Requiem


My requiem

Light
Blistering, so bright
Re-align my core
Lenses open wide
Coming into form
The imprint of a life

Too late you’re calling out my name
To raise me up out of my grave
Alive in memory I’ll stay
If you shun these waters where I lay

Night
Curtains coming down
Into the shade I stray
Losing all I’ve found
To my own dismay
My season has come to an end

Too late you’re calling out my name
To raise me up out of my grave
Alive in memory I’ll stay
If you shun these waters where I lay

Leave me to rest
To drained to rise
To try to detect
Any light at the end of the tunnel…

Too late…

[ testo ]


1

{ ho ritrovato la bozza per caso, ed ecco il “saldo del debito” contratto nel gennaio dell'anno scorso }.

Questo album è uno dei miei ascolti invernali preferiti, ed ha una storia particolare.

Si era appena concluso l'anno maledetto della musica mondiale che cominciò nel dicembre 2015 con la dipartita di Lemmy Kilmeister [ 1 ] e proseguì per tutto il 2016 con una mattanza di musicisti più e meno noti, non solo big dell'industria musicale come David Bowie [ 2 ], Keith Emerson ... George Michael [ 3 ] ed altri [ 4 ].
Di Lei i mass-media mainstream non parlarono.




“Hour of the Nightingale” ( 2016 ) è ascoltabile su YouTube.


2

Scoprii sul Tubo l'album “Hour of the nigthingale” [ 5 ] e rimasi incantato dalla voce femminile, da quel modo particolare di cantare ( tanto più in un genere urlato come il metal ).
Cercando info sul gruppo, rimasi impietrito nell'apprendere che il pregevole lavoro era un maestoso epitaffio : la voce della cantante e compositrice di origine sudafricana Aleah Liane Stanbridge [ 6 , 7 ] – Julia Liane Stanbridge secondo Discogs [ 8 ] – cantava davvero il suo personale requiem, come dichiarato esplicitamente nel titolo del primo brano.
Quella non era una messinscena ad effetto dark, non era recitazione meramente estetica.
Ascoltavo la liturgia funerea di una splendida donna che era mutata a 39 anni di età.







Aleah Stanbridge.


Assieme al compagno di vita e poli-strumentista finlandese Juha Raivio – con cui aveva già collaborato in alcuni brani dei finlandesi Swallow the sun [ 9 ] – aveva formato a Örebro ( nella Svezia centrale ) [ 10 ] il cuore del progetto metal Trees of Eternity ( gli Alberi dell'Eternità ) [ 11 , 12 , 13 , 14 ... ].
Un EP pubblicato nel 2009 ( “Black Ocean” ) con quattro tracce che sono poi confluite, remixate, nel primo-e-ultimo album nel 2016 : un male incurabile ha chiuso l'esperienza materiale della donna in questa dimensione, e l'album è una celebrazione del mistero della vita e della morte.

3

Non c'è bisogno di gridare, per cantare il metallo.
Ho ascoltato tante volte questo album taggato con atmospheric doom metal : la solenne apertura “My requiem” dichiara le ambizioni del progetto marcato dallo stile sussurrato di Aleah sulle trame del compagno, sensibile nel pesare l'intensità dei riff nei crescendo che sono una cifra dell'opera, i riverberi e le cortine metalliche. Cantare la soglia tra la Vita e l'Oltre – implicitamente anche del mondo sensibile e di quello interiore – nell'elaborato mausoleo sonoro costruito da un uomo per la sua amata.

Le collaborazioni vocali sono due : Mick Moss degli Antimatter, e Nick Holmes dei Paradise Lost.
La tensione è mantenuta fino alla dolce ballata “Sinking Ships” che precede il lungo ( quasi 10 minuti ) ed oscuro brano di chiusura “Gallows Bird” che consta di un confronto con il personaggio interpretato da Holmes, e la cui ultima strofa sostenuta da un arpeggio di chitarra acustica ri-apre, ed è consolatoria :


[ ... ]

As I bear you on board
A circle is formed
Horizon to horizon
Life begins where a journey ends

[ testo ]


4

Siamo nelle brume nordiche, nella magia di terre boschive e massicci castelli che trattengono antichi segreti : la copertina tolkeniana dell'album è un perfetto accessorio alla musica.
 



Un fan del progetto si è fatto tatuare una versione personalizzata della copertina sul braccio.




La copertina dell'album.


5

Dopo.


Juha Raivio ha costruito il progetto Hallatar [ 15 , 16 ] con il batterista Gus Lipstick ( ex-HIM ) e il cantante degli Amorphis, Tomi Joutsen.
Il gruppo ha prodotto “No stars upon the bridge” ( 2017 ) [ 17 , 18 ... ] : una elaborazione del lutto [ 19 ] basata su brani e poesie lasciate da Aleah ( di cui è stata utilizzata una traccia vocale dal materiale registrato per ToE ) musicati da Juha.




“No stars upon the bridge” ( 2017 ) è ascoltabile su YouTube.


{ a proposito della copertina : i cigni sono noti per essere animali monogami, e stabiliscono legami che durano anche tutta la vita [ 20 ] }.

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