Google ci spia/1




Google Maps chiede il permesso di accedere alla posizione dell'utente


Google ci spia, italiani spaventati

Sondaggio[:] L'82% ignora che ogni nostro spostamento è tracciato. Nove su dieci: deriva pericolosa

[ ... ].

QN, prima pagina, 12 gennaio 2020


Utilizza o consulta Google Maps?
Qualche volta al mese
23%

74%

Un paio di volte a settimana
19%
Ogni giorno
12%
Raramente
20%
Mai
18%
No
18%

Senza opinione
8%



E' a conoscenza che Google Maps archivia ogni spostamento?
No
82%

10%
Non risponde
8%


Ricevuto messaggio da Google Maps che informa su ogni spostamento, con data e ora?
No
78%

18%
Non risponde
4%


Ritiene pericoloso che un soggetto privato possa avere queste informazioni personali?

92%
No
5%
Senza opinione
3%


Lo Stato italiano dovrebbe adottare regole più stringenti per tutelare la privacy?

91%
No
5%
Senza opinione
4%


Fiducia su come i giganti del web rispettano la privacy dei cittadini
Non mi fido
68%
Mi fido
22%
Senza opinione
10%


Quando navighi pensi di essere spiato?

55%
No
25%
Senza opinione
20%


Quando parli con lo smartphone vicino pensi di essere spiato?

48%
No
34%
Senza opinione
18%


Avendo vicino lo smartphone è mai capitato di pronunciare una parola e poi ricevere un messaggio pubblicitario su FB?

54%
No
35%
Senza opinione
11%


1

Secondo l'indagine eseguita dall'Istituto demoscopico Noto Sondaggi [ 1 ] l'11 gennaio 2020 e pubblicato su QN il giorno successivo, gli italici presentono oppure sanno con cognizione di causa che Google li spia attraverso vari software.

Google ha messo a punto un ecosistema d'uso che sembra gratuito ed è piuttosto semplice da maneggiare.
Il contrappasso della gratuità apparente è che paghiamo con il sangue delle nostre esperienze vitali quello che ci viene dato a disposizione con apparente generosità.
Eppure, spesso sono gli stessi utenti ad acconsentire a tale parassitismo ematofagico : come visualizzato sopra proprio con Google Maps nell'esempio soprastante, al primo uso ( ed anche nei successivi, se non si spunta la casella “Non chiedermelo più” ) di un'app fresca d'installazione il programma chiede vari permessi. Alcuni sono opzionali ed altri sono fondamentali per l'uso dell'app.
Gli italici hanno il presentimento oppure la certezza d'essere spiati, eppure quando installano le app sullo smartphone spesso concedono gioiosamente tutti i permessi richiesti dal programma senza ragionarci sopra nemmeno un secondo.
Perché così fanno tutti.

Quindi “siamo tutti sulla stessa barca” e allora perché preoccuparsi ? Si sa che lo stare in compagnia lenisce le sofferenze.

[ ... ]

Bookmark and Share

3 commenti:

  1. Siamo in pionieri in un nuovo spazio antropologico come diceva Levý 20 anni fa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Premesso che i pionieri spesso erano dei disperati in fuga da guerre e persecuzioni, degli opportunisti in cerca di affari che non andavano troppo per il sottile, oppure schiavi costretti al lavoro forzato in terre inospitali ( vedi la civilizzazione della Siberia, eseguita in gran parte dai prigionieri dei gulag ).

      Non c'è eroismo nel darsi completamente a Big Data, magari con entusiasmo.

      Se guardo gli occidentali oggi, mi viene da descriverli come cavie incoscienti del Sistema.
      Ma questo sondaggio mi ha ridato un minimo di fiducia sulla possibilità di rialzare la testa e tornare a una sana contrattazione.

      Elimina
  2. Infatti non c'è niente di eroico.

    RispondiElimina