Riccardo Paccosi sul caso Ferragni




Ritaglio di un titolo vittimistico de la Repubblica [0].


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Pandoro-gate: lo star system politico difenderà la Ferragni o la lascerà al suo destino?

di Riccardo Paccosi


A giugno 2022, Liliana Segre l'ha voluta come partner per una visita presso il Memoriale della Shoa. A febbraio 2023, il quotidiano Repubblica - tramite il suo più farneticante editorialista, Francesco Merlo - ha qualificato la sua presenza al Festival di Sanremo come "nuova resistenza" alla destra del Governo Meloni.
E ancora: la raccolta fondi per le associazioni Lgbt, i selfie con Sergio Mattarella, il marito che annuncia di voler avere una ONG per il trasporto di migranti, i pubblici elogi da parte dei dirigenti nazionali del PD... Non sovviene alla mia memoria come il successo di questa imprenditrice si sia avviato dieci anni fa, ma la cronaca politica degli ultimi due anni ci dice che il consolidamento di tale successo sia avvenuto sostanzialmente per via politica.

Più in generale, possiamo scorgere nei nuovi divi una completa dipendenza dall'esaltata nobilitazione delle loro virtù che viene svolta giornalmente da politica e media.
I VIP del passato erano dipendenti a loro volta dal meccanismo di star system, ma figure come il duo Ferragnez - o anche come i Maneskin - sembrano sospinte dalla propaganda mediatica in misura maggiore e preponderante. Viene da chiedersi, allora, dove suddette figure andrebbero a finire qualora questo sostegno veemente e spesso fanatico, da star system politico, venisse improvvisamente meno.

In base a quanto sommariamente letto, infatti, il Pandoro-Gate non si appresta a concludersi con la multa da un milione di euro inflitta dall'Antitrust: non meno destabilizzante per il Chiara Ferragni Brand potrebbe infatti rivelarsi l'esposto che il Codacons, nei prossimi giorni, presenterà in 104 Procure italiane con l'accusa di truffa aggravata.

Sulla base di quanto fin qui detto, è dunque lecito chiedersi se l'apparato politico-mediatico - dopo tanto investimento promozionale - difenderà la giovane imprenditrice o se invece la lascerà al suo destino.
Per il momento, un assist inaspettato è arrivato nientemeno che da Giorgia Meloni: il suo attacco pubblico e frontale alla Ferragni, si è svolto proprio in contemporanea all'accendersi della rituale e ricorrente polemica tra liberisti di centrodestra (Meloni) e liberisti di centrosinistra (Schlein). Questo, per automatismo, potrebbe portare nei prossimi giorni a una difesa "di sinistra" in favore della influencer.
Se ciò davvero accadesse, un balordo e triste caso - se non di truffa quantomeno di utilizzo ipocrita della beneficienza a scopo di marketing - verrebbe occultato dalla coltre d'una farsesca parodia della contrapposizione fascismo-antifascismo.
Quando il ridicolo persiste e si accresce oltre misura, purtroppo cessa di essere divertente e finisce solo per deprimere.

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{ prima pubblicazione del post su FB, il 18 dicembre 2024 [1] }.


I tre stratagemmi teorici con cui la Sinistra sta difendendo Chiara Ferragni

di Riccardo Paccosi


Come facilmente prevedibile, malgrado la vicenda risulti negativamente rilevante sul piano dell'immagine e della credibilità, vediamo in queste ore che la sinistra di regime (vale a dire la sinistra politica più le testate giornalistiche principali) non può scaricare la Ferragni dopo il gigantesco investimento politico-simbolico che è stato fatto su di lei. Non può scaricarla subito, perlomeno.
Così, stiamo assistendo al materializzarsi di tre stratagemmi retorici finalizzati a difendere l'icona della sinistra dalla tempesta che la sta investendo.

Il culto dei ricchi benefattori

Nella testa delle persone di sinistra, l'americanizzazione del nostro sistema risulta inevitabilmente a un livello molto più avanzato rispetto alla realtà materiale. E così, ai sinistri pare normale l'esaltazione di uno scenario post-welfare: ovvero uno scenario dove le protezioni sociali pubbliche siano destinate a scomparire e nel quale il fattore economico principale delle politiche sociali, quindi, sia rappresentato da beneficienza e mecenatismo di soggetti privati tanto ricchi quanto "illuminati".
A questo, si aggiunge altresì il ribaltamento storico di una sinistra che stigmatizza l'invidia di classe esattamente come faceva un Berlusconi qualsiasi soltanto una decina d'anni or sono.

Vittimismo 1: il garantismo a intermittenza

Le strategie prevalenti, comunque, sembrerebbero essere improntate al vittimismo e ciò si presenta secondo due declinazioni.
La prima declinazione vittimistica è quella garantista, in cui si paragona la Ferragni ad attori come Kevin Spacey e produttori come Harvey Weinstein che sono stati colpiti, negli Stati Uniti, dall'ondata giustizialista-forcaiola della campagna #Metoo del 2017.
A parte l'incongruente comparazione fra casi di molestie e casi di pubblicità ingannevole, risalta altresì il fatto che, in occasione di quella campagna fortemente sostenuta dalla sinistra occidentale, l'approccio dei media mainstream fosse molto più giustizialista che garantista.

Vittimismo 2: il pietismo e la psichiatrizzazione del caso

Quello che però sembra essere il piatto forte della strategia difensiva, è rappresentato dalla seconda declinazione del vittimismo, ovvero la notizia secondo cui Chiara Ferragni starebbe vivendo in questi giorni un forte trauma psicologico.
Oltre a puntare tutto sulla dimensione della sofferenza personale e dunque su un pietismo che dovrebbe, nelle intenzioni degli strateghi, occultare gli aspetti etici e giuridici della vicenda, colpisce anche in questo caso il doppiopesismo smaccato: non soltanto non si è mai visto un approccio dei media altrettanto incentrato sull'aspetto emotivo-personale in occasione di altri scandali giudiziari, ma c'è anche il fatto che queste stesse testate giornalistiche, durante il lockdown pandemico, hanno sempre minimizzato o negato gli esiti di ricerche scientifiche ufficiali che denunciavano le conseguenze psicologiche - tramautiche e di massa - che la reclusione forzata stava generando presso bambini e adolescenti.

Dinanzi a difensori così intrisi di falsa coscienza, la prima persona che dovrebbe preoccuparsi è proprio Chiara Ferragni. Se e quando le cose dovessero per l'imprenditrice mettersi male a livello anche giudiziario, quelle stesse figure della sinistra politica e giornalistica che oggi la difendono, si rivelerebbero le più solerti nell'atto di bastonare il cane che annega.

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{ prima pubblicazione del post su FB, il 23 dicembre 2024 [2] }.

Note

[0] : ''Chiara Ferragni e Balocco, la critica di moda Mariella Milani: "Chiara è distrutta, non esce di casa. E rischia di fare la fine di Kevin Spacey e Weinstein", Lucia Landoni, la Repubblica, 22 dicembre 2023, [ https://milano.repubblica.it/cronaca/2023/12/22/news/ferragni_che_fine_ha_fatto_mariella_milani-421730986/ ].
[1] : post, Riccardo Paccosi, Facebook, 18 dicembre 2023, [ https://www.facebook.com/riccardo.paccosi/posts/10232086410773622 ].
[2] : post, Riccardo Paccosi, Facebook, 23 dicembre 2023, [ https://www.facebook.com/riccardo.paccosi/posts/10232111623883934 ].


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