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Gruppo GEDI: una concentrazione di Potere che va smantellata

di Riccardo Paccosi


Sarebbe facile, dinanzi all'articolo sottostante dedicato da Repubblica a Italia Sovrana e Popolare [1], liquidare tutto con una battuta: ovvero affermare che l'essere infamati dalla stampa-spazzatura di cui sono proprietarie le élite parassitarie di questo paese, è soltanto un titolo d'onore.
Ma il problema di Repubblica, del Gruppo Gedi che controlla quest'ultima nonché altre 20 testate nazionali e, soprattutto, della holding Exor della famiglia Agnelli-Elkann che possiede tutto questo, è un problema che va ben oltre una singola formazione elettorale e che riguarda, invece, la tenuta della democrazia in Italia.

Oggi, chi si pone in termini di opposizione agli indirizzi strutturali dell'economia e delle istituzioni, non si trova infatti a confliggere coi partiti di governo, bensì coi giornalisti. A questi ultimi, ormai, è stata completamente delegata la promozione e la difesa del punto di vista governativo e, soprattutto, la criminalizzazione del dissenso politico.
Soltanto questo – il fatto che la stampa, come nei regimi totalitari, abbia cessato di essere una componente autonoma per diventare organo di propaganda governativa – basterebbe a denunciare una situazione di emergenza democratica.

L'unica volta che in Italia il sistema mediatico è stato attaccato in ragione del suo ruolo di asservimento al potere politico-economico, è stato nel 2008 in occasione del secondo V-Day del movimento grillino. Ma Grillo – imbevuto dai piedi ai capelli di ideologia neoliberista – cavalcò quel tema limitandosi a parlare di taglio dei fondi per l'editoria, ovvero per lanciare esattamente quel messaggio che i poteri economici padroni delle testate giornalistiche da sempre sostengono: tagliare la spesa pubblica.
Comunque la si pensasse allora, il punto è che i principali quotidiani – come Repubblica e Corriere della Sera – da diversi anni non fruiscono di finanziamenti pubblici diretti e quindi il problema che essi rappresentano dev'essere comunque affrontato in maniera diversa.

Queste testate stanno subendo perdite economiche gigantesche e Repubblica, in particolar modo, è quella detenente il record di perdita di lettori: in circa dieci anni, il giornale della razza padrona è passato da 600.000 lettori a 130.000 [2]. Ciò malgrado, il ruolo strategico ai fini della propaganda svolto da questo quotidiano, ne rende impensabile la chiusura. Parliamo infatti di una testata che ha un prestigio presso le èlite che è direttamente proporzionale al sentimento di disprezzo che, invece, cresce presso il resto della popolazione.
Al nero dei conti editoriali, vanno poi ad aggiungersi altri guai per il Gruppo Gedi: vedi, per esempio, il sequestro di 38 milioni di euro da parte della Procura di Roma, a dicembre del 2021, per truffa all'Inps [3].

Ma al di là delle torbide vicende giudiziarie e fiscali, per sanare il problema di un'informazione ormai priva anche solo di un'apparenza di visione indipendente, la strada maestra non può che essere quella di nuove normative anti-trust e, soprattutto, inerenti ai conflitti d'interesse.
Come può essere ammissibile, in una democrazia, che il Gruppo Gedi possieda testate che nel 2020 inneggiavano alle misure governative di lockdown e distanziamento sociale e, al contempo, sia titolare di un appalto governativo per la produzione massiva di mascherine [4]?
Come può essere ammissibile, in una democrazia, che i giornali di suddetto Gruppo inneggino oggi alla guerra contro la Russia e, al contempo, la holding Exor proprietaria del Gruppo controlli anche il Consorzio Iveco che produce armi [5]?

La risposta è che l'esistenza di situazioni del genere rappresenta un attentato permanente al sistema democratico e questo significa che, se domani un partito di alternativa sistemica andasse al governo, dovrebbe inserire tra le proprie priorità una legge che fissi tetti rigidi al possesso di quote azionarie da parte degli editori e che vieti il possesso di testate a chi controlla settori strategici.
In sintesi, dobbiamo iniziare a sognare un futuro in cui concentrazioni di potere come quella di Gedi/Exor vengono smantellate dalla legge al fine di garantire il pluralismo e la democrazia.

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Note

[1] : ''Hanno tutti ragione | Rizzo il fasciocomunista: da filorussi a No Vax, ecco con chi brinda l'ex rifondarolo'', Stefano Cappellini, la Repubblica, 1° settembre 2022, [ https://www.repubblica.it/politica/2022/09/01/news/hanno_tutti_ragione__rizzo_il_fasciocomunista_e_i_suoi_fratelli-363718813/ ].
[2] : ''Le Vendite di Quotidiani a Marzo 2022'', DataMediaHub, 11 maggio 2022, [ http://www.datamediahub.it/2022/05/11/le-vendite-di-quotidiani-a-marzo-2022/ ].
[3] : ''Gedi, guai per gli Elkann: truffa all'Inps. Maxi sequestro da 30 mln di euro'', Affaritaliani[punto]it, 31 dicembre 2021, [ https://www.affaritaliani.it/economia/gedi-guai-per-gli-agnelli-truffa-inps-maxi-sequestro-da-30-mln-di-euro-773211.html ].
[4] : ''Patto della mascherina Conte-Elkann: Fca ne produrrà 27 milioni al giorno'', Franco Bechis, Il Tempo, 23 agosto 2020, [ https://www.iltempo.it/politica/2020/08/23/news/mascherine-fca-autorizzazione-governo-conte-john-elkann-dpi-scuola-fiat-24285875/ ].
[5] : ''La corsa al riarmo piace anche a casa Agnelli: ecco gli affari militari di John Elkann'', Enrico Mingori, TPI, 25 marzo 2022, [ https://www.tpi.it/economia/john-elkann-affari-militari-riarmo-casa-agnelli-20220325883460/ ].

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Riccardo Paccosi

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{ prima pubblicazione dell'articolo su FB, il 2 settembre 2022 : [ 6 ] }.

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