Andrea Pezzi




1

Il Borzum [ 0 ] mi consiglia questo articolo del Corriere della Sera on-line : “Andrea Pezzi: «Diventeremo cyborg, ma se prima non capiamo cos’è un uomo saremo solo più infelici” [ 1 ].

L'ho letto.
Il materiale è ricco di entità ed altrettanti spunti di riflessione, e le mie impressioni sono contraddittorie.
Per un verso condivido alcune esternazioni lucide del guru italiano, per l'altro annoto che il corsaro del digitale – già supercazzolatore di audience televisiva e critica – intarsia la sua azione imprenditoriale all'interno del Sistema : nessuna rivoluzione in vista, solo sincera voglia egoistica di comprendere e tradurre in prodotti.
Riproduco alcune esternazioni che reputo lucide ed oneste, e condivido :


È il web che genera gli odiatori o sono gli odiatori che trovano voce nel web?

«Se non ci fossero i social, avremmo le rivoluzioni in piazza. Oggi, la pace sociale è possibile perché la gente ha almeno questa valvola di sfogo».

E quando gli hacker rubano i dati e chiedono il riscatto, com’è successo su scala globale pochi giorni fa?

«C’è la giustizia. Guardi questo bicchiere: potrei scagliarlo contro qualcuno. Cosa facciamo? Smettiamo di produrre bicchieri? Direi che abbiamo problemi più seri».



Andrea Pezzi [ 2 , 3 ] ha capito perfettamente cos'è il prisma Big Data ed ha creato realtà competitive con le aziende che padroneggiano il settore del marketing – Facebook, Google ... dette Over-The-Top [ 4 ] – all'interno della rete informatica globale.
La sua proposta, permeata dal mito di Prometeo adattato ad ogni presunto “giovane genio” che crea qualcosa nella web economy e clippata con il bel faccino popolare via-Mtv, viene inoltrata al lettore come rivoluzionaria ma è ingannevole.
Porta in sé il mito del capitalismo democratico.
Intendiamoci : il capitalismo è un'espressione economica che può diventare “più democratica” se partecipata con senso critico e propositivo dalla gente che la usa, ma ciò che viene proposto nell'intervista è qualche piccolo cambiamento all'interno del paradigma di controllo, che tra l'altro non contesta il ruolo pivotale della pubblicità ma lo rilancia, anche come necessario-? sostegno economico dell'informazione ( citata con una frase ad effetto – tra le tante sparse nell'intervista – ma presa in considerazione come mero veicolo pubblicitario ).

2

Parole del Pezzi-pensiero e gesti entrano nelle aree dell'attrattiva inutilità contemporanea e talvolta in contraddizione aperta, ma, come accadeva a Steve Jobs, si risolvono “magicamente” nella sua persona, previa sospensione dell'incredulità ( il frame tecnofideistico ).
Può essere “arte” e forse a maggiore ragione del considerare “arte” il mestiere del presentatore di artisti veri.
Ad esempio, la fierezza d'essere “italiano” – ma la italianità sarebbe il responso a un disordine sistematico, nient'altro – e l'adesione fattiva alla globalizzazione liquida.
Oppure la lode a chi compra una Ferrari, ma lui guida una utilitaria :


A proposito d’invidia. Perché c’è tanta invidia sociale in Italia?

«Penso che agli italiani bisogna dare la dignità di pagare le tasse».

Che cos’è «la dignità di pagare le tasse»?

«Significa: onora chi contribuisce. Chi compra una Ferrari dà lavoro a 50 persone, chi compra la 500 a due. Se i miliardari si comprano la 500 per evitare rotture di scatole ai semafori, 48 persone non lavorano. Se onori chi spende, crei già un atteggiamento favorevole a far ripartire l’economia».

Lei che macchina ha?

«Una Panda».

Qualcosa non torna.

«Vivo in una società e ne prendo le misure. Oggi, lo storytelling prevede che, se hai un’auto importante, sei Fabrizio Corona. È un’estetica che devo rispettare, non posso affermare da solo un mondo».



D'altronde, la Realtà = Verità è in buona parte liquida e lo era già prima della sua nascita :


Oggi, che si parli di Trump, Brexit o vaccini, si dà la colpa di tutto alle fake news. Si possono sconfiggere?

«Il dibattito è inutile. Tutto a questo mondo esiste per una fake news. Anche la Chiesa Cattolica. Cos’è fake, cos’è real? Alla fine vince una delle due e quella diventa storia. Serve solo sapersi chiedere: cui prodest? Chi ha interesse a mettere in giro questa news e quest’altra? Poi, scegli».



