Rhino(s)




Ieri

La luce.
Talvolta ricordo la luce.
Talvolta ... non esistono parole per descrivere la luce.

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E' passata una decina d'anni da quel pomeriggio afoso in cui, pigro e indolente a tutto il resto, ravanando tra i libri d'occasione ad una bancarella in Piazza Aldrovandi (quale coincidenza ...) trovai una raccolta di tavole riprodotte su buona carta, e pubblicate da Franco Martella Editore : l'opera incisoria di un maestro tedesco, operativo a cavallo tra i secoli XV e XVI.
Prezzo stracciato : più o meno 10 euro.
Mi colpì l'espressività immediata (tanto che ricontestualizzando l'autore, oggi lo potremmo definire senz'altro un ottimo fumettista) ... e la cura dei particolari, nelle opere più elaborate, mi ricordò quell'artista mio concittadino e mai sufficientemente apprezzato, ch'è stato Roberto Raviola in arte “Magnus” [ cfr. : “Le femmine incantate”, Granata press (1990) ].
Uno studio anatomico (alle pag. 182 - 195), un carro trionfale (pp. 318 - 324) ... ma, soprattutto, venni rapito dalla bellezza di un animale esotico (pag. 382) già scelto per la copertina cartonata del volume.

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Oggi

Per qualche giornata, a Bologna, è stato possibile ammirare due interpretazioni alternative della celebre stampa xilografica (clichè intagliato nel legno) di Albrecht Dürer, raffigurante un rinoceronte indiano [ 1 ] (l'unica delle specie sopravvissute ad avere un solo, grande corno).
Alla galleria “Fragile Continuo” - da pochi giorni ribattezzata “eLaSTiCo” [ 2 ] - il ricamo su tela di Arianna Fantin [ 3 , 4 ].
E alla “Tedofra” [ 5 ] la coppia di sculture in terracotta di Claudia Cuzzeri.
Prima di proseguire, è necessario spendere due parole sul soggetto, insolito sia nel repertorio dell'incisore, che nella produzione artistica del periodo (primo '500).

1

Il destino dell'animale biologico che divenne l'archetipo europeo per l'intera sua famiglia [ 6 ] fu piuttosto triste.
Catturato nel subcontinente e quindi donato dal sultano Muzafar II al Governatore delle Indie portoghesi, venne trasportato a Lisbona (dove arrivò il 20 maggio 1515) per crescere il prestigio del serraglio reale. La possente bestia fece clamore : fin dai tempi dell'Impero Romano non se ne erano più visti, alle nostre latitudini.
Successivamente, venne inviato al papa Leone X quale corredo diplomatico al fine di mantenere i buoni rapporti e le sovvenzioni erogate per la cristianizzazione delle terre “barbare” conquistate nelle Indie, ma il vascello che lo trasportava naufragò passando attraverso lo stretto di Porto Venere (La Spezia), nel mezzo di una tempesta terribile : nessuno liberò il povero animale, ch'era incatenato nella stiva, cosicchè non potè nuotare ... e morì affogato (verso la fine del gennaio 1516).
Ripescato al largo della provenzale Villefranche-sur-Mer e riportato cadavere a Lisbona, venne impagliato, ed il feticcio così conciato raggiunse finalmente Roma ... ma sparì, preso dai Medici o distrutto nel sacco del 1527.

2

Nell'arte [ 7 ] è diventato il rinoceronte per antonomasia.
Durante la cattività lusitana, alcuni osservatori descrissero l'animale ai loro corrispondenti sparsi per il Vecchio Continente : il Dürer, che s'era sistemato nella comunità dei commercianti portoghesi di Antwerp (città belga), potè visionare una della lettere spedite da Lisbona, consistente in un testo ed una rozza bozzettatura del “prodigio”.
La sua opera è di straordinaria accuratezza, non mancando di imprecisioni (forse dovute all'eventuale vestizione, per una sfida feroce con un giovane elefante), e di bellezza estetica “moderna”, che noi posteriori potremmo definire addirittura cyberpunk : un corpo metà-biologico e metà-meccanico, sezionato in parti nette di armatura rivettata, un corno supplementare sul dorso - detto “il corno del Dürer” - ad accentuarne l'inclinazione aggressiva, una peluria sotto la mascella a sottolineare la natura bestiale dell'essere fiero e quasi arcano.
Incute timoroso rispetto.
E non è difficile immedesimarsi negli sbalorditi osservatori del tempo, ammirandone una versione virtuale sul diplay del computer o nell'ambiente di uno spazio espositivo materiale.

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E più attinente al mondo fantastico, che non a quello naturale, è stata la colorazione di una tavola nella collezione del naturalista Ulisse Aldrovandi [ 8 , 9 ] che è visibile all'interno di una sezione del blog “Poemas del Rio Wang”, dedicata alla “rinocerontologia” [ 10 ].
La biologa, naturalista e scultrice Claudia Cuzzeri [ 11 ] s'è ispirata a questa versione “bolognese”, apportando alcune modifiche personali al soggetto [ 12 ] : il secondo corno sul muso, ch'è di dimensione più lunga (come nel rinoceronte nero), ed un cucciolo di buon auspicio ...
Per una felice permanenza della specie - già temprata dai millenni - nell'immaginario dei creativi e dei fruitori d'arte.

...

(auguri).

Links

Rhinocerology, or power of images = sezione del blog “Poemas del Rio Wang”

the Rhino Resource Center = sito dedicato al perissodattilo

Filo di Arianna = post del Bufalo

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