Testata

2016




Gazelle è stata l'artista globale ( cantante e performer ) più apprezzata nel 2015 [ 1 ] ... non lo sapevate ? Beh, non ha molta importanza : passato, presente e futuro sono fluidi.




“Cyclopean Firefly” è un'opera di Jen Hardwick [ 2 ] realizzata con materiali reciclati. La crescita dell'arcano pseudo-tecnologico sarà uno dei trend dell'anno iniziato.



1

Io no.

Ho passato l'ennesima notte di San Silvestro in camera mia, leggendo qualcosa e appisolandomi secondo natura.
La frenesia collettiva, lo sballo insensato vissuto dalla gente tra il 31 dicembre e il primo gennaio, da decenni lo lascio agli altri.
Che succede, di significativo ?
Su ...
pensateci ...
cambiano una o più cifre nel numero seriale che identifica l'anno in corso secondo il calendario gregoriano [ 3 ] ma tra stamattina e la sera di poche ore fa non è davvero cambiato un cazzo.
Ha senso festeggiare la nascita di una creatura e il raggiungimento di un risultato collettivo, così come il piangere – con egoismo manifesto – la morte ( la trasformazione di stato e la transumanza dell'anima altrove ) di un affetto comune.
I cicli vitali non coincidono con l'aritmetica del calendario, la vita è cosa diversa dal ritmo organizzato. Sottotraccia a basso volume, appena percettibile nel rumore di fondo che mai ci abbandona, eppure ne udiamo intimamente e chiaramente il ...
canto.
Ah.
Già ...
la massa s'è ubriacata, impasticcata, data alle danze e alle risate animali fino a diventare moccio di sudore e altri umori, e tutto questo senza una ragione plausibile se non esercitare uno stacco dal refrain quotidiano ( = staccare la spina del cervello ) che evidentemente dev'essere parecchio deprimente, se si avverte il bisogno di storcersi di brutto.
Una scena triste quanto una festa paesana messicana : troppa tequila giù nella gola dei peones, spari e grida con qualche regolamento di conti, i soliti mariachi a suonare le solite musiche, le voci progressivamente corrotte dall'alcool.

E il giorno dopo, ricomincia la solita vita di merda.

2

Il 2016 sarà un anno senz'altro peggiore del 2015, continuerà il disfacimento progressivo della civiltà occidentale come l'abbiamo conosciuta dalla nostra nascita a oggi.
E l'individualismo è una caratteristica antropologica già connaturata all'Homo occidentale, per cui non ci sarà alcun contrasto corale e organizzato alla trasformazione in atto. Qualcuno – chi è più abile nel costruire feticci e feticismi con il reciclo delle idee e della materia – potrà surfare sulle montagne di spazzatura senza esserne travolto.
Lo sapete, non fate gli gnorri.
E allora, il mio augurio – ai conoscenti e a coloro che passano per caso da queste parti – per la serie di 366 giorni che comincia oggi ( il 2016 è anno bisestile [ 4 ] ) è quello di stare il più possibile lucidi, perché saranno molte le situazioni difficili da affrontare e superare.
Ma ...
lo so : la carne è debole e le tentazioni sono tante, prima fra tutte è quella della deriva mentale. La gente vuole credere alla magia e i manufatti magici più efficaci sono già nelle nostre tasche e vivono assieme a noi : i dispositivi mobili.
E allora ...
siccome non riuscite a vivere senza impasticcarvi – ed io come voi – scegliete bene le pillole da ingoiare e magari scegliete i romanzi e le altre pubblicazioni delle Edizioni Scudo [ 5 ].

Buon 2016.

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12 commenti:

  1. Un consiglio accorato... bevi di più in compagnia, balla, drogati, flirta, fai delle cose stupide e scendi dal pero. Io ci sto provando e non è così male ogni tanto.
    Tanto per cambiare.
    Sei sempre a tempo a tornare sul pero quando vuoi.
    Buon anno Marco.

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  2. Ovvio che il 31 Dicembre - 1 Gennaio e' una convenzione.

    Ma io ho festeggiato lo stesso con il seguente lambrusco: qui.

    Dai, il bianco si puo' bere, ma il rosso e' meglio! :D

    Per il resto: non drogarti e non fare cose stupide (se ne fanno già tante senza volerlo!), sta' in buona compagnia e (se ti va) balla e flirta.

    Io sono stata bene con i miei cari e questo e' tanto. Nessuno sballo, anzi sono anche andata a letto presto.

    Il 2015, personalmente, e' stato un anno faticoso, sofferto, ma bello. Molto molto positivo. Spero continui allo stesso modo (dipende da me, principalmente, quindi faro' in modo che sia così).

    Oggi infatti lavoro un po' a scopo propiziatorio (a me il mio lavoro piace e mi piace pure il mio capo, un capo esemplare: esigente, perfezionista, e che riconosce e premia chi lavora bene) e il 7 gennaio (probabilmente) mi vado a vedere la nazionale di pallavolo femminile! Meglio di così...

    Buon anno!

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    1. No !

      ...

      E cmq. con ''pillole'' - in corsivo - mi riferivo ad altro genere di ''droghe'' non necessariamente chimiche.

      Buona serie di 366 giorni anche a te, bulutn !

      ^_____^

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    2. Il No! a cosa si riferisce?

      Guarda che si capiva che non ti riferivi a pillole chimiche.
      Io ho, diciamo, commentato sulla linea del primo commentatore di questo post...