E se l'idolo è sazio e soddisfatto, lo è anche la massa che nella sua complessione muscolare facciale fissata dalle tecnologie digitali, nella maschera del ghigno del lupo che ha perso il pelo ( la cresta ), si specchia passivamente.
Torniamo a procedure antropologiche note, agite dalle élite sin dalla notte dei tempi.


3

Andrea Pezzi non mi dispiace, a dirla tutta.
Anzi, mi sta parecchio simpatico ( positivamente empatico ) e il suo umanesimo è il concreto sviluppo del Pensiero di un uomo che è partito dalla strada – figlio di un tubista e di una casalinga – e che attraverso la strada e il Paese dei Balocchi ( Mtv ) in cui ha vissuto per anni si è costruito. Dulcis in fundo si è laureato in psicologia all'università di San Pietroburgo.
Si sente nelle sue parole, che sono ascoltabili – magari come alla radio, come ho fatto io – nell'auto-intervista sul suo sito personale : [ 5 ].
Andrea Pezzi è – oggi – un imprenditore del web.

Ed è un imprenditore che ha dichiarato – a parole e con azioni ( secondo me ) contraddittorie, e che non porteranno ad esiti significativi perché la soluzione alla crisi sistemica in atto è anzitutto nell'individuo, quindi in una moltitudine di individui – guerra a Big Data.
In questo momento la sua holding Gagoo [ 6 ] – però che tristezza il logo copiato da quello di Google, creatività zero ! – possiede un portfolio di 6 start-up, subordinate e partecipate [ 7 ] :



1
2
The Outplay


→ Ovo


→ Goalscout.com


Myntelligence


Shallet


CUCU Sports




note

1 : link al sito ufficiale.
2 : link al registro britannico delle imprese ( Companies House ).

Le imprese sono registrate a Londra e la holding ha sede a Milano; Carlo De Matteo [ 8 , 9 ] è il braccio destro.

4

L'intervista del Corsera ha avuto luogo dopo che la creatura The Outplay [ 10 ] che fornisce strumenti di gestione ed analitici avanzati agli utilizzatori ( precision marketing ) e tecnologia precedentemente messa a punto dal gruppo, ha vinto il premio “Best Video Distribution Platform” ai Digiday Awards Europe [ 11 ].
Ma andiamo a dare un'occhiata alle singole attività.
Pezzi ha pensato di smontare il sistema della raccolta dei dati personali per il marketing che oggi è nelle mani delle OTT, consigliando la propria attività alle aziende inserzioniste :


«Mi sono chiesto chi è il padrone del dato? L’advertiser. Ma l’advertiser il suo dato non l’ha mai chiesto a nessuno. Quindi, cosa fa Google? Analizza il dato, lo mette in un sistema ordinato e glielo rivende alla prossima campagna. Con Myintelligence, io aiuto le aziende a capire che possono gestire i dati in autonomia, per erogare meglio i loro servizi e per guadagnare».


Ma cambia nulla se i dati crudi dell'audience informatica passano nelle mani degli inserzionisti, perché finiscono nei dischi di aziende che, se hanno dimensioni significative, sono sempre nel portafoglio della élite che balocca il mondo.
E all'utente nuoce la pubblicità in sé, che è falsificazione persuasiva, e poco cambia se l'inserzionista si fa la sua banca-dati agendo in sinergia con Myntelligence [ 12 ] piuttosto che usare un contratto che lo lega a Google ( per dire ).
E non è chiaro come, tecnicamente parlando, il sistema di tracciatura e riconoscimento degli utenti sia meno invasivo dei cookie [ 13 ].
Ancóra, dice :


«Sono un fan dei video, che però hanno un limite. Se leggo un articolo, mi devo sforzare e in quella fatica io cresco. Un video non richiede lo stesso sforzo, ha valore come innesco di un ragionamento che poi devi approfondire. Ai ragazzi, bisogna anche insegnare che la lettura è una ginnastica mentale necessaria».


Ma ha creato una video-enciclopedia nella quale ogni argomento, qualsiasi argomento, viene compresso in video da 3 minuti : Ovo [ 14 , 15 ].
{ d'accordo, ciascuno di noi rappresenta la storia di sé stesso, e l'esperienza nel mondo delle videoclip fa parte di quella di Pezzi }.
Ancóra, ha creato una piattaforma per il caricamento, banca-dati e distribuzione fotografica :


«[ ... ]. Facebook produce contenuti? No. Facebook siamo noi, però i dati se li tiene lui. Tu metti la tua foto e Mark Zuckerberg grazie alla tua foto fa i soldi, tu no. Nessuno, sui social, si rende conto di quanto vale quello che sta cedendo. È per questo che ho fatto Shallet».


