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Democrazia e Populismo




La sicumera del generale Custer.


George Armstrong Custer era iscritto al Partito Democratico.
Toro Seduto e Cavallo Pazzo, quindi, erano populisti.

Riccardo Paccosi


1

Riccardo Paccosi [ 1 , 2 ] ironizza a modo suo su uno dei leit motiv dei mass-media mainstream negli USA e nei Paesi affiliati : la campagna elettorale per la presidenza degli USA codificata ( fumettizzata ) come il confronto dicotomico tra la candidata “democratica” e  “femminista” Hillary Clinton [ 3 ] e il candidato “anti-democratico”, “populista” e “femminicida” ( aggredito da un coro concertato di donne improvvisamente memori di inenarrabili abusi da parte del palazzinaro nel corso del tempo, in vero desiderose di denaro e dei warholiani 15 minuti di popolarità che non si negano a nessuno ) Donald Trump;

una campagna elettorale tra le più plasticose e pop della Storia degli Stati Uniti, tanto che i personaggi principali sembrano partoriti dalla penna di uno sceneggiatore Marvel un po' ebbro, e tuttavia sottolineo che tutti i mass-media mainstream spingono la Clinton coprendo ( relegando a poche righe ) le sue tante sozzure ( bella la vignetta satirica del disegnatore Branco : [ 4 ] ) e questo è un elemento che dovrebbe perlomeno innescare una riflessione nei cerebri funzionanti.




I personaggi contendenti.


Allego uno stralcio del post “Populismo: quando l’oligarchia perde il controllo della democrazia” di Federico Dezzani [ 5 ] sul blog personale [ 6 ], che consiglio di leggere per intero e va oltre, indagando la natura e lo stato attuale della democrazia occidentale :


La democrazia è per natura un’oligarchia?

“Una delle basi di questo Paese è che lo sconfitto, al termine della campagna elettorale, riconosce la vittoria dello sfidante. Lei sta dicendo che non intende rispettare questo principio?” chiede il moderatore. “Quello che sto dicendo e che darò una riposta al momento opportuno. Vi lascio col fiato sospeso” è l’enigmatica risposta di Donald Trump, data al termine dell’ultimo dibattito in vista delle presidenziali dell’8 novembre. La grande stampa internazionale si scatena: “Trump minaccia la legge, l’ordine e la democrazia” scrive Bloomberg, “Trump ha perso e con lui la democrazia americana. Ha vinto Putin” rilancia l’Huffington Post, “Nel duello tra Trump e Hillary è in gioco il valore della democrazia” conferma l’Espresso di Carlo De Benedetti.

Le parole di Trump sono, oggettivamente, una spia rossa. La sensazione che qualcosa si sia inceppato nella democrazia statunitense si rafforza contestualizzandole. Trump, infatti, spiega perché non è certo di riconoscere l’eventuale sconfitta: primo, i media sono totalmente schierati per Hillary Clinton, secondo, sono registrate per il voto milioni di persone che sono morte o iscritte contemporaneamente in due Stati, terzo, la stessa Clinton non avrebbe nemmeno potuto correre per la Casa Bianca dopo lo scandalo email, perché costituisce un reato l’utilizzo di un indirizzo di posta privata per la corrispondenza riservata del Dipartimento di Stato.

Non sono accuse da poco quelle sollevate da Trump: il candidato “populista” sta dicendo che le prossime elezioni sono “rigged”, ossia truccate.

Federico Dezzani


2

Alcune definizioni dei termini in gioco, dal Vocabolario Treccani on-line :



democrazìa

s. f. [dal gr. δημοκρατία, comp. di δῆμος «popolo» e -κρατία «-crazia»]. – 1. a. Forma di governo in cui il potere risiede nel popolo, che esercita la sua sovranità attraverso istituti politici diversi; in partic., forma di governo che si basa sulla sovranità popolare esercitata per mezzo di rappresentanze elettive, e che garantisce a ogni cittadino la partecipazione, su base di uguaglianza, all’esercizio del potere pubblico: paese retto a d.; instaurare la d.; d. diretta o plebiscitaria, quando il potere è esercitato direttamente da assemblee popolari o mediante plebisciti; d. indiretta, rappresentativa, parlamentare, quando il potere è esercitato da istituzioni rappresentative. D. popolare, espressione con cui veniva indicata genericamente l’organizzazione politico-sociale dei paesi socialisti dell’Europa orientale e, in senso più ampio, di tutti i paesi socialisti.
b. estens. Paese retto democraticamente: le d. moderne, le d. dell’Europa occidentale.

[ ... ]

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oligarchìa

s. f. [dal gr. ὀλιγαρχία, comp. di ὀλίγοι «pochi» e -αρχία «-archia»]. – Forma di regime politico in cui il potere è nelle mani di pochi, eminenti per forza economica e sociale: l’o. dei Trenta tiranni nell’antica Atene; anche, il gruppo che detiene il potere in una tale forma di governo. Per estens., gruppo ristretto di persone che esercita, generalmente a proprio vantaggio, un’influenza preponderante o una supremazia in istituzioni, organizzazioni ed enti economici, amministrativi e culturali, e anche l’istituzione, l’organizzazione o l’ente retti in questo modo: il controllo totale dell’industria è ... in mano di un’o. industriale e bancaria abbastanza estesa (Piovene).

