Le abitudini digitali a 0039





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Ancóra un articolo su la Repubblica on-line del 3 dicembre [ 1 ] mi ha portato alla lettura di questa sintesi del rapporto Deloitte sulle abitudini digitali degli “italiani” alle prese con gli smartphone : “Global mobile survey | Deloitte Italy | TMT - Sempre attaccati al cellulare: dalla mattina alla sera in attesa di notifiche” [ 2 ].

{ il rapporto completo in formato PDF è leggibile e/o scaricabile qui : “Global Mobile Consumer Survey 2015: la prospettiva italiana - Smartphone: passione italiana senza età” [ 3 ] }.
Consiglio la lettura a tutti gli utenti che passano di qua, è qualcosa che riguarda tutti i cittadini.
Perché – fuori di retorica – è vero : siamo tutti cittadini della rete digitale, qua dentro.

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La compulsione nell'uso della protesi fisica che per molti di noi è lo smartphone, è performance e cifra di un Presente che sfugge, tra un Passato mistificato e un Futuro imperscrutabile ma senz'altro cupo ( nelle teste dei senzienti ... poi ci sono i dementi ).
Ci si aggrappa, come un naufrago ad una tavola di legno nel mezzo del disastro in corso, al cyberspazio ... cercando di trarre soddisfazione dal controllo del proprio spazio virtuale-esistenziale e dalla difesa del perimetro che lo separa dal resto del mondo :


Sempre attaccati al cellulare: dalla mattina alla sera in attesa di notifiche

La Survey Deloitte 2015 non solo conferma che gli italiani sono i primi d’Europa a controllare il cellulare appena svegli (con il 70% delle preferenze) ma evidenzia un nuovo primato: siamo in vetta alla classifica europea per numero di intervistati che controlla il cellulare nei 30 minuti che precedono il momento di addormentarsi, con il 63% delle preferenze.

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La stragrande maggioranza degli italiani (il 68%) dichiara infatti di controllare il cellulare pur non avendo ricevuto alcun avviso di notifica in arrivo. Nella classifica europea, precediamo la Spagna con il 63%, la Francia (62%), l’Inghilterra (61%) e la Germania con il 48%.

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Però – saltando al pragrafo dedicato all'IoT – gli italiani sono anche primi in Europa per disponibilità a condividere le proprie informazioni con le aziende.
Il resto è una diretta e drammatica conseguenza che accade “all'improvviso”, come un corpo contundente :


I dati evidenziano, infatti, che gli italiani, seguiti dai polacchi, sono i primi in Europa per un uso estensivo e a volte improprio del cellulare trasgredendo ad esempio alle norme del Codice della Strada o alle norme non scritte della buona educazione: usano il cellulare quando sono in compagnia degli amici (74%), in riunione (42%) o mentre sono alla guida (20%), senza valutare gli impatti che questo ha su educazione, produttività e sicurezza.
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In questo quadro, viene poi stigmatizzato il traino delle generazioni più giovani sugli altri segmenti di età, fino agli over 65.
In particolare, il progressivo abbandono delle funzioni voce ed sms in favore di WhatsApp e dei social.
Il successivo paragrafo è la chiara esposizione della Semplificazione in atto ( che a 0039 procede celermente, più che negli altri Paesi europei e in chiave di fuga dalla Realtà Materiale, come esibito qua sopra ), di cui ho discusso tante volte con gli amici nei commenti di questo blog e dei loro :



Il predatore digitale: il cellulare sostituisce gli altri oggetti

Con la diffusione capillare dello smartphone, oggetti fino a qualche anno fa utilizzati quotidianamente sono completamente caduti in disuso: al primo posto in classifica fra i dispositivi in via di estinzione a causa dello smartphone troviamo la macchina fotografica, il 60% degli italiani preferisce utilizzare il telefonino per scattare foto (+15% rispetto alla media europea).

Anche PC e tablet potrebbero essere presto soppiantati dal telefonino. Un italiano su tre, infatti, identifica nello smartphone lo strumento più adatto per controllare i social network, leggere le news online e fare ricerche su Internet.

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Confrontando le percentuali italiane con quelle del resto d’Europa, emerge che gli italiani sono ben al di sopra della media europea per l’utilizzo dello smartphone per fare ricerche online (+39%) o leggere le news (+30%) e sono primi in classifica nel preferire il cellulare a PC e tablet per controllare i social (+40% rispetto alla media EU).
Arriva inaspettato il primato italiano sui video se consideriamo che mai prima d’ora una percentuale così elevata di intervistati (+250% rispetto al 2014) aveva dichiarato di utilizzare il cellulare per guardare brevi filmati: l’Italia si posiziona infatti al primo posto in Europa nell’utilizzo dello smartphone per guardare brevi video con un livello di preferenza pari al 28% degli intervistati e un distacco rispetto alla media europea del 64%.

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E' una preferenza per cosa ?

La preferenza per i dispositivi mobili così come sono congegnati oggi : l'Imbuto della tecnica d'uso dei dispositivi, l'amputazione della prassi e la sua riduzione a pochi tasti touch da pigiare come scimmie.
=
Regressione palese.

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E sotto ?
Inquietudine, mal di vivere, e una frenetica pulsione a evadere da una Realtà Materiale idilliaca secondo la chiosa del Sistema – ripresa a caratteri grandi e in grassetto dalla Sinistra – che però nasconde un Male non bene definito : c'è un problema ...
che fare ?
Guardiamoci un video imbecille di 30 secondi, e per 30 secondi l'infelicità passerà.

Ma su un dispositivo appena uscito, però ( compulsione consumistica sempre accesa ) :


Identikit del consumatore digitale: l’italiano è differente

L’Italia presenta la più alta percentuale di consumatori in Europa che dichiara di comprare sempre l’ultimo modello di smartphone perché è appena uscito (8%) o perché piace di più di quello posseduto (36%). Siamo, invece, tra gli ultimi paesi in cui si acquista un nuovo cellulare per effettiva necessità: solo il 28% attende che quello vecchio si rompa prima di comprarne uno nuovo.

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2 commenti:

  1. Anche gli scatti di rabbia viscerale del pupo, imprevedibili e di virulenza inattesa, tornano talvolta utili al Sistema.
    Che ha le info, e la bottoniera tipo “arcade” in mano.

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  2. I dispositivi elettronici dovrebbero essere un mezzo e non un fine.
    E' che le persone non sono abituate a darsi regole, a scegliere, a pianificare, etc. Proprio perché sono subdolamente educati a non farlo.

    In effetti anche io sono diventata adulta (o quasi) tardi. A 30 anni ero ancora bambina, ora lo vedo. Sono diventata adulta (o almeno spero!) nella testa parallelamente al diventare madre.

    Non c'e' nulla da dire, occorre combattere per ostacolare la manipolazione, chissa' se saro' in grado di farlo per me e i miei figli...

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