Balle


The greatest showman

I sogni servono per creare il mondo che vogliamo.

È la storia di un uomo eclettico che se la canta e se la suona; imbonisce il prossimo come pochi altri al mondo; è un visionario, un sognatore, un piazzista, un affabulatore; un romantico, un idealista, un filantropo.

No: non è Berlusconi.

È la storia di Phineas Taylor Barnum, folkloristico quanto controverso personaggio di fine 19° secolo.

I martoniani erano preoccupati per il paventato risvolto politico del film: Berlusconi è il peggior nemico che il Male abbia mai potuto eleggere a proprio paladino; i millennials... non sono mai preoccupati, loro: al più, addiverrebbero alla conoscenza di un personaggio storico altrimenti estraneo al loro universo definito da youtubers e videogame. Entriamo. Vediamo.

Il rischio della deriva socio-politica, ahimé, è però sempre presente nei film usa & getta: il claim del momento prevede forte interessamento per l'integrazione del diverso nel tessuto sociale stabilizzato. Guardiamo lontano.

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Integrazione, idealmente. Con la particella 'dis' posta davanti nel mondo reale.

E comunque è questo il primo punto a favore del film: chiunque si sia sentito diverso e non accettato nella società, troverà facile immedesimarsi negli eroi di questo lungometraggio.

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Stefano Borzumato

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1

Il musical è un genere che m'ha fatto sempre cagare. Quindi, a prescindere, non avrei mai pagato il biglietto del cinema per vedere “The greatest showman” [ 1 ].

E la recensione dell'amico Borzum [ 2 ] sul blog Da Rospo a Principe mi ha confermato l'alta tossicità del film.
E', tuttavia, un'opera significativa e da conservare, magari studiare, perché testimonia la riscrittura della Storia operata da Hollywood – il Ministero della Propaganda del Paese vincitore della Seconda Guerra Mondiale, gli Usa, epicentro dell'Impero Occidentale – questa volta in chiave arcobaleno : l'impresa di Phineas Taylor Barnum [ 3 ] è stata depurata dal cinismo che lo spingeva a sfruttare biecamente le sventure degli scherzi di natura e inventare reperti, personaggi, anomalie fisiche e storie false che, oggi, potremmo definire le fake news del suo tempo.

2

Consiglio un paio di articoli in lingua inglese :


Hugh Jackman’s new film celebrates PT Barnum – but let’s not airbrush history

The actor has painted the protagonist of The Greatest Showman as a cheerleader for outsiders, but the 19th-century impresario found fame by exploiting circus ‘freaks’

Everyone loves a good circus movie, and everyone loves Hugh Jackman. His forthcoming PT Barnum musical, The Greatest Showman, looks to be a timely celebration of outsiderness and inclusivity, with its bearded women, tattooed men, little people and conjoined twins. “His belief was what makes you different makes you special,” Jackman has said of Barnum. “You can be discriminated for that but if you own up to it and we start to embrace everybody then it can be what makes life special and fantastic.”

The problem is, the real-life PT Barnum was not exactly a crusader for social justice. Like many pedlars of 19th-century “freakshows”, Barnum was more interested in exploiting people than empowering them. He exhibited “Strange and savage tribes” along with exotic animals, usually consisting of bewildered indigenous people or fake ones in costumes (his “Circassian Beauties” were given fake Afro hairstyles using beer). He also exhibited African-Americans with birth defects, affirming their racial “inferiority”, and one of his earliest “hits” was Joice Heth, a blind, partially paralysed slave who Barnum claimed was 161 years old (she was half that). When Heth died, Barnum held a public autopsy and charged spectators to watch. Something tells me we won’t see Jackman doing that.

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The Guardian


Why does the new Greatest Showman film about P.T. Barnum who built a fortune on freaks and fraud gloss over his outrageous cruelty and racism?

Legendary American showman P.T. Barnum earned many sobriquets during his 80 years. He was, variously, the man who ‘invented showbusiness’, the ‘Shakespeare of advertising’, the ‘Prince of Humbug’ and the ‘world’s greatest fraudster’.

He once exhibited the skeleton of a ‘mermaid’ (a monkey sewn on to a fish carcass), claimed to have President George Washington’s 160-year-old nanny in his ensemble, and routinely exploited black people, the mentally and physically disabled, and deformed — including conjoined twins and a child with dwarfism — in the name of profit.

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Daily Mail


Che non si dica.
L'impresario è stato ri-editato come un paladino dei diritti umani che coniugava i nobili sentimenti con il denaro, un Oskar Schindler [ 4 ] ante litteram insomma.
“L'inventore dello show business” già è una definizione più centrata ma è parte dell'aura dell'uomo d'affari con un Gran Cuore, come appena detto.
D'accordo : parliamo di un'epoca diversa dalla nostra ma, appunto, è bene stigmatizzare l'ennesima falsificazione hollywoodiana, che stravolge la Storia per fini politici attuali.


Chi controlla il Passato, controlla il Futuro. Chi controlla il Presente, controlla il Passato.
George Orwell


D'altronde.
La linea politica nel fatiscente Impero d'Occidente è talmente sfacciata e nota, tanto che un mio post scritto nel 2014 sul freak Conchita Wurst e il Circo Barnum bene si accorda con questo : [ 5 ].

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