      :)

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    3. Non si può essere ''felici'' per convenzione, bulutn.
      Se si abbisogna di qualche ora di sballo comandato e collettivo, in cui perdere il senno, significa che i giorni o mesi precedenti sono stati tristi, per molti.
      { è comprensibile che ogni tanto si abbia bisogno di uno stacco, ma : il ciclo bioritmico difficilmente collima con la ''felicità'' comandata, è stolto lo scambiare lo stacco per la felicità, quella vera }.
      Viceversa, ogni piccola occasione, non importa se da soli, in compagnia, e con quanta gente si è in compagnia, può essere un focolare di felicità vera.

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    4. Non si può essere ''felici'' per convenzione, bulutn.
      Certo. Comunque non credo che uno debba per forza essere felice a Capodanno o a Natale. C'e' una pressione a mostrare che si e' felici etc, ma e' ovvio che cio' non puo' essere implicato dal solo cambio di data.

      Io, che sono vecchierella, la vedo così: un tempo a Natale e Capodanno si mangiava di più (potendo) del solito poco (spesso si pativa la fame). Ovvio che una volta a Natale e Capodanno si poteva essere più felici in tale occasione. Oggi ci si sfonda di cibo tutto l'anno.
      Inoltre, una volta le famiglie si riunivano davvero. E' ovvio che aveva un significato speciale. Oggi le famiglie sono molto meno numerose e molto più complicate. A Natale i bambini ricevevano regali, e il resto dell'anno mai. Oggi, hanno di tutto e di più (materialmente).
      E' ovvio che, una volta, spesso a Natale si era più' felici, perché era un breve periodo in cui si stava meglio, si mangiava di più, etc.

      Quello che faccio io, per i miei figli soprattutto, e' cercare di sfruttare le feste per dedicare loro più tempo. E' questa la cosa importante per me. Ovvio che c'e' anche un po' di coreografia di luci, regali (utili o educativi), pranzi un po' speciali, giochi insieme.

      ogni piccola occasione, non importa se da soli, in compagnia, e con quanta gente si è in compagnia, può essere un focolare di felicità vera: totalmente d'accordo.
      Credo pero' che, per uno che sta da solo, un po' di buona compagnia sia preferibile all'essere solo. Io, almeno, mi sento così. Certo che se la compagnia e' pessima o sono sempre in compagnia, anche se buona, allora desidero un po' di pace e quiete in solitudine! :D
      Io almeno sono un po' come i gatti. Stanno bene da soli e in compagnia di persone che li lasciano in pace.

      E comunque per me durante l'anno tante sono stati i momenti di felicita'/soddisfazione/etc. Mi e' andata bene questa volta!

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    5. Sì ...
      anche io, mi sento un po' gatto ... magari un po' [ orso ].
      Ma credo ci sia stato un malinteso : io mica vivo da solo, isolato dal resto del mondo ...
      come un reietto.
      { forse, sono un reietto un po' particolare }.
      Anzi, tutti i giorni itero nella città.
      Passo qualche mese in altre città, europee, e mi piace osservare la gente.
      E trovo pure che l'atmosfera festiva natalizia sia gradevole ...
      pensa !
      E' che quasi da ( praticamente ) sempre mi stanno sul cazzo gli assembramenti bestiali della massa, soprattutto lo sballo comandato, privo di un senso in sé.
      Mi stanno sul cazzo le feste convenzionali in genere, anche il compleanno.

      Preferisco stare a lato, e studiare a distanza.

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    6. Ma credo ci sia stato un malinteso : io mica vivo da solo, isolato dal resto del mondo ...
      come un reietto
      : lungi da me pensarlo! Probabilmente mi sono espressa male...

      Comunque anche a me piace osservare la gente (quando ne ho tempo, ultimamente ne ho pochissimo).

      Inoltre concordo, gli assembramenti bestiali sono da evitare, a me fa fastidio stare al centro commerciale per più di 45 min, comincia a venirmi voglia di andarmene, uscire.

      Il compleanno (il mio) non mi sta sul cazzo, invece, perché quando ho potuto l'ho condiviso con i miei amici più cari. Ultimamente non lo festeggio per altri motivi, ma mi fa piacere quando qualcuno si ricorda di me e mi fa gli auguri. :)

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    7. Beh ...
      sì, è istintivo il gradire un'attenzione ( una qualsivoglia attenzione ) da parte del prossimo.
      Io faccio gli auguri di buon compleanno ai contatti di FB, per dire ...
      è una formalità di cortesia, una pacca sulla spalla.
      Ma torno al punto : il compiere [ x ] anni, in sé, non è un merito ...
      quindi, io non capisco cosa ci sia da festeggiare.

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  3. Bella la grafica e la composizione di materiali rifiutati.
    Anche la cinica osservazione delle convenzioni sansilvestriche.
    Saggia osservazione di Luca Oleastri: la trasgressione ha un valore ecologico ("semel in anno licet inserire") purché scelta e vissuta con convinzione e discernimento (ciò che proprio NON succede negli automatismi lobotomizzanti di massa a San Silvestro).

    Buon 2016., Marco.

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    1. Lo sballo collettivo è comandato per spezzare periodicamente il peso di una vita da schiavi, qualche ora nella quale si sta fisicamente molti assieme, ma non si ragiona su come migliorare le regole del gioco, né fare qualcosa per cambiare.
      Tutti ubriachi e/o fatti, che la tristezza sottotraccia venga in superficie, sostituita da qualcos'altro : la disperazione chiassosa ma impotente della propria condizione.

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