Odessa


Strage di Odessa: parla una sopravvissuta. “La brutalità ed il terrore di quel giorno dovevano essere una lezione per qualunque oppositore.”

Ripercorriamo con le parole di una testimone diretta il giorno in cui il mostro creato in Ucraina ha sprigionato tutta la sua atroce brutalità

di Maurizio Vezzosi e Giacomo Marchetti


A quasi due anni da uno dei più tragici episodi di violenza fascista dei nostri tempi, abbiamo intervistato Svetlana, una sopravvissuta della strage consumatasi ad Odessa il 2 Maggio del 2014. Svetlana, di cui non riveliamo la reale identità per ragioni di sicurezza, vive in Italia da tempo. Alleghiamo al testo alcune foto e documenti utili a contestualizzare questa testimonianza. Sulla scia di sangue di Maidan, la tragedia di Odessa, insieme al massacro di Mariupol, segnano un “prima” e un “dopo” nel conflitto ucraino: una guerra civile che si protrae da quasi due anni nel silenzio assordante dei media occidentali. Nonostante i documenti ufficiali parlino di 48 persone uccise, la maggior parte dei testimoni e dei giornalisti che hanno seguito la vicenda concorda sul fatto che il numero reale dei morti sia tragicamente più alto. Nel frattempo, sabato 27 Marzo circa 100 neonazisti ucraini hanno attaccato il presidio dei parenti delle vittime che ogni domenica ricorda la strage radunandosi presso la Casa dei Sindacati di Odessa.

[ ... ].

L'Antidiplomatico


1

Odessa ( Одесса ) [ 1 ] è una città sita sulla sponda settentrionale del Mar Nero, che per il feeling particolare dei russi per la “Italia”, gli stabilimenti balneari e il turismo di massa già organizzatovi in epoca sovietica, è stata definita “la Rimini del Mar Nero”.  Dal 1819 al 1879 fu porto franco, divenne crocevia di traffici legali e illegali, e da allora si è meritata anche la definizione di “città della malavita”. Nel 1905 divenne luogo della rivolta operaia sostenuta dall'equipaggio della corazzata Potëmkin e dalla rivista leninista Iskra, e nel periodo post-bellico è stata usata come set per numerose produzioni cinematografiche sovietiche.

Il sito venne sviluppato come luogo per la vita civile dalla Russia zarista, che nel XVIII secolo strappò ai tartari e al loro protettore ottomano l'intera sponda del mare dalla Bessarabia al Caucaso – organizzata amministrativamente come Novorussia ( Новоро́ссия ) [ 2 ] – a partire da un forte militare turco.
Quindi Odessa è città russa nelle ossa, contrariamente alle bugie spammate dai mass media occidentali via-propaganda ukro-nazi.
Mai è stata “ucraina” – un termine coltellino svizzero nelle mani delle élite occidentali – fino al regalone dei dirigenti sovietici che disposero che l'intera regione costiera, ed anche la Crimea ( Khrushev, Хрущёв, 1954 ) [ 3 ] venissero annesse arbitrariamente a quel territorio di poveri e ignoranti contadini attorno a Kiev, per dare equilibrio economico alla nuova repubblica sovietica.
I segretari del Partito, tuttavia, non immaginavano che tanta generosità sarebbe poi stata ripagata con un calcio dell'asino. 
Colpevoli, perché l'asino aveva dimostrato d'essere pienamente tale : durante la Seconda Guerra Mondiale, la città fu il teatro tragico di uno dei più grossi stermini della comunità ebraica, ordinato dai nazi-tedeschi ed eseguito dai volontari ucraini – bestie che hanno compiuto numerosi crimini sui civili inermi, ed oggi hanno il diritto di manifestare nella Ucraina nazi-liberista affermatasi dopo il Golpe di Piazza Maidan finanziato dalla ong Open Society di George Soros e sostenuto politicamente dagli Usa “esportatori di democrazia e libertà” [ 4 ].

2

Il 2 maggio 2014, la città è stata teatro di un altro massacro, nascosto e parzialmente nascosto dai mass media occidentali, glissato dagli Usa e dal burattone detto “Unione Europea”, eseguito nel nome della modernizzazione democratica del Paese.

Ad eseguirlo, sono stati i figli e i nipoti bastardi degli spurghi che massacrarono inermi civili nel nome della diversità razziale.
A subirlo nella Casa dei Sindacati [ 5 ] centinaia di dimostranti antagonisti del “democratico” e “liberale” governo di Kiev post-golpe, che volevano organizzare i festeggiamenti per la Giornata della Vittoria ( День Победы, 9 maggio ) [ 6 ] sui nazisti, festa di età sovietica avversata dagli ukro-nazi che impestano quella triste terra e sbrigano il lavoro sporco per conto dell'élite occidentale.
Vi lascio alla lettura della testimonianza diretta di Svetlana [ 7 ] e lascio a voi le ovvie considerazioni sul regime reale di Kiev e sulla schiavitù politica che stiamo vivendo noi europei occidentali. Dagli opinionisti prezzolati che si sbracano genuflessi al Capitale, da Eugenio Scalfari in giù, non avrete ricevuto granché, l'altroieri come allora [ 8 ].

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2 commenti:

  1. La dimensione nazionalista sopraffà quella ideologica.
    Un po' come in Alto Adige i "camerati" hanno un contenzioso mai sopito con gli autoctoni sud tirolesi, così i nazionalisti ucraini lottano contro la Russia, peraltro gradita e presa a riferimento da gran parte della sinistra fascista di molti paesi europei.

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    1. Penso che sia un limite dei nazionalisti per i quali essi soccombetero, soccombono e soccomberanno al blob omologato, mediocre, internazionale, universalista: i nazionalisti prima o poi si pestano i piedi e sgomitano gli uni con gli altri-

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