Javert è vivo




Hugo batte Simenon

Guardando i servizi dei telegiornali sull'ennesima stazione della personale via crucis di Alberto Stasi (altre tre perizie che lo scagionano, questa volta era la prova delle scarpe sulla scena del delitto ricostruita) sono combattuto tra sensazioni di pancia contrapposte.
La prima è il disgusto per una Giustizia itaGliana che mette in croce la gente per due lunghi anni, prima di dare una sentenza definitiva e - casomai - chiedere scusa.
Si è proceduto a torturare l'indagato/imputato al fine di estorcere la confessione : una procedura da Santa Inquisizione e irriverente i diritti umani ...
1) io l'Inquirente - pur privo di prove materiali e/o testimoni - faccio le mie deduzioni e ti reputo colpevole dell'omicidio ...
2) quindi ti metto in galera, ti torchio con decine di ore di interrogatori, ti vesso per più di 700 giorni, durante i quali i mass-media ti incidono sulla pelle la stigmata della colpa (te la porterai addosso per tutta la vita).
Insomma : cerco di farti crollare con questo stress psicofisico indecentemente (per un cosiddetto Paese civile) protrattosi nel tempo.
Mi viene da riflettere anche sul ruolo della tecnologia in ambito di indagine : può essere glorificata come un dio, quando è in mano a tali “estremisti religiosi” del determinismo ... e non tornare alcun dato significativo.
Con quali costi economici ?

...

Javert è vivo, e lavora alacremente (come sempre ha fatto nei decenni e nei secoli, d'altronde).

Hard fetish

La seconda sensazione è un'altra sfumatura di disgusto, stavolta morbosa e - in fondo - compiaciuta : l'attrazione per il giallo a fumetti in 3d ... l'ebbrezza della zoomata con la macro all'interno del caso, in connessione diretta e catodica.
Il dettagliamento dei particolari - dal sangue agli indumenti - nel plastico “alla Barbie” (da Cogne in poi) : lo sposalizio tra il genere (narrativo, figurativo) hard boiled e quello fetish.
Mi rimane la consapevolezza dei cannibali che siamo : trasformando in pop il fotomontaggio (di cattiva qualità) che la cugina Stefania Cappa commissionò ad uno studio fotografico, rimontandolo ancòra con personaggi celebri od autoscatti (nella foto : le bionde sono “assieme” a Fabrizio Corona)
Accadde anche per il ragazzo immortalato su una delle Twin Towers - si rivelò una fake - e poi con il Berlusconi in versione papino.
Con questa tecnica, riusciamo a metabolizzare la morte che in grandi dosi quotidiane ingurgitiamo dai mass-media.
Ed è probabile che anche il primo fotomontaggio voluto dalle due ragazze, fu un'elaborazione (legittima e salutare) della morte violenta di Chiara Poggi (le venne fracassata la testa).

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Sul titolo

Simmetrie tra letteratura e realtà materiale : ne “I miserabili” di Victor Hugo, Javert è l'investigatore che perseguita con tenacia il protagonista Jean Valjean (che nell'ultima riduzione televisiva è interpretato da Gérard Depardieu : nel cast sono presenti anche Giovanna Mezzogiorno e Asia Argento).
E la lungaggine delle indagini e del processo sul fattaccio di Garlasco è senz'altro più consona ai feuilleton e ai robusti romanzi dell'800, che non ad un giallo moderno risolto con
deduzioni fulminee (ed un crollo emotivo altrettanto rapido del sospettato, che ammette il delitto).

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Links

Ragazza morta in casa nel Pavese : uccisa con un forte colpo alla testa = il primo articolo del serial “Omicidio di Garlasco”, pubblicato su Repubblica.it

Il delitto di Chiara Poggi a Garlasco = scheda in “Delitti imperfetti”

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