Salvi al campo-base




Ce l'hanno fatta

Walter Nones (trentino di Cavalese) e Simon Kehrer (ladino di San Vigilio di Marebbe) sono stati recuperati da un elicottero in un pianoro ghiacciato a 5.700 metri di altezza dopo avere scalato la parete Rakhiot del Nanga Parbat fino alla deviazione per la via Buhl (dal nome del primo scalatore che conquistò la vetta, senza ossigeno nè attrezzi per il bivacco).
Dopo averne realizzato l'ennesimo “sogno”, lasciano in un crepaccio troppo profondo per il recupero l'amico gardenese e capo-cordata Karl Unterkircher (cadutovi martedì scorso) : ma la sua morte non è una tragedia.
Chi fa alpinismo a questi livelli assoluti - per taluni “estremo” - non pratica sport ma abbraccia una vera e propria religione in totale unione con la roccia ed il ghiaccio, tocca luoghi ancòra non calpestati dall'Uomo e assapora vedute di paesaggi inediti in cui la Terra sembra giocare col Cielo. Guardate le foto di una splendida galleria fotografica dedicata, e vedrete una faccia pulita e tranquilla - viene da dire “ma io lo conosco”, tanto è confidenziale - eppure capace della determinazione necessaria per scalare tutti gli ottomila e nuove imprese come aprire strade su pareti inviolate.
Uomini come lui stanno male in paese e vivono febbrilmente l'attesa per una nuova ascensione : studiando la morfologia ed il clima dei luoghi con tutti gli strumenti della tecnologia e l'intelligenza/esperienza umana a loro disposizione.
Ma la massa dell'uomo è relativamente così piccola, di fronte alla vastità della montagna ...

Ed anche lui

Karl non è sconfitto, come tutti coloro che coerentemente camminano sul sentiero dei propri sogni ... resta da vedere se il suo spirito dimorerà sul Nanga Parbat o si reincarnerà ancòra in un alpinista ...
(per l'attinenza con i
leit-motiv visioni e percorsi alternativi, questo post è diventato il nuovo editoriale del pub).

Links

Karl Unterkircher = sito ufficiale

Nanga Parbat - salvi i due alpinisti italiani = articolo ne ilSole24ore.com


5 commenti:

  1. Ciao, mi dispiace, ma on condivido. C'è anche un modo moltopiù prosaico di vedere l'alpinismo e ti garantisco che vivendo in Trentino, dove una percentuale altissima di gente è inetta e gira il mondo cercando postio deserti e solo roccia da scalare - ci trovi meno romanticismo....

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  2. Ehm ... il tuo compagno non vede l'ora che arrivi il week-end per arrampicarsi sulla roccia, lasciandoti - ahimè - sola ?

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  3. A parte gli scherzi, mi sembra interessante il tuo "Blog a 2 piazze" (rubriche scomode e perplessità affogate in krapfen e canederli).
    Io vado matto per i "leggerissimi" krapfen ... solo se sono parecchio unti, ovviamente.

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  4. Caro Bufalo, ti sbagli proprio, con quanto commentato sul nostro post - riguardo questi alpinisti,

    Mi sembra che tu faccia un po' di confusione fra l'evoluzione - le scoperte e le invenzioni della preistoria, e l'horror vacui che domina nelle pance di questi nostri corregionali...

    Non c'è molto di epico, secondo me, nell'immolarsi così.
    Non li ammiro e, per quanto mi riguarda, non conduciamo la viat che ci attribusici.

    Saluti cannonici
    PS: ricambio l'interesse )infatti ti ho linkato).
    Trovo molto più stimolante il dibattito che un compiaciuto autorefenziale applauso!

    ti lascio un paio di krapfen - belli cicciosi !

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  5. Ah ah ah ... sai, io teorizzo, ho iniziato a leggervi solo da qualche giorno : sono contento (per voi) che quello non sia il vostro stile di vita (presente o futuro).

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    Sull'evoluzione : secondo me, quell'istinto che spinge alcuni dei tuoi "odiati" corregionali ad aprire strade nuove sugli ottomila è quanto è filtrato ai giorni nostri dello STESSO che ha mosso l'Uomo verso nuove ed importanti scoperte (terre, tecnica, medicina, arti, etc.) nel corso della Storia.
    Che poi, una salita "diversa" sul Nanga Parbat non porterà all'umanità il benificio diffuso dato dalla penicillina o dall'energia elettrica (su questa e lo spreco delle risorse si potrebbe annidare un secondo dibattito, ma lasciamo stare, per il momento) non mi cambia la qualità dell'"istinto artistico" e del gesto, che rimane ammirabile.
    Pur non essendo un alpinista (e mai lo diventerò, penso) sono molto affascinato da queste scalate ... l'avete capito.
    (devo accrescere il pezzo di un terzo paragrafo del tipo "l'alpinismo come allegoria della vita" per fissare questi concetti ed altri che avevo già nella testa).
    Grazie del passaggio per questi impervi sentieri ... (e daje).

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