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Come backuppare il blog




I dati vengono salvati in un file .xml


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Certo un ombrello può fare poco mentre imperversa il Diluvio Universale, ma almeno possiamo salvare ( in locale e/o nella nuvola ) una copia dei dati pubblicati sui nostri blog Blogger e metterli al riparo dell'eventuale massacro censorio che potrebbe seguire la recente approvazione della direttiva UE sul copyright nel mercato unico [ 1 ].

Il procedimento è abbastanza semplice, e consta di pochi passaggi.

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I comandi per eseguire le azioni necessarie sono situati nella propria bacheca Blogger [ 2 ].

Se si gestiscono più diari on-line e il blog che si vuole backuppare non è quello che appare nel titolo della colonna a sinistra, bisogna cliccare sulla freccia e selezionare quello giusto dalla lista :




E ... dopodomani ?



QUESTA PUÒ ESSERE LA NOSTRA ULTIMA OPPORTUNITÀ. AIUTACI A SALVARE IL DIRITTO D'AUTORE IN EUROPA.

Il 26 marzo il Parlamento europeo voterà su una nuova direttiva sul diritto d'autore. La direttiva darà agli editori il potere di limitare la diffusione di notizie e titoli in ogni sito altrui (articolo 11). Costringerà inoltre quasi tutti i siti ad analizzare preventivamente ogni contributo dei propri utenti per bloccarli automaticamente se non autorizzati dalle industrie del copyright (articolo 13).

Entrambi questi articoli rischiano di colpire in modo rilevante la libertà di espressione, la partecipazione e la creatività online. Nonostante Wikipedia possa non essere direttamente toccata da queste norme, il nostro progetto è parte dell'ecosistema di internet. Gli articoli 11 e 13 indebolirebbero il web, e indebolirebbero Wikipedia.

Il voto è imminente.

Per favore, dedica due minuti del tuo tempo a contattare i tuoi rappresentanti nel Parlamento europeo e dir loro che non puoi appoggiare una direttiva che contenga l'articolo 11 o l'articolo 13.

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Già.

Mentre noi utenti e bloggatori della rete leggiamo, postiamo, discutiamo, litighiamo, ci divertiamo ... ci siamo dimenticati che là, nelle stanze pubbliche e segrete della UE, i burocrati hanno deciso di complicarci un po' la quotidiana Vita digitale.
E domani – lo sapevate ? – arriva al Parlamento la direttiva ( il testo di legge ) sul copyright nel mercato digitale [ 1 ] che è in discussione da parecchi mesi [ 2 ].

2

Il mio primo pensiero è stato “dài, non credo che ci toglieranno il giocattolo !” : la narcosi di massa è troppo importante al fine del mantenimento dell'ordine costituito ...
Ragionamento debole : è bene ricordare che i Padroni grossi ci guadagnano sempre – anche e fors'anche di più nel Disordine – e che l'Europa Occidentale è troppo pasciuta per ricavarne profitti significativi in tempo di Pace, almeno nel breve termine.

D'altro canto, se Google – proprietaria della piattaforma Blogger [ 3 ] che è la base di questo blog e di quelli di alcuni amici diaristi – ci facesse pagare un abbonamento annuo ragionevole ( diciamo 50 € ) come contributo agli editori del materiale condiviso, sarebbe un “buon compromesso” ... ma ... chissà ... come rimarcato da Wikimedia Italia [ 4 ] la direttiva crea uno spazio di incertezza che può essere usato dal Potere per attuare una censura.
Allo stato attuale posso solo scrivere che siamo, nostro malgrado, sul ciglio di un salto nel vuoto. Finora è andato tutto abbastanza liscio, e per quasi 30 anni [ 5 ] abbiamo avuto accesso a PB [ 6 ] di informazioni a bassissimo costo e alta comodità.

La Sindrome di Prometeo




Atlante e Prometeo


Il mito di Prometeo

Il Titano Prometeo dona all'umanità il fuoco, strumento fondamentale per il progresso della civiltà, fino ad allora detenuto dal grande Zeus. Il dio, geloso e restio a mettere in comune con gli uomini una simile risorsa, si adira per l'inganno di Prometeo (che aveva astutamente sottratto il fuoco agli dei e lo aveva portato sulla terra nascosto in una canna), e lo condanna a essere legato giorno e notte ad una rupe dove un'aquila gli rode il fegato che perennemente gli ricresce [ ... ].

