{ Escobar ( film ) , kitsch }




La locandina del film Escobar ( 2014 ).


Beh, il primo pensiero che mi viene in mente è che è un attimo per cui tu ti puoi ritrovare in una situazione che va verso l'infernale e non riuscire a venirne fuori. Un vero e proprio incubo che col proseguire della realtà peggiora. Il kitsch pazzesco delle società latino americane diventa la cornice di situazioni di degrado civile estreme: come amante dei contrasti ne ho apprezzato l'osservazione e quindi la narrazione ciniche, precise.
La seconda osservazione è che, per buona parte della narrazione, sono stato avvinto da una tensione crescente diventata quasi spasmodica: non male!

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Infine, una nota ecologica: Nick, il protagonista maschile, passa per l'ecologia dell'iniziazione: riesce a liberarsi dalla patologia del politicamente corretto che lo blocca in una finzione morale inesistente e, con la pressione degli eventi, torna nella realtà della Mors tua vita mea. Sebbene in finale si rappresenti in maniera abbastaznza esplicita il “Male” in Pablo Escobar (Benicio Del Toro, me_mi pare una buona interpretazione) che assume il ruoto di satana (l'angelo nero che dice al prete che si metterà, con un grande telescopio, a controllare Dio dal carcere, poi benedicendo, appunto, il prete attonito, ammutolito); dal punto di vista etico Escobar (il “Male”) permette a Nick di tornare uomo, virile, guerriero, combattente, che passa da una finzione di moralità del tutto artificiosa, avulsa da ambiente e realtà ad una dimensione spirituale, ecologica, quella del prendere atto di una realtà e di saper risolvere i problemi reali.

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UnUomoInCammino


1

{ un argomento che ne contiene un altro, come una matryoshka;

appunti }.

Plaudo alla recensione di Uomo [ 1 ] sul blog Un Uomo In Cammino [ 2 ], il cui sguardo chirurgico, bene allenato, va dritto al midollo di alcune faccende del film Escobar dell'attore e regista “italiano” Andrea Di Stefano ( 2014 ) [ 3 , 4 ] che nelle sale di 0039, per una bizzarra distribuzione, è arrivato solo a fine agosto di quest'anno ( quasi due anni dopo la presentazione al Festival di Toronto );
{ film che non ho visto e forse non vedrò, ma in un certo senso ho già visto leggendo il suo post }.

Il blogger ha ravveduto il leit-motiv classico del riscatto dell'individuo alla ricerca della propria identità più intima in un sistema sociale e ambientale “degenerato”, il desiderio risvegliato del confronto corpo-a-corpo, fino all'affermazione – missionaria – della propria morale ed etica ...
mi chiedo se ne abbiamo davvero necessità e desiderio, di riscoprire la dimensione 1.0 ;
mi chiedo se quel kitsch sudamericano sia, in realtà, l'espressione più vera ( il segno vitale ) di un popolo e il moralizzatore arrivato dal nord del continente – ingenuo e di buon cuore, si direbbe – abbia torto nella sua predicazione esistenziale; il poster di una mostra dedicata allestita in California, che replico qua sotto, esplicita il legame di certa architettura ridondante di forme e colori non funzionali con l'arte pre-colombiana;
nello schema narrativo dato, quasi mi viene da simpatizzare per i mafiosi di Pablo Escobar ( vertice malato di una società concreta ) piuttosto che per l'alieno programmato con tante macro ( definite “ideali” ) pre-figurate e che si butta a fare l'eroe della situazione.



Il manifesto di una mostra d'arte alla galleria Sergott Contemporary Art di Rancho Santa Fè, California ( 2016 ).



Una scena del film Escobar ( 2014 ).


2

Segnalo, a compendio della critica cinematografica dell'amico, anche questa recensione di Davide Turrini su il Fatto Quotidiano on-line : “Escobar – Paradise Lost, esce al cinema la pellicola con Benicio Del Toro: “Ancora oggi in Colombia le persone pregano per Pablo”” [ 5 ];
e il libro Pensieri selvaggi a Buenos Aires di Alberto Arbasino [ 6 ] che scrive di “America vitale e kitsch” }.

3

Ma che cos'è il kitsch ?
Questa è la definizione nel Vocabolario Treccani :



Kitsch

‹kič› s. m., ted. [propr. «scarto»; prob. der. del ted. dialettale kitschen «intrugliare»]. – 1. Nell’uso com., produzione di oggetti presuntamente artistici, ma in realtà caratterizzati da ornamentazione eccessiva e dozzinale, banali e di cattivo gusto. Più propriam. il termine (comparso in Germania verso il 1860 e diffuso con l’attuale connotazione limitativa nella letteratura critica tedesca tra il 1920 e il 1940) indica ogni degradazione in senso manieristico dell’opera d’arte che, nella moderna civiltà di massa, assume aspetti rispondenti, quasi sempre grossolanamente, alle esigenze estetiche di destinatarî mediamente acculturati: riproduzione in serie del prodotto artistico (quadro, scultura, ecc.), che diviene così economicamente accessibile a gran numero di persone a scapito della sua autenticità e unicità; sostituzione dei materiali originarî (carta anziché tela, plastica invece di avorio, alterazione di colori e dimensioni, e analogam., nella musica, sovrapposizione di un ritmo di danza moderno su un brano di musica classica); inserzione o aggiunta di elementi giustificativi (termometri a forma di torre Eiffel, barattoli contenitori a forma di statua, e sim.); alterazione anacronistica del contesto (cronologico o ideologico) in cui di necessità si colloca l’opera originale; adozione, di solito del tutto acritica, dei principî manieristici dello straordinario, dell’eccessivo, del sovrabbondante.

