Cecenia e diritti LGBT


Mosca, arrestato e rilasciato Yuri Guaiana: voleva consegnare le firme contro violenze sui gay in Cecenia

L'ex segretario dell'associazione Certi Diritti è stato fermato dalla polizia russa insieme ad altri quattro attivisti russi. Volevano portare alla procura generale due milioni di firme contro le violenze sugli omosessuali. "Consegnerò via mail le firme appena tornato in Italia"

Arrestato a Mosca, rilasciato dopo poche ore e di ritorno in Italia. Si conclude così la vicenda giudiziaria che ha coinvolto Yuri Guaiana, difensore dei diritti Lgbt ed ex segretario dell’associazione Certi Diritti, fermato questa mattina dalle forze dell’ordine russe insieme ad altri quattro attivisti locali. Sono Alexandra Aleksieva, Marina Dedales, Nikita Safronov e Valentina Dekhtiarenko. Ora tutti liberi. Volevano consegnare al procuratore generale i due milioni di firme raccolte contro le torture e gli abusi subiti dai gay in Cecenia. “Sono appena stato rilasciato, adesso sto correndo in albergo su una macchina messa a disposizione dal consolato che ringrazio per l’assistenza, faccio i bagagli e cerco di uscire il prima possibile dal Paese, che è fondamentale, perché c’è un processo a mio carico”, ha detto all’Ansa subito dopo il suo rilascio. I reati contestati sono quelli di manifestazione non autorizzata e di resistenza a pubblico ufficiale. “Cosa assolutamente non vera”, si difende Guaiana [ ... ].

il Fatto Quotidiano


1

La perorazione di una causa politica consta della forzatura alle prassi del Sistema, lo sappiamo e ce lo aspettiamo.

Però quello che non deve sfuggire è l'usuale imbastitura di una strategia mediatica volta a definire in termini succinti i contorni del fatto – il frame [ 1 ] – da parte di molte fabbriche dell'informazione, per fare poi passare un messaggio univoco e indiscutibile.
Ha fatto scalpore sui mass-media e nell'opinione pubblica la notizia dell'attivista “italiano” per i diritti LGBT che è stato fermato a Mosca al momento di forzare l'ufficio del Procuratore Generale [ 2 ] per consegnare un pacco con le firme di una petizione a supporto dei diritti dei gay nella Repubblica di Cecenia [ 3 ].
Ora, credo che questa persona – tale Yuri Guaiana – sappia il fare suo : sta sulle barricate da un pezzo e non è la prima iniziativa del genere cui ha partecipato.
Ma il supporto mediatico quasi unanime dei media “italiani” – sostenuto da una ignoranza cosmica sull'essere della Federazione Russa, ignoranza che è condivisa da decine di milioni di “italiani” che sono affetti da russofobia e l'anello si chiude – merita di essere analizzato.

2

Parlare con il Procuratore Generale della Federazione Russa non è come andare dal medico di famiglia, sedersi, prendere il numerino e aspettare il proprio turno per il colloquio che senz'altro verrà, con un po' di buona pazienza.
Per parlare con il Procuratore Generale della Federazione Russa bisogna prendere un appuntamento, che in questo caso non c'era.
Ed i cinque hanno insistito nella loro intenzione, trasformando l'occasione in una manifestazione politica non autorizzata e in una notizia mediatica : le regole della comunicazione e della costruzione di un evento mediatico ci dovrebbero essere note.
Da cui il fermo di polizia.
Da cui l'inchiesta giudiziaria ( non mi risulta che la vicenda giudiziaria sia stata già conclusa, al contrario di quanto scrive il Fatto ).
Fermo ed inchiesta ci sarebbero stati anche in un qualsiasi Paese occidentale, qualora Guaiana ed amici avessero tentato di forzare la regolare attività di un Ministero od altra massima autorità.
Però Yuri Guaiana ha avuto la possibilità di lasciare tranquillamente Mosca : ha beneficiato di un trattamento decisamente morbido.

3

Poi.
Alla base della riuscita di quest'operazione propagandistica eseguita nella Terza Roma, c'è la convinzione che la Russia sia un Paese come la “Italia”, la Germania, la Francia, la Spagna ... nei quali la massima autorità locale è un dipendente che esegue la volontà dello Stato.

Errato.
La Federazione Russa è un impero sterminato per territorio e numero di popoli che vi co-abitano : 160 etnie diverse e 100 lingue compongono il colorato mosaico euro-asiatico.
Tra queste, c'è la comunità cecena : si tratta di montanari musulmani, fortemente tradizionalisti ( che applicano alla lettera alcuni brani del Corano ), per i quali la sodomia è un peccato mortale.
Il Cremlino potrebbe avere un controllo diretto e totale su ciascuna delle provincie incasellate nell'impero con varie forme amministrative – repubblica, città federale, oblast', kraj, okrug [ 4 ] – solo esercitando una dittatura come quella sovietica, ed usando quegli strumenti persuasivi di gestione delle masse. In particolare, Stalin ebbe ragione dei ceceni solo deportandone i maschi rivoltosi nei vari gulag : ma questo, oggi, sarebbe pure un metodo inaccettabile per le belle anime che in Occidente non perderebbero l'ennesima occasione per protestare contro V. V. Putin.
Ma i ceceni odierni sono fedeli al Cremlino : che non significa “assoggettati”, “sottomessi”, ma sussiste un concreto ed importante do ut des tra Mosca e la famiglia Kadyrov.