Sapere.it


La sindrome di Prometeo ovvero i limiti del desiderio (di Giulio Ripa)

"Sappiamo ciò che c'è, ma non sappiamo ciò che potrebbe esserci. Desiderare un mondo migliore è possibile."

Il desiderio dell'uomo di diventare creatore di se stesso non è solo il frutto della nostra epoca ipertecnologica, ma appartiene al mito e alla storia della civiltà: il mito di Prometeo, il Titano che rubò agli dèi il fuoco, simbolo della conoscenza e del progresso, per darlo agli uomini, alimentando in essi l'illusione di sostituirsi alla natura, di essere artefici, attraverso la tecnologia, del loro destino.

L'uomo contemporaneo pervaso dal narcisismo, sente di essere onnipotente e si illude di poter raggiungere, anche attraverso la tecnologia, tutto ciò che desidera, senza porsi alcun limite verso la natura e quindi verso la stessa umanità.

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Informatica Libera - Blog di Francesco Galgani


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1

Dopo la trasformazione dell'essere umano in mònade [ 1 ] il passo evolutivo successivo è la Sindrome di Prometeo, tratta dalle vicende mitologiche del titano [ 2 , 3 ... ].

E' una chiave di lettura efficace per l'interpretazione del pensiero e dell'azione di Helen Hester, una delle teoriche dello Xenofemminismo di cui ho scritto nel precedente post [ 4 ] e che ha sollevato qualche discussione piccata nei commenti.
Nella pagina del sito Il Crepuscolo degli Dèi che ho linkato all'immagine in testa [ 5 ] è riportata la versione platonica del mito che, trasposto, stringe ulteriormente sull'essere umano che si fa da sé, stigmata del tempo presente e futuro delle società cosiddette “avanzate” ( nel senso di un millantato Progresso, in verità quando le società capitalistiche raggiungono un certo grado di sviluppo esse diventano avanzi di cibo, spazzatura acclamata da una plebe non più capace di critica e quindi di alzate di testa ) :



Prometeo

[ ... ] Platone afferma che è stato proprio Prometeo a creare l’uomo dall’argilla in cui è stato inserito un elemento del fuoco divino.

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Enciclopedia Treccani


Fare bimbi è fascista, e servono 100 nuovi sessi




Ritaglio di quotidiano pubblicato da Jean De Mille su FB [1].



Notizie

di Marco Poli


La “simpatica” ragazza ritratta nella foto grande, dall'espressione furbetta, da bimba che te ne ha appena combinata una grossa e tu non lo sai ancora, si chiama Helen Hester [2][3].
E' professoressa di teoria dei media e di comunicazione alla University of West London [4] – la fantasmagorica Londra ! – e nel 2014 è stata tra le fondatrici del collettivo polimorfo Laboria Cuboniks [5] che ha definito lo Xenofemminismo [6].
E proprio “Xenofemminismo” è il saggio edito in Italia da NERO ( 2018 ) con traduzione di Clara Ciccioni [7].

2

Xeno-femminismo ?
Una prima, sintetica definizione l'ho trovata on-line, in una buona recensione del testo :


Cos’è lo xenofemminismo?

di Noemi Milani | 07.01.2019

[ ... ] Hester analizza un possibile futuro femminista in un mondo sempre più tecnologico e globalizzato. A partire dal passato e dal femminismo degli anni Settanta, Hester, che insegna teoria dei media e della comunicazione alla University of West London, tratteggia il domani dello xenofemminismo, “una forma di femminismo tecnomaterialista, antinaturalista e abolizionista del genere”.

Antinaturalista perché contesta i limiti biologici. A partire dal binarismo di genere. Lo xenofemminismo, infatti, è intersezionale: critica il femminismo storico che si è occupato del corpo della donna, immaginato solamente bianco, cisgender e non-disabile. Ed è ibridato da decenni di attivismo queer.

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[8]


Sottolineo : tecnomaterialista, antinaturalista e abolizionista del genere ( qualsiasi tipo di genere ).
Poiché il genere e la stessa biologia sarebbero un costrutto culturale che aderisce sovente a un'idea autoritaria e “fascista” dell'essere umano, solo la rimodulazione ( sine die ) del corpo biologico può liberarci dalle catene ideologiche.
Abbiamo pertanto una teorizzazione non solo esplicita ma ufficiale del Post-umanesimo – mia opinione – che non è affatto da schernire, ma merita un approfondimento.




