I ragazzi dei Gardens





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Ci sono state due bande di ragazzini dai 14 ai 18 anni, 200 - 250 cinni divisi grosso modo in più benestanti ( bolognesi da più generazioni ) e un po' meno benestanti ( bolognesi da 1 - 2 generazioni ) che si sono bussati ( gergale locale per “picchiati” ) ai Giardini Margherita di Bologna, il 13 settembre appena trascorso [ 1 , 2 ].
Anzi, si dice ai Gardens ...
seguendo una tradizione filo-anglofona che si rinnova da generazioni : curiosamente, il capoluogo più comunista d'Italia è stato dal Dopoguerra una terra ricettiva e fertile per la cultura americana, dalla School of Advanced International Studies della Johns Hopkins University agli sport d'importazione ( basket, baseball, football americano ).
Le scintille sarebbero scaturite nel www e in un sito sociale di nome Ask.fm [ 3 ] ma certi fenomeni maturano nel corso del tempo.






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La rissona si sarebbe organizzata nella realtà virtuale, su una pagina di coordinamento intitolata “la Vera verità di Bologna” ( ora chiusa ) e il cui gestore - il “regista” ? - è ignoto.
Danilo Masotti aka Maso Vox è stato intervistato dal Carlino Bologna [ 4 ] ed ha smussato i termini della faccenda ( poi ne ha scritto sul suo blog ne “il Fatto Quotidiano” on-line [ 5 ] ) e c'è stata una bella chiacchierata sul mio wall faccialibresco [ 6 ].
I mass-media mainstream hanno operato ( come al solito ) la personalizzazione del net ( come fosse una persona in carne-ed-ossa anzichè uno strumento tecnologico ) e quindi la demonizzazione degli strumenti informatici in genere ( per la soddisfazione di pancia delle generazioni escluse dal digital divide ) ... e tratteggiato la contesa in termini più romantici ed estremi ( benestanti contro poveri ) che non esistono ancòra ( cioè non sono tornati ... chissà tra qualche anno ...
o mese ).
Una roba alla “I ragazzi della 56° strada”, film divistico di Francis Ford Coppola ( 1983 ) [ 7 ].
Per il momento, e una settimana dopo il fatto di cronaca, le voci che mancano all'appello mediatico sono proprio quelle dei ragazzi della rissa che, come ricorda il Cousin Albert, sono abbastanza smagati da non lasciare tracce nella rete “in chiaro”.
Si dice nativi digitali.






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Resta da chiarire chi ha creato la pagina sul social net e acutizzato l'acredine, fino al confronto fisico massivo tra i gruppi di giovani.
C'è stato un regista occulto, oppure la rete del fatto è stata una peer-to-peer di molti cervelli ?
Il Belpaese ( inclusa la città di Bologna ) è un laboratorio di sperimentazione sociale.

( nel frattempo, mi sono fatto un account su Ask [ 8 ], che dalla faccenda ha ricevuto una notevole pubblicità gratuita ).

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3 commenti:

  1. I ragazzi della via Pal.

    Preferisco che si bussino piuttosto che facciano i vandali.

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  2. masssìììì,
    chiudiamoli in un'arena e che si picchino, visto che la cosa li diverte tanto.

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  3. Aò.
    Bisognerebbe migliorare la scuola, come suggerisce l'amica Maja Mann, nel senso di integrare e veicolare positivamente le energie competitive ( genericamente definite aggressive ) dei ragazzi ?

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    Intanto, l'ultima notizia sul Carlino Bologna ( letta stamattina ) dice di una baby gang di una dozzina di cinni figli di migranti ecuadoregni, che hanno devastato automobili, cassonetti, 1 bar, 2 cittadini accorsi a calmarli ...
    durante un "tour punitivo" partito dalla Lunetta Gamberini.
    Uhm.
    Integrazione ( anche delle energie, come scrivevo sopra ) che funziona !

    ^_____^

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