Ma Shallet + ShalletStock [ 16 , 17 ] è nient'altro che un remix di Dreamstime [ 18 ], Shutterstock [ 19 ] ed altre sul mercato, un gioco di società nel quale l'utente può agire nel ruolo di proprietario dei diritti di riproduzione – di foto altrui, non delle proprie – usando l'app Shallet [ 16 ] e, attraverso questo, guadagnare due spiccioli anziché direttamente come creatore della foto ( come nelle altre piattaforme ).
Con l'aggiunta di un livello.

Infatti, con questo sistema, Shallet Ltd ci guadagna due volte : la prima con Shallet, trattenendo il 25% della transazione dei diritti dal creatore dell'immagine a due acquirenti obbligatori ( che acquistano il 50% a testa ), la seconda con ShalletStock, trattenendo il 25% delle vendite dai due detentori dei diritti ai clienti finali.
Lo spiega bene l'introduzione in forma di chattata, all'ingresso del sito di Shallet [ 16 ] :


[ ... ] per pubblicare una foto devi prima aver acquistato il 50% della foto di qualcun altro.

Quanto costa?

Decidi tu. Per esempio: se acquisti il 50% di una foto a 50 euro, puoi pubblicare una foto del valore di 100 euro. Questo perché il valore globale della foto che pubblichi è paritario al valore globale della foto che hai parzialmente acquistato.

Quindi dov’è il mio profitto?

Seguendo l’esempio di prima, hai speso 50 euro per acquistare il 50% di una foto, hai venduto due diritti della tua foto per un totale di 100 euro e mantieni il 75% delle vendite. Quindi incassi 75 euro.

[ ... ]

Quanto guadagno per ogni download [ da ShalletStock ] di una foto della quale detengo i diritti?

I guadagni vengono divisi secondo le seguenti quote: 25% diritti di Agenzia, 75% diviso tra i due proprietari dei diritti.Facebook produce contenuti? No. Facebook siamo noi, però i dati se li tiene lui. Tu metti la tua foto e Mark Zuckerberg grazie alla tua foto fa i soldi, tu no. Nessuno, sui social, si rende conto di quanto vale quello che sta cedendo. È per questo che ho fatto Shallet.



Diciamolo : se un creativo ha realizzato qualcosa che ritiene importante, qualcosa di buona qualità, certamente non ne vende i diritti di guadagno ad altri.
Ed allora, che qualità possiamo aspettarci dal database di ShalletStock ?
Una qualità da social ?
Ed allora, chi mai investirà soldi per compare i diritti di qualche foto banale dell'ennesimo gatto-del-cazzo piuttosto che dell'ennesimo tramonto-del-cazzo, che per un caso infinitesimale potrebbe fruttare quattrini ?
E poi : tra il broker – o forse è il caso di dire giocatore di gratta-e-vinci e videopoker – e l'artigiano, io scelgo sicuramente il secondo.


{ chiudono la famiglia un prodotto dedicato all'archivio dei gol della Serie A di calcio ( Goalscout ) [ 20 ] – due palle – e Cucu Sports che dovrebbe collegare direttamente sportivi e brand }.

5

Dopo alcune frasi ad effetto – «Diventeremo cyborg, ma se prima non capiamo cos’è un uomo saremo solo più infelici», «Non lo faccio per vincere contro le Ott, che sono imbattibili. Ma perché, per me, la vita è rappresentare un pensiero attraverso un’azione» – alcune risposte sono illuminanti la sua fede nell'Impresa → Sistema.

Come quella alla domanda sulla privacy :


Non trova mostruoso che si conosca tutto di noi, dove andiamo, come spendiamo?

«La privacy dei dati è un falso problema. Dipende dall’uso che ne fai. Se un’azienda deve erogare la pubblicità di un rossetto, a lei forse interessa, a me no. Se la geolocalizzazione serve a individuare un criminale, ben venga».



E poi :


«[ ... ]. Ognuno deve individuare il suo criterio di evoluzione e continuare a immaginare se stesso secondo questo criterio, per non farsi abbagliare da superpoteri che non rispondono al suo progetto di vita».

E se non lo facciamo?

«Già ora siamo condizionati da complessi e stereotipi, i chip che avremo addosso ci condizioneranno due volte. Leggeremo la realtà in maniera ancora più deformata. Saremo ancora più infelici».



Già.
Chissà chi ha spacciato gli stereotipi per decenni e attraverso quale mezzo di comunicazione ...
Andrea Pezzi è un furbacchione ?
Uno psiconauta di sé stesso ?

Entrambe le cose ?

In un mondo alla ricerca patologica di un leader, l'ex-vj di Mtv potrebbe anche crescere il proprio successo.

