Legge n. 62 del 7 marzo 2001






Bizantinismo


Postando per l'ennesima volta in un mio sito il disclaimer a diffusione pandemica nella blogosfera italiana, mi sono chiesto : ma io che cazzo ne so davvero, di questa legge e dei suoi effetti (virtuosi e/o deprecabili) ?
[ l'attenzione verso le leggi editoriali mi pare ulteriormente giustificata nei giorni che viviamo, quando Facebook è di nuovo nel mirino per l'aggressione dello psicolabile Massimo Tartaglia al premier Silvio Berlusconi, n. d. B. del 17 - 12 ].
A priori : è fisiologico per un blogger e geko di razza (cioè tendenzialmente anarchico) fare le orecchie lunghe e diffidare del Potere istituzionale (menato dagli anziani, che è risaputo non essere al passo coi tempi e le tecnologie) ... non è l'unica legge ambigua sulla libertà editoriale ch'è stata emessa nel Belpaese : vedi la legge Levi-Prodi del 2007, che commentammo su Etap.
Ma questa me l'ero “persa”, nel senso che mi sono sempre fidato dei blogger amici e conoscenti, che a loro volta avevano reiterato la celebre dichiarazione sulle pagine personali.
Il classico passaparola :

« Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. »

[ disclaimer ]

Senza credere nella potenzialità “esorcistica” dell'affermazione contenuta nel disclaimer che trovate anche in questa pagina-web (prima colonna di spalla, paragrafo “crediti”) occorre ricordare : se - ad esempio - Blogger (o qualsiasi altra piattaforma : Splinder, Wordpress, Altervista, etc.) ti vuole chiudere il blog, lo farà senza tanti complimenti e senza nemmeno una giustificazione scritta.
Perchè, al momento di aprire l'account, abbiamo tutti sottoscritto un regolamento sull'uso dello spazio del server che noleggiamo senza l'esborso di un solo centesimo alle suddette società.
Con un click del mouse.
Google inc. (proprietaria di questa base che uso) è una società privata e fa quel cazzo che gli pare - avete avuto notizia di class action (magari globali) promosse da blogger incazzati, contro la grande “G” ? Forse, sull'argomento dell'identità, ha ragione il cinico Geert Lovink - mentre noi cittadini siamo parte dello Stato italiano ... e perlomeno dovremmo informarci sulle leggi vigenti.
La curiosità è più pressante quando ci si applica quotidianamente sul proprio spazio on-line - come mi capita da qualche tempo - ed allora ho dato una ravanata in rete, per cercare legge e analisi della stessa ...

Articolo 21

L'articolo migliore che ho trovato - ed esaustivo (secondo il mio giudizio) - è quello di Daniele Di Gregorio detto “Ikaro” che puntualizza la contraddizione di una legge che, definendo testualmente i blog e i siti-web in genere come prodotti editoriali, automatizza l'applicazione del reato di stampa clandestina nel caso di inadempienza agli obblighi previsti
(direttore responsabile e iscrizione all'albo) ed è quindi in palese contrasto con l'articolo n. 21 :

« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. »

[ dalla Costituzione della Repubblica Italiana ]

E non è l'unico controsenso di una legge bizantina la cui interpretazione è - in concreto - largamente discrezionale ed in mano ai singoli tribunali : leggi la lista dei processi in fondo al post citato, ma anche le sentenze che furono analizzate da Daniele Minotti su Puntoinformatico.it.
Altro aspetto stigmatizzato nel popolare disclaimer è il concetto variabile di aggiornamento periodico.
Ho pertanto modificato il testo a margine :

« Questo sito non è un “prodotto editoriale” in termini legali, pertanto non deve sottostare alla legge n. 62 del 7.03.2001. »

(con linkata a questo post).

Copertina

Prima immagine : tipografia Claudiana ('800).

Seconda immagine : frizzata di Scribus (software dtp per Linux, 2003).

Links

Legge n. 62 del 7 marzo 2001 = testo in Carnera.it

I blog devono sottostare alla Legge sull'editoria 62/7.03.2001 ? = articolo di Daniele Di Gregorio su Ikaro.net

Nessun commento:

Posta un commento