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populismo

s. m. [dall’ingl. populism (der. di populist: v. populista), per traduz. del russo narodničestvo]. – 1. Movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia tra l’ultimo quarto del sec. 19° e gli inizî del sec. 20°; si proponeva di raggiungere, attraverso l’attività di propaganda e proselitismo svolta dagli intellettuali presso il popolo e con una diretta azione rivoluzionaria (culminata nel 1881 con l’uccisione dello zar Alessandro II), un miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate, spec. dei contadini e dei servi della gleba, e la realizzazione di una specie di socialismo rurale basato sulla comunità rurale russa, in antitesi alla società industriale occidentale.
2. Per estens., atteggiamento ideologico che, sulla base di principî e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi. Con sign. più recente, e con riferimento al mondo latino-americano, in partic. all’Argentina del tempo di J. D. Perón (v. peronismo), forma di prassi politica, tipica di paesi in via di rapido sviluppo dall’economia agricola a quella industriale, caratterizzata da un rapporto diretto tra un capo carismatico e le masse popolari, con il consenso dei ceti borghesi e capitalistici che possono così più agevolmente controllare e far progredire i processi di industrializzazione. In ambito artistico e letterario, rappresentazione idealizzata del popolo, considerato come modello etico e sociale: il p. nella letteratura italiana del secondo dopoguerra.

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5 commenti:

  1. Solo 2 domande:

    Quanto è diverso Trump dall' avversaria... in termini socio-economic ?

    E quanto dal punto di vista dell' utilizzo del potere siano diversi ?

    E cosa c'entrano questi signori con la politica per i lavoratori, per i disoccupati, per la questione femminile ecc.

    Grazie

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    1. La Clinton è stata il falco dell'amm. Obama, ha sempre sospinto l'interventismo USA nel nome della “libertà” e della “democrazia”, questa incocainata merdosa ha avuto la faccia-da-culo di [ esultare pubblicamente ] ( come se fosse stata allo stadio ... ma in un certo senso E' COSI' ) per il drammatico sfascio dello Stato gheddafiano, in stretti rapporti ( [ affaristici ] e [ ideologici ] ) con George Soros, in stretti rapporti d'affari con gli emiri dell'Arabia Saudita ( e sapeva bene dei finanziamenti all'ISIS ), è favorevole a continuare una politica aggressiva contro la Federazione Russa ...
      è, in parole povere, una pazza furiosa pericolosa per il mondo intero.

      Donald Trump ha una visione della politica estera più collaborativa con le altre potenze del mondo multipolare, è, fino a quanto abbiamo ascoltato fino ad ora, un conservatore che ha più a cuore la propria realtà nazionale;
      possiamo fare un parallelo tra Trump e Berlusconi : anche il core business di Trump è anzitutto nazionale ( proprietà e gestione di alberghi, resort, grattacieli ), nel mondo ha aperto una catena di campi da golf e resort ( una ventina ), ha provato con il football americano ( New Jersey Generals ) ma gli è andata male, possiede un'azienda vinicola in Virginia ... ( leggi : [ The Trump Organization ];
      business famigliare ( anche il padre era “palazzinaro” ) di beni concreti, vecchia scuola ... nel mercato borsistico, ha investito una cifra pari a 1/350 del capitale nelle mani di George Soros, per dare un'idea;
      oltre alle similitudini comportamentali, come il tycoon di Arcore sembra non avere una rete di interessi e frequentazioni globali, di non essere un affiliato del Livello Superiore tanto quanto la bomba H., ma piuttosto è radicato nella propria nazione ed è di un'altra generazione : detestabile quanto si vuole per le smargiassate da museo di antropologia, ma francamente preferibile ai cinici dobermann del mercato globalizzato.

      Pertanto, siccome sono europeo e per quello che sappiamo di loro, mi piacerebbe vincesse Trump ...
      intendiamoci : se si sedesse alla Casa Bianca, dovrebbe cmq. fare i conti con la grande rete mafiosa internazionale, egli è ricco ma non tanto grosso su scala globale ( attorno al # 400 tra le persone più ricche del mondo ), però il carattere orgoglioso potrebbe essere il proverbiale sasso nell'ingranaggio;
      Berlusconi l'hanno aggredito per 20 anni, e poi sono riusciti a sbarazzarsene;
      magari, Trumpo lo assassineranno ... si sa, di killer depressi ce ne sono quanti se ne vuole, in giro.

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  2. Grazie,e comunque ovunque questi personaggi esistono o esistessero, o esisteranno...non rappresenteranno mai i loro votanti.

    Per dirla con la scuola taoista detta die legisti "Il governo ottimale è quello che garantisce il sostentamento della propria città attraverso una giusta ripartizione dei beni(oggi plus-valore prodotto).
    Nell'ambito fiscale viene deplorata l'eccesiva imposizione della tassazione; che porta inevitabilmente  alla distruzione dello Stato.

    Buona giornata

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  3. I miei timori su di lei è che fosse una guerrafondaia a casa nostra.
    Lui rappresenta un sistema di valori finto, il che è parimenti pericoloso. Per contro le donne che sciamano a denunciarlo di molestie davanti ai microfoni mi fanno abbastanza schifo.

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    1. Per contro le donne che sciamano a denunciarlo di molestie davanti ai microfoni mi fanno abbastanza schifo.

      Fanno parte dello spettacolo, ed è una prassi finta come il [ wrestling ].

      I miei timori su di lei è che fosse una guerrafondaia a casa nostra.

      Io e te siamo europei, e come europeo a me interessa che gli USA siano meno ingerenti in Europa e Medio Oriente, e che l'amministrazione entrante abbassi la tensione elettrica con il Cremlino;
      ci sono già [ i primi segnali di distensione ] che seguono coerentemente la campagna elettorale di Trump;
      { che le politiche globali abbiano sporcato l'immagine dell'America baluardo della Libertà l'hanno pensato non solo molti cittadini nel mondo, ma anche parecchi yankee }.

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