"Preferisco rassegnarmi in compagnia che ribellarmi da solo". Intellettualmente onesto, Michele Serra. Talmente onesto che questa frase potrebbe essere utilizzata come epitaffio. Questa frase, cioè, potrebbe simboleggiare l'approdo conclusivo per quel ceto medio che alcuni decenni fa sostituì gli operai - e la classe lavoratrice in genere - nella composizione sociale del campo politico chiamato "sinistra". Il ceto medio, non appena divenuto intestatario unico del brand "sinistra", come prima cosa impresse a quest'ultima una netta subordinazione ideologica a quel sistema capitalista un tempo contestato; poi, dalla subordinazione, passò coerentemente all'identificazione piena. Un fallimento storico, filosofico, sociale, politico, generazionale e, infine, un fallimento come classe sociale. Questo perché, comunque andranno le cose, non sarà mai più il ceto medio (numericamente in riduzione, peraltro) il protagonista della Storia nei paesi occidentali. Il conflitto, ora, vede da una parte le èlite economiche in fase di autonomizzazione dal campo un tempo definito "borghesia"; dall'altra, in contrapposizione d'interesse, vi è la nuova composizione della classe lavoratrice, ch'è molto diversa da quella del secolo scorso. In questo scenario, quel ceto medio che ha dominato il campo politico dal boom economico sino a oggi, esce di scena; o meglio, vi resta ma soltanto per svolgere ruolo da comprimario, da portatore d'acqua, da maggioranza silenziosa e acquiescente. |
Riccardo Paccosi |
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Il furbo Michele Serra fa parte di quel gruppo di cinquantenni italici che si sono riempiti la pancia a sazietà con la prolissa “satira” sull'avversario politico di turno del PCI → PD a “vantaggio” di un pubblico borghese rosso, pseudo-acculturato e con la puzzetta sotto il naso ( i cosiddetti radical chic di 0039 ).
il_bobbolo della Sinistra rideva ... rideva ... e intanto, a tutti gli italici venivano sottratte porzioni di Realtà concreta ( diritti, rappresentanza, retribuzioni ) da sotto i piedi, senza che avessero piena coscienza del furto in esecuzione; una coscienza latente, scollegata da ogni possibile progetto di azione fisica di classe per cambiare il corso degli eventi.
{ sono d'accordo con l'analisi di Riccardo Paccosi [ 1 , 2 ], tranne che sull'“intellettualmente onesto” }.
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