu coniato nel 1947 dal matematico statunitense Norbert Wiener.
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[ ... ]

1

Una smazzata di definizioni a corredo della discussione sottesa al post “Star Wars , cattività cibernetica” [ 1 ] tratte dalle relative schede in Wikipedia ITA ( moduli introduttivi ) ...

da discutere ed eventualmente correggere.

{ prendere in considerazione, nel caso, anche le relative definizioni nel Vocabolario Treccani : [ 2 , 3 , 4 , 5 , 6 ] }.

[ ... ]

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17 commenti:

  1. Definizioni: lette.

    Solo un commento (piuttosto off topic): ma l'imperatore di Star Wars si chiama Palpatine??????? Che nome del cavolo! Potevano chiamarlo, che ne so, Dragone Nero o Attila il Flagello della Forza, sarebbe stato più credibile!!!

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  2. Caro Marco, le definizioni che hai dato sono complete ed esaustive. A parte che sulla definizione della parola ROBOT avrei citato più ampiamente il dramma in tre atti di Karel Čapek che ha dato notorietà alla parola ROBOT, derivandolo appunto dalla parola ceca robota ("schiavitù").
    Guarda caso il primo che tratta di ROBOT scrive un dramma teatrale che tratta SOLO di schiavitù... ;)

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    1. L'origine teatrale della flessione descrittiva di artefatti umani funzionali al lavoro pesante e/o ripetitivo, viene esposta nel paragrafo [ Origine del termine robot ] della stessa pagina.
      Nel modulo introduttivo, i relatori della scheda hanno scelto una sintetica etimologia a ritroso.

      Ma sì, sono d'accordo con te : un accenno storico all'opera di Čapek ci stava, nell'incipit.
      { possibile modifica }.

      ===

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Rispondo a bulutn: Lucas nelle prime stesure di Star Wars aveva dato all'Imperatore il ridicolo nome di Imperatore Ford Xerxes XII, subito cambiato in Imperatore Alexander Xerxes XII (che non so se sia peggio o meglio). Lucas è noto per dare nomi terribili a persone cose od altro, tipo Jar-Jar Binks o "Imperial Centre" (che poi sarebbe Coruscant).
    Però Palpatine viene battezzato definitivamente da Alan Dean Foster nella novelization di A New Hope (ANH, il primo SW) del 1976, dove cita "l'ambizioso Senatore Palpatine".
    Per il cinema solo nel film "La minaccia fantasma" viene citato per la prima volta il nome dell'Imperatore che è Cosinga, ma già nella novelization di Foster di ANH il nome veniva citato. Foster lo aveva mutuato da un'altro nome "di lavorazione" dell'imperatore dato da Lucas che era originariamente Cos Dashit.
    Molto altro non si sa a parte che era meglio che lo chiamavano Cos Dashit e basta, perchè purtroppo adesso (e per sempre) si chiama Imperatore Cosinga Palpatine e dobbiamo tenercelo così! :)

    ... ripensandoci forse però è stato meglio così perché Cos Dashit in lingua inglese risuona esattamente come "because the shit" ossia "perchè la merda"... :)

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    1. Ford Xerxes XII

      Un rozzo tentativo di coniugare antichità ( il nome in greco antico del re persiano [ Serse I ] ) e modernità ( il nome del [ fondatore della Ford Motor Company ] ).
      Intento apprezzabile, ma esito parecchio rozzo e - mi pare - fuori dal range di Star Wars.
      Buono per un fumetto underground.

      Cos Dashit

      Oh, shit ...

      Cosinga Palpatine

      Terribile, convengo con Bulutn.

      ===

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  5. Se vogliamo semplificare, il robot esiste per preservare l'essere umano, l'androide esiste per ingannare l'essere umano.

    Non male questa definizione, Lorenzo.

    Dio che potrebbe avere una mente malata.

    Probabile.

    ===

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  6. - Tutti quello che può fare e fa l'uomo nel bene e nel male è una cosa naturale altrimenti non la potrebbe neppure pensare e men che meno realizzare.
    Se mai un giorno l'uomo potesse distruggere l'universo o crearne un altro (o altri 42), anche questo atto sarebbe naturale.
    - Anche se ci fosse Dio e fosse un signore con la barba bianca che sta lontano lontano, o se fosse anche puro spirito (o quello che volete), che ci ha creato a sua immagine e somiglianza, visto che ci ha dato la possibilità di pensare e di fare tutto ciò che pensiamo e facciamo nel bene e nel male, allora possiamo fare tutto e siamo comunque nei suoi parametri di creazione (tranne l'eventuale giudizio finale inferno o paradiso, ma quella, nel caso, è una paranoia tutta sua) quindi possiamo tranquillamente anche creare la vita dalla materia inanimata, e visto che lo possiamo fare lo faremo sicuramente, senza per questo essere neppure dei pazzi ne ai nostri occhi e neppure a quelli di Dio.
    E' così evidente e palese! Come si fa a non capirlo?
    Se c'è Dio e siamo fatti a sua immagine e somiglianza allora siamo anche noi Dio, se non c'è, è la stessa cosa perchè comunque siamo degli Dei tutte le volte che pensiamo o facciamo una cosa mai fatta prima, impossibile o ritenuta immorale da alcuni i qualche momento storico assai limitato.
    Se l'uomo può fare una cosa, brutta o bella che sia, giusta o sbagliata che sia, morale o immorale che sia, prima o poi la farà sicuramente e non vi sarà nessuno che lo potrà impedire e poi tutto cambierà e ciò che sembrava sbagliato diverrà giusto, ciò che sembrava immorale sarà morale e viceversa. Così è sempre stato, così è, e così per sempre sarà. Non sono io che lo affermo ma è l'intera storia umana che lo dimostra, e di fronte alla dimostrazione provata dell'intera storia umana ci si china e si sta zitti. Tutto il resto sono minchiate, calabour, fantasie, dogmi che oggi ci sono e domani sono già cambiati, certezze che dopodomani non sono più certe per nessuno.
    Ergo: non appena potremo creare droidi senzienti o intelligenze artificiali lo faremo senza nessuna esitazione o vergogna. Dio o non Dio (tanto Dio siamo noi e decidiamo noi).