Copertina dell'edizione italiana



Sul www sono reperibili alcune interviste e conferenze nelle quali la Hester espone le proprie teorie, relazionate anche alla ri-modulazione del Lavoro nell'era tecnologica in cui viviamo ed in proiezione futura – la visione di alcuni video può essere agevolata dai sottotitoli generati automaticamente : { [9][10][11][12] ... }.

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Note

[1] : ''Il femminismo del futuro. «Fare bimbi è fascista, e servono 100 nuovi sessi»'', Gemma Gaetani e Francesco Agnoli, La Verità, 8 marzo 2019, [ https://www.laverita.info/il-femminismo-del-futuro-fare-bimbi-e-fascista-e-servono-100-nuovi-sessi-2630948323.html ].
[2] : ''Helen Hester'', CCCB, [ https://www.cccb.org/en/participants/file/helen-hester/231497 ];
Twitter : [ https://twitter.com/helenhester ].
[3] : ''Contributor Helen Hester'', MIT Technology Review, [ https://www.technologyreview.com/author/helen-hester/ ].
[4] : ''Professor Helen Hester'', University of West London, [ https://www.uwl.ac.uk/staff/helen-hester ].
[5] : Laboria Cuboniks, Monoskop, [ https://monoskop.org/Laboria_Cuboniks ].
[6] : ''Xenofeminismo: Una Politica per l'Alienazione'', Laboria Cuboniks, [ https://laboriacuboniks.net/manifesto/xenofeminismo-una-politica-per-lalienazione/ ].
[7] : ''Xenofemminismo'', Helen Hester, NERO Editions, [ https://not.neroeditions.com/helen-hester-xenofemminismo/ ].
[8] : ''Cos’è lo xenofemminismo?'', Noemi Milani, ilLibraio[punto]it, 7 gennaio 2019, [ https://www.illibraio.it/news/dautore/xenofemminismo-helen-hester-940627/ ];
vedi anche : ''Futuro Xenofemminista'', Ilaria Giaccio, Nido Magazine, Treccani, [ https://nido.treccani.it/2019/03/19/futuro-xenofemminista/ ].
[9] : ''01 Inhuman Symposium – Helen Hester'', Fridericianum, 10 agosto 2015, [ https://www.youtube.com/watch?v=ZSBefHq7C_o ].
[10] : ''Helen Hester: After Work: What's Left and Who Cares?'', Goldsmiths Art, YouTube, 19 aprile 2016, [ https://www.youtube.com/watch?v=ynnGV3RHy2c ].
[11] : ''Festival Interregno: intervista a Helen Hester'', Dinamo Press, YouTube, 23 ottobre 2017, [ https://www.youtube.com/watch?v=fjkdMVPzNDM ].
[12] : '''At Home In the Future' by Dr Helen Hester'', Durham University, YouTube, 14 febbraio 2019, [ https://www.youtube.com/watch?v=sJLbOdcXYAo ].

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{ prima pubblicazione il 20 marzo 2019; pubblicazione su VK, il 30 aprile 2022 [ 13 ]; su FB : [ 14 ] }.

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Boldrinese d'ufficio


La Toscana adotta il “dizionario Boldrini”: «Non dite più cittadini, ma cittadinanza»

mercoledì 13 marzo

di Eleonora Guerra

Non vanno usati più termini come «i cittadini», «gli utenti», «gli insegnanti»: sono discriminatori e vanno sostituiti con formule tipo «la cittadinanza», «l’utenza», «il corpo insegnanti». D’ora in poi, nella redazione di atti e documenti, il personale della Regione Toscana dovrà fare attenzione al lessico, per non incorrere nell’accusa di sessismo. A decretarlo è stata la giunta regionale, che ha emanato delle “Linee guida operative” su un uso del linguaggio amministrativo politicamente corretto, sebbene – a quanto sembra – un tantino contorto.

Dieci pagine per spiegare che «i cittadini» non va più bene

Promosse della vicepresidente e «assessora» (rigorosamente con la «a») a Cultura, università e ricerca, Monica Barni, e dall’assessore al Personale, Vittorio Bugli, le linee guida si articolano in una decina di pagine nelle quali si sollecita, spiega una nota della Regione, l’uso di «espressioni e termini compatibili con il corretto uso della lingua italiana, per evitare riferimenti sessisti e dare visibilità concreta al genere femminile».