4

Chi è Akhmad Kadyrov ?



Akhmad Abdulkhamidovič Kadyrov (in russo: Ахмат Абдулхамидович Кадыров?; Karaganda, 23 agosto 1951 – Groznyj, 9 maggio 2004) è stato un paramilitare e Gran Mufti della Repubblica cecena di Ichkeria durante e dopo la prima guerra cecena e Presidente della Cecenia in seguito alla seconda guerra cecena [ ... ].

All'inizio della Seconda Guerra Cecena, Kadyrov decise di abbandonare il fronte indipendentista ceceno ed offrì la propria collaborazione alle forze russe, adducendo come motivazione la presenza di troppi seguaci della dottrina wahabita e troppi mujahedin stranieri tra le milizie separatiste che, secondo lui, avevano trasformato la guerra in nome del nazionalismo ceceno in una guerra religiosa. In conseguenza di ciò, fu immediatamente estromesso dalla carica di Gran Mufti dal nuovo Presidente Aslan Maskhadov, anche se Kadyrov non accettò mai tale decisione. Rassegnò invece le proprie dimissioni alcuni mesi dopo, per intraprendere una carriera politica laica.

Quando, nel luglio 2000, la Russia riacquistò il controllo della regione, Kadyrov fu nominato capo della nuova amministrazione provvisoria dal leader russo Vladimir Putin [ ... ].

Wikipedia


Chi è Ramzan Kadyrov ?


Ramzan Achmadovič Kadyrov (in russo: Рамзан Ахмадович Кадыров?; Tsentoroy, 5 ottobre 1976) è un leader paramilitare della Cecenia, attuale Primo Ministro reggente e presidente della squadra di calcio del Terek Grozny [ ... ].

È figlio del politico Akhmad Kadyrov, già Presidente della Repubblica Cecena. Dopo l'assassinio di suo padre il 9 maggio 2004, Ramzan Kadyrov è stato nominato Vice Primo Ministro della Repubblica Cecena. Nel dicembre 2005, dopo che il Primo Ministro Sergei Abramov è stato coinvolto in un grave incidente stradale a Mosca (incidente che non sarebbe stato provocato da un atto terroristico), Ramzan Kadyrov è divenuto il Primo Ministro ceceno reggente.

Come capo del Servizio di Sicurezza Presidenziale Ceceno, Kadyrov è stato spesso accusato di essere brutale, spietato e antidemocratico; per la stampa, è implicato in numerosi casi di tortura e omicidio. L'associazione tedesca per i diritti umani Associazione per i Popoli Minacciati (GfbV) ha affermato che fino al 70% di tutti gli assassinii, stupri, rapimenti e casi di tortura in Cecenia sono stati commessi dall'esercito privato agli ordini di Kadyrov, la forza di sicurezza interna conosciuta come Kadyrovtsy (Kadyroviti), composta da 3000 uomini [ ... ].

Wikipedia


Il rapporto sussistente tra il Cremlino e la Cecenia, oggi, mi sembra abbastanza simile a quello del vassallaggio dei Regni periferici ai tempi dell'Impero Romano [ 5 ].
Il giovane Ramzan Kadyrov sorveglia il proprio territorio onde prevenire il riformarsi di focolai jihadisti che potrebbero incendiare la regione caucasica nel nome di un Emirato Caucasico dichiarato dai ribelli in esilio [ 6 ] e in cambio amministra la Repubblica Cecena con la massima autonomia, come un regno personale.

5

Detto questo.

Un'azione per i diritti LGBT in Cecenia deve basarsi sulla discussione dei diritti LGBT nella cultura islamica, e quindi nelle comunità islamiche tra le quali la cecena ( ed aggiungo che si potrebbe anche rompere i coglioni ai tanti calciatori che in questi anni si sono prestati alle manifestazioni sportive organizzate da Ramzan Kadyrov [ 7 ] ).
E' un'azione di vasto raggio, sottile e non brevilinea, ed un eventuale risultato positivo necessiterà di parecchi anni per essere conseguito su larga scala : l'omofobia è radicata nell'Islam, per cambiare questa impostazione bisogna cambiare l'Islam.
{ che si vorrebbe, altrimenti : che i russi trattassero i ceceni con un “intervento umanitario” a base di “bombe intelligenti” ?
Il ritorno alla deportazione di massa di memoria sovietica ? }.
Faccenda spinosa, perché mette in risalto il paradosso dell'azione politica della Sinistra arcobaleno nella “Italia”, secondo la quale è auspicabile anzi moralmente doveroso rinchiudere nello stesso recinto il lupo e l'agnello, doveroso a prescindere secondo il leader Nichi Vendola che tante volte dal palco ha strillato un “abbracciamo i nostri fratelli musulmani” [ 8 ].
Ma piuttosto che lavorare sull'omofobia islamica ch'è già presente in Occidente e nelle periferie di tante città europee, si preferisce eseguire una provocazione immediata a Mosca, diretta a V. V. Putin che prontamente viene additato al popolo bovino ( ignorante di cosa sia la Federazione Russa ) attraverso i mass-merda occidentali.
Perché questo è il risultato pratico dell'azione di Yuri Guaiana ( oltre a un tornaconto di visibilità e autorevolezza personali ) : rafforzare la configurazione del nemico russo

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