Vivere e morire a Bologna




Deposito internazionale

La nostra città capace di accogliere i rottami umani e di coccolarli come bambini : artisti in crisi come Abel Ferrara che viene a trovare finanziamenti per i suoi ultimi film ed ovviamente si spara una serata al Bravo Caffé di via Mascarella (ci passano tutti, anche Beppe Grillo qualche mese fa si esibì come cantante blues).
Gene Anthony Ray (il Leroy Johnson di “Saranno Famosi”) che si diede alla vita bohémienne, ma anche
remainders della penisola come Vito Equatore (chiamato Shao-Lin dagli amici) che diventa il protagonista di un breve mockumentary ovvero un finto-documentario ...
Ho riproposto questo post di Walter di qualche tempo fa perchè penso sia piuttosto descrittivo dell'ambiente bolognese sempre più decadente ed apparentemente incazzato, ma forse vecchio ed eccentrico non chè compiaciuto di sè : ci si arrabatta, magari con qualche pezza al culo (vedi anche il progetto Umarélls di Danilo “Maso Vox” Masotti) però i
vips non lasciano la Grassa e ogni tanto ne arrivano dei nuovi (Luca Cordero di Montezemolo, Gloria Guida, Diego Abatantuono e la lista è parecchio lunga) per rieditare la nuova versione del classico evergreen “nobiltà e miseria”.
Gli hobbit bolognesi ci prendono gusto e si adeguano sempre, sia quelli nati qui che gli ultimi arrivati.
Ho solo una riserva sulla classificazione di Abel Ferrara : il maestro del cinema italo-amerikano francamente non mi sembra così cotto ...

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Walternight = Vivere e morire a Bologna

2 commenti:

  1. Sicuramente salviamo quel genio di Ferrara. Era solo una provocazione!

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  2. Allora mi tranquillizzo : Abel ha sempre inventato cinema con personaggi borderline e decadenti, c'entra senz'altro con gli altri nel tuo post, e con Bologna.
    Forse un piccolo motivo - se vi pare - d'essere fieri della nostra città, ed una conferma della tendenza bohémienne che ha preso 'sto coacervo di esistenze raminghe nel quale sono nato e mi sento naturalmente iscritto ... (anche se cambiare aria ogni tanto non fa male).

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