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Secolo d'Italia


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Prima considerazione : ce l'avessero detto 15 – 20 anni fa, l'avremmo presa come una battuta e saremmo scoppiati a ridere.

Seconda considerazione : è tutto vero e squisitamente, tragicamente contemporaneo.
Continua l'adulterazione neo-linguistica della lingua italiana, e i nomi-e-cognomi sopra citati si sono resi responsabili dell'adozione del boldrinese ( un dialetto della Neolingua ) negli atti d'ufficio di una Regione, pena la pubblica accusa di “sessismo”.

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1 + 1 = Multiculturalismo




... risposta sbagliata !


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Piccolo capolavoro.

Due settimane fa l'utente sloggato Fabio82 ha postato il collegamento nelle risposte a un post dell'oplita Lorenzo su Eldalie [ 1 ] e io ripropongo il video sulla bacheca del mio blog.
“Modern Educayshun” è stato pubblicato il 9 novembre 2015 sul canale-YT di Neel Kolhatkar [ 2 ] ma il tema del cortometraggio non è scaduto, bensì è stato rinforzato dagli eventi.
Il plagio delle coscienze in chiave politically correct è proseguito senza sosta nel perimetro di formazione dell'opinione pubblica, attraverso i mass media e l'istruzione pubblica di un Occidente lesso, in cui diversi Paesi – e tra questi la “Italia” – sono stati evidentemente destinati a diventare contenitori per la raccolta indifferenziata della spazzatura umana. Che nemmeno v'è bisogno di importarla : è quello che stanno diventando ( e, in parte cospicua, lo sono già diventati ) gli occidentali.
Il corto stigmatizza l'isteria egualitaria che tracima nell'esaltazione del Diverso inteso aprioristicamente come migliore di ciò che è nella norma, anzi è proprio inutile discuterne perché non esiste alcuna “normalità” e il solo porre la questione è atteggiamento “da fascista”.
Da cui deriva una distorsione ideologica della Realtà Concreta distribuita ossessivamente attraverso i media e una scuola progressivamente sfasciata nel nome di una millantata “Innovazione” [ 3 , 4 , 5 ... ] fortemente tecnologizzata che ha sostituito il “Progresso” di stampo socialista, e, quindi, si fa necessaria la soppressione degli individui che ancora usano il cervello, che oppongono resistenza intellettuale alla Deriva, e pertanto devono essere considerati alla stregua di dannati errori di Sistema da fare tacere con le buone oppure le cattive maniere.
Lo stato di avanzamento del degrado occidentale è ben visibile dando una semplice scorsa alla propria bacheca pubblica di FB. In occasione dell'8 marzo di quest'anno è stato impalcato il festival del Disagio mentale più sontuoso di ogni tempo, e ne scriverò come memoria storica del tempo tragico in cui viviamo.

Enea, il primo migrante ?


3 marzo 2019

Era Enea il primo migrante

[ ... ] Di fronte alle storie dei migranti il pensiero corre all’indietro a visitare le più belle pagine di Omero, che è il volto poetico cui è rivolto tutto l’Occidente ormai da millenni. Penso soprattutto alla sua epopea che da allora come ora continua a prospettarsi come storia non conclusa.
Perché? C’è una guerra ancora aperta ai danni dello straniero senza doverlo nascondere dietro a un dito: nel venirci in soccorso, la poesia epica ci ricorda che dalla fuga di Enea, primo extracomunitario in Italia, ne è venuta fuori la più bella storia di tutti i tempi. Tante volte ce lo dimentichiamo, già, eppure, il conflitto delle divergenze è in atto proprio come ci raccontano i versi chiaroscurali di Virgilio: 'Huc pauci vestris adnavimus oris. Quod genus hoc hominum? Quaeve hunc tam barbara morem permittit patria? Hospitio prohibemur harenae; bella cient primaque vetant consistere terra”' (traduzione: 'In pochi a nuoto arrivammo qui sulle vostre spiagge. Ma che razza di uomini è questa? Quale patria permette un costume così barbaro, che ci nega perfino l’ospitalità della sabbia; che ci dichiara guerra e ci vieta di posarci sulla vicina terra', Eneide, Libro I 538 e seguenti).

[ ... ].

Invece Concita


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1

E la “Sinistra” continua ad abusare i classici della letteratura occidentale, è proprio una compulsione.