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    1. Nello scontro epocale tra te e Lorenzo ( e Uomo ), sto più dalla tua parte.
      Ma questo enorme Potere deve essere disciplinato, se non entrano in gioco ( una ) morale ed ( una ) etica, allora l'instabilità del Sistema diventa massima ...
      danni.
      Grossi.

      ===

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  7. Il danno potenzialmente è inevitabile per qualsiasi cosa e da sempre.
    Ma non servono discipline, editti, dogmi, regole rigide o altro per evitarlo. Bastano le "leggi naturali" che ci hanno permesso di non scannarci fin dall'inizio del consesso umano.
    Le storture, l'ingordigia e le "zone grigie" assieme a una certa dose di malvagità sono però inevitabili in ogni caso.
    In caso di regole che disciplinano in maniera ferrea la materia, le sorture saranno ipocritamente nascoste appena sotto al tappeto delle regole, in caso contrario saranno un poco più in superficie e palesi ma non eccessivamente, regolate automaticamente alle "leggi naturali" dei gruppi umani.
    Dimostrazione: nella antica Roma non vi erano forze di polizia e i magistrati giudicavano solo dissidi tra patrizi o benestanti e non tra i semplici cittadini (che si arrangiavano nel farsi giustizia), eppure la città che raggiunse quasi un milione di abitanti non era nel caos e nella anarchia più totale, anzi il contrario, proprio per via delle "leggi naturali".

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  8. ERRATA CORRIGE:
    Il robot (pron. robòt o robó, all'inglese ròbot, dalla parola ceca robota che significa lavoro pesante, a propria volta derivata dall'antico slavo ecclesiastico rabota, servitù) è una qualsiasi macchina (di forma più o meno antropomorfa), in grado di svolgere più o meno indipendentemente un lavoro al posto dell'uomo.
    ^^

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    1. Ma ...
      in verità, la definizione wikipediana precedente, cioè quella da me ri-pubblicata, non è erronea nella specifica della pronuncia francese ( in cui la ''t'' finale è effettivamente muta, siccome non seguita da vocale ) anziché di quella inglese;
      e tuttavia, mi sono chiesto : qual'è la pronuncia italiana più corretta ?
      Secondo l'Accademia della Crusca, quella più corretta è ròbot come nell'inglese { vedi : [ Vademecum sull'accento: quando indicarlo e dove pronunciarlo ] };
      il Vocabolario Treccani pospone la pronuncia anglofona a quella viziata dal francese, lingua intermedia nella trasmissione a quella italiana { vedi : [ robòt ] };
      io, ho sempre pronunciato ''ròbot'' ...
      pertanto : lascio invariata la definizione da me citata, qua sopra, ed anche la pagina wikipediana.

      Comunque ti ringrazio per il commento : i commenti nei post datati sono utili per revisionare il testo e puntualizzare certi dettagli; ad esempio, ho volto al corsivo alcuni termini e modificato il colore dei link ( adeguandolo allo standard più recente del mio blog ), e modificato una delle schede wikipediane linkate.

      ===

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    2. È strano che i vocabolari non concordino, vorrà dire che non esiste una sola pronuncia corretta (il DiPI dà: "robó", "robò" e "robòt", "ròbot" solo come pronuncia "che si può voler usare proprio per dare «sfoggio» di cultura"); devi essere molto giovane per non aver mai pronunciato "robó" come si sentiva dappertutto fino ai primi anni del nuovo millennio...
      Felice di aver dato una mano al blog :-)

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    3. solo come pronuncia "che si può voler usare proprio per dare «sfoggio» di cultura"

      Mah ...
      secondo me, questa è una affermazione di vero snobismo anti-anglosassone;
      diciamo che, in generale, la terminologia tecnologica importata dagli USA ( Paese dominatore di 0039 per 70 anni, e chi domina impone la tecnologia, grazie ad essa spadroneggia ) ha determinato lessico e pronunce più di Čapek ( sconosciuto al livello della strada, ancóra oggi ).

      { io ne ho 46 già compiuti, ma ho sempre pronunciato “ròbot”, fin da piccolo }.

      ===

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    4. http://www.dipionline.it/guida/

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    5. Grazie del consiglio, UFOROBO( ' );
      ho inserito il link nei Preferiti.

      ===

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