La banda e il giardino


Di notte entrano scavalcando auto e panchine e spaccano quello che trovano, lucchetti, sedie, tavoli. Sono bestie immonde quelle che devastano di notte il Giardino di San leonardo mentre ogni giorno noi cerchiamo di tenerlo in modo decente. Non c'è nessuna politica, non c'è alcuna ideologia riconducibile a forme, per quanto estreme, di razionalità. Noi rimettiamo il lucchetto al deposito di attrezzi, sistemiamo il sistemabile e andiamo avanti, ma sappiamo che coloro che hanno preso a botte l'insegnante dell'Aldini, sono gli stessi che ci sputano addosso quando impediamo loro di accendere i fuochi o di spacciare eroina. Sono un gruppo di giovinastri dallo sguardo truce. E' bene che le forze dell'ordine si sveglino e vengano a dare un'occhiata.
Otello Ciavatti


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Conosco bene le vicissitudini del giardino pubblico San Leonardo [ 1 ] perché per 10 anni ho abitato in una stradina non lontana nel centro storico di 051, e i problemi di quel piccolo spazio verde arrivavano al bar dove facevo colazione, l'indomani.

La figura della signora Anna – la custode del giardino che è stata brutalmente picchiata nel dicembre scorso, bacino e costole rotte, 89 anni [ 2 ] – mi era familiare.
Trattasi di 5 delinquenti importati dal “gioioso” Maghreb che qualche giorno fa hanno pestato a sangue un anziano professore delle Aldini in pensione che li stava sgridando per il chiasso che facevano, e puntualizzo il dato non per sostenere il sillogismo che porta alla conclusione “tutti i maghrebini sono delinquenti”, ma per completezza di una cronaca che partecipa a una corposa casistica : [ 3 ].

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