Compulsione a ritagliare e incollare brani da qualunque opera, per inserirli nella chiosa sì-global e nel particolare filo-mass-immigrazionista.
Avevo segnalato lo stupro ( l'uso distorto e strumentale ) di Ulisse e dell'Odissea perpetuato da un liceo nel Biellese [ 1 ] e adesso è il momento dell'eroe virgiliano Enea,  fattaccio segnalatomi dall'oplita Lorenzo nei commenti a questo blog [ 2 ].
Nel poema virgiliano Eneide [ 3 , 4 ] specularmente all'Odissea si narra il pellegrinaggio di Enea e dei troiani superstiti dalla Guerra di Troia attraverso il Mediterraneo.
Fino alla spiaggia italiana, dove approderà, sposerà la figlia del re Latino, vincerà nel sangue un avversario e fonderà la stirpe romana destinata a imperare su molti Popoli dell'antichità.
Ancora una volta devo specificare la mia non contrarietà alla sperimentazione letteraria finalizzata ad un'opera di fantasia foss'anche ucronica ( per dire una modalità ) ma quando tale opera viene giocata come elemento nell'ambito della Politica le idee acquistano un peso specifico differente.

Waiting Man




Il video della performance dal vivo, nel programma Rock aus dem Alabama, 1982


Waiting Man

testo di Adrian Belew, musiche dei King Crimson

I come back, come back
You see my return
My returning face is smiling
Smile of a waiting man
I, I'll be home soon, soon, soon
Soon cry on your shoulder
Your shoulder against my burning tears
Tears of a waiting man

One two three four
One two three
I wait every moment
I wait, wait for my chance
I wait for my friend to say
Hello, you waiting man
Feel no fret, feel no fret, feel no fret
You can wait and feel no fret
And so I wait, so I wait, so I wait, so I wait

I return, face is smiling
Be home, soon cry on your shoulder
Tears of a waiting man
Every moment wait for my chance
My friend say hello, feel no fret, feel no fret
You can wait and I wait and I wait
And home I am

fonte


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Le ossessioni tendenti alla paranoia dell'Uomo post-moderno rappresentate nella fase minimalista e nevrotica dei King Crimson.

Il brano “Waiting Man” è stato pubblicato nell'album Beat ( 1982 ) [ 1 , 2 ] che è un concept album dedicato alla letteratura esperienziale on the road amerikana.
Ma questo pezzo riverbera le frenesie dell'uomo contemporaneo alla sua formulazione, con l'evidente influenza ritmica complessa ed incessante dei Talking Heads coi quali Belew aveva collaborato nell'album Remain in Light ( 1980 ).
Difficile rimanere indifferenti al ritmo trascinante, un buon caffè per il lunedì mattina.

Globaritarismo


Questo nostro dialogo socratico ... io convengo appieno con te, perché effettivamente oggi è in auge quello che io definisco la catechesi permanente del pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto, il quale ha come proprio obiettivo l'ortopedizzazione coatta delle masse in senso liberal-libertario, globaritario. Io definisco “globaritarismo” il nuovo totalitarismo della globalizzazione liberal, che è ben più totalitario di tutti quelli precedenti, nei quali se non altro vi erano dissenzienti che poi venivano puniti. Qui invece siamo tutti carcerari che amano, potremmo dire, di essere in catene e pensano di essere liberi [ ... ].
Diego Fusaro


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Se la Globalizzazione è l'insieme dei fenomeni culturali, lavorativi, sociali ... che costituiscono la vita nel Mondo Nuovo, il “Globaritarismo” è la somma della Globalizzazione con gli apparati amministrativi che promuovono tali crismi e sorvegliano l'andamento dei lavori in corso con diversi strumenti di controllo delle masse.

Strumenti psicologici e, nel caso occorra, fisici fino alla brutale e ultima soluzione della guerra, il reset che fa guadagnare doppio all'Élite ( distruzione e ricostruzione ) e riavvia il BAU laddove s'era inceppato per il declino fisiologico di ogni fase capitalistica. Siamo, oggi, osservatori diretti del declino dell'Europa Occidentale.
Pertanto ritengo che il neologismo usato da Diego Fusaro nella conversazione “L'illusione di essere liberi” con Marcello Foa [ 1 ] sia solido nel concetto e corretto nell'espressione linguistica.