2. In funzione attributiva o predicativa (e in genere con iniziale minuscola): gusto k., arredamento k., oggetti k.; per estens., riferito a persona, essere k. (e analogam. atteggiamento, comportamento k.), non essere sé stessi, assumere atteggiamenti o comportamenti innaturali, non autentici, vestire in modo vistosamente eccentrico e di dubbio gusto, per seguire una moda.

Treccani.it


La definizione nell'Enciclopedia del Novecento può essere più utile :


Kitsch

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1. Definizioni

Il Kitsch è un processo sociale di inflazione dell'attività estetica nella società dei consumi di massa; esso comporta una ‛degradazione' dell'opera d'arte attraverso la ripetizione multipla e dà luogo a forme artistiche secondarie, prive di autenticità, ma che soddisfano tuttavia un bisogno umano.
Il termine Kitsch è bavarese e ha fatto la sua comparsa, con l'attuale significato estetico, a Monaco verso il 1860. Esso significa, al suo apparire, fare del vecchio col nuovo, impasticciare, lavorare di copia; per lo più viene applicato al mobilio. Si diffonde poco a poco negli ambienti artistici come aggettivo dispregiativo e diventa termine d'uso corrente nella letteratura critica tedesca tra il 1920 e il 1940. È Kitsch una copia a buon mercato, fatta con materiali di qualità mediocre. È Kitsch la riduzione musicale di un'opera classica fatta per andare incontro al gusto del grosso pubblico. È Kitsch la letteratura da quattro soldi sfornata a migliaia di copie, che si fonda su personaggi e situazioni stereotipati e fornisce una distrazione facile, che non esige da parte del lettore uno sforzo particolare d'intelligenza e di penetrazione. Il termine Kitsch ha equivalenti o connotazioni affini in parecchie lingue: l'idea di quétaine del canadese francofono, quella di camp in inglese sono abbastanza vicine a quella di Kitsch, pur avendo ciascuna connotazioni specifiche.
Di fatto, da alcuni anni è chiaro che il fenomeno del Kitsch, di cui molti critici tedeschi ci hanno aiutato a prendere coscienza, è connesso con una sorta di patologia estetica della società dei consumi di massa che, attraverso il meccanismo del mercato, cerca di soddisfare i bisogni estetici del maggior numero di persone con la minima spesa, servendosi a questo scopo delle possibilità offerte dalla ‛ripetizione multipla', una delle principali caratteristiche introdotte dalla tecnologia nella nostra epoca. Da questo punto di vista, i souvenirs dei pellegrinaggi religiosi, realizzati grossolanamente in materia plastica, dipinti a colori vivaci, venduti un po' dappertutto a prezzi modici, sono un tipico esempio di massificazione di un'opera d'arte originale.

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Treccani.it


Dalla riproduzione seriale e volgarizzata delle opere d'arte, alla riproduzione seriale e volgarizzata dei comportamenti umani, infelici copie degli originali esibiti dai mass media mainstream.

{ che l'Escobar di Di Stefano sia l'ennesima copia del Don Vito Corleone interpretato da Marlon Brando ?

A questo punto, m'è venuta voglia di vedere il film }.

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2 commenti:

  1. Grazie per la citazione.
    Penso che Nick NON abbia avuto alcun desiderio di riscatto ma... costretto dagli eventi, è stato costretto a riscattarsi dai suoi anacronismi (sostituire al "Non uccidere" il "Mors tua vita mea").

    Paradossalmente, nella loro brutalità, i mafiosi di Escobar contengono una certa ecologia che potrà non essere affatto corretta o gradevole ma che si basa sulla competizione intraspecie.
    Non è certo un buon vivere ma certamente risulta, paradossalmente, esemplare in contesti come quelli attuali, dove inquinamento ideologico, depravazioni, compulsioni masosadiche, urbanismo e artificializzazione, ugualismo, dirittismo, etc. portano parti sempre più ampie della popolazione a corruzione, rincoglionimento, autodistruzione nichilisti ammantati di politicamente corretto.
    Ecco, della merda confezionata in un brillante plastichina color oro.

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    1. { prego, Uomo;
      in questo periodo, sono impegnato in molte altre faccende, per cui m'è complicato e, per il momento, troppo impegnativo il definire compiutamente post miei, per cui appiccico appunti e cito amici sapidi }.

      [ ... ] costretto dagli eventi, è stato costretto a riscattarsi dai suoi anacronismi (sostituire al "Non uccidere" il "Mors tua vita mea").

      A questo punto, per continuare la discussione, dovrei vedere il film.

      Non è certo un buon vivere ma certamente risulta, paradossalmente, esemplare in contesti come quelli attuali [ ... ].

      Il serial [ I Soprano ] è stato apprezzato negli USA perché propone una sit-com con forte etica familiare e valori forti e sanguigni ( fiducia, rispetto, onore ... ) nel contenitore di un Paese in cui molti anni fa la famglia è diventata mono-componente oppure tribù ( la cosiddetta “famiglia allargata” ) e il range dei valori è dilatato all'estremo del tutto è un valore ( e l'Occidente europeo ha seguito il trend );
      certo, l'esempio produce imitazioni fino alla degenerazione, da cui il kitsch che è il leit-motiv focalizzato;
      ma, come ricordi tu, alla degenerazione si può arrivare attraverso molte strade : come abbiamo visto a 0039, anche con la rimozione dell'esempio autoctono ( Benito Mussolini ) scegliendo l'imitazione dei conquistatori, da cui i padani che sono diventati più “americani” degli stessi yankee.

      Eccelsa, l'immagine della merda confezionata in un brillante plastichina color oro.

      ===

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