{ se volete suggere altro Pezzi-pensiero guardatevi l'auto-intervista nel sito personale già linkato [ 5 ] e video live come questo : [ 21 ] }. 

Bookmark and Share

8 commenti:

  1. Shalletstock/Shallet appare come una evoluzione sofisticata dello schema Ponzi, un classico della truffa.
    Per vendere una foto a DUE (solo 2) persone su Shallet devo prima aver acquistato il 50% della foto di qualcun altro?
    PER ALTRO DELLE FOTO QUALSIASI, ANCHE DELLE VACANZE O DEI SELFIE?
    What?
    NON inizia bene perchè inizia che devo pagare, mentre invece il concetto basilare è che sono gli altri a dovere pagare me se hanno bisogno delle mie immagini, mentre io NON ho bisogno di immagini di altri - visto che le produco.
    Cito dal mini tutorial iniziale di Shallet;
    "Per esempio: se acquisti il 50% di una foto a 50 euro, puoi pubblicare una foto del valore di 100 euro. Questo perché il valore globale della foto che pubblichi è paritario al valore globale della foto che hai parzialmente acquistato."
    WHAT?
    E poi chi mi garantisce che qualcuno acquisterà due mie foto del valore di 100 euro tra migliaia e migliaia disponibili?
    Cosa è, una lotteria dove devo pagare 100 euro per partecipare con la vaga possibilità di vincerne 200 (se e quando qualcuno comprerà le mie immagini)?
    Preferisco il gratta e vinci allora, dove almeno posso limitare l'investimento nella cifra e nel tempo a fronte di una possibilità di vincita assai maggiore di quello che ho speso.
    Intuisco però che il meccanismo è che tutti sti soldi passano attraversato Shallet che ovviamente ne trattiene un poco.
    Ci guadagnano sul serio solo loro.
    E poi che me ne faccio io di ste due foto DI MERDA che ho comprato?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo, Luca.
      La piattaforma avrà le sue star ma non credo che avrà successo.

      ===

      Elimina
    2. O invece avrà successo perchè i polli è immorale non spennarli.
      Poi Andrea Pezzi evidentemente non è un cretino, infatti sta puntando su diverse start-up, probabilmente facendo lavorare le stesse risorse su tutte per economizzare, così se glie ne entra almeno una sul serio ha fatto bingo, ma anche se gli vanno tutte benino con risultati economici anche poco eclatanti, ha fatto cumulativamente bingo.

      Elimina
    3. Pezzi assolutamente non è un cretino.
      Ha un substrato culturale umanistico notevole, ti invito ad ascoltare la sua auto-intervista proprio all'[ ingresso del suo sito personale ].
      Magari in background mentre lavori sulle grafiche, come ascoltando la radio.
      Sicuramente, l'esperienza nel Paese dei Balocchi – come egli stesso definisce la Mtv che ha vissuto a suo tempo – l'ha messo alla prova e gli ha iniettato esperienza vitale a profusione.

      E' che ...
      forse sinceramente, lui crede davvero che il paradigma capitalista possa rigenerarsi in sé e all'infinito.
      Ah.
      Ma la società sta perdendo i pezzi, anzi sta andando a pezzi ( con le “p” minuscole ).
      E non saranno le app del born-in-Romagna a salvare il mondo.

      Tanto più che lo slogan hashtaggato “#andgetthemoney” ( Shallet ) è un ben preciso richiamo al denaro facile, mentre non è affatto sicuro che il flusso di denaro sia “bidirezionale” cioè che ci guadagnino sia i creatori delle immagini che i detentori del copyright acquistato da due compratori, cioè non è affatto sicuro che una data immagine venga venduta almeno 1 volta su ShalletStock.
      E poi, come tu ben sai, per realizzare un MINIMO guadagno con la vendita delle immagini attraverso i siti di photo-stock, bisogna rimboccarsi le maniche e farsi un mazzo tanto, cioè postarne centinaia ( se non migliaia ).

      Quindi ...
      piega male, almeno dal mio punto di vista.

      ===

      Elimina
    4. > paradigma capitalista possa rigenerarsi in sé e all'infinito

      Il capitalismo... non esiste.
      Ovvero è il paradigma economico dell'etologia di specie: conservazione, accumulo, competizione intraspecie, ingordiagia ma anche spirito vitale, etc. .
      Sarebbe come... cercare di denotare come strampalato (i vegani, nella loro malattia lo fanno) come "strano" l'essere onnivori (essi inventano, infatti, un buffo termine, "carnismo").

      Il problema e' che... quello dei limiti: il capitalismo e' il paradigma economico di una popolazione con un numero impazzito, fuori controllo: la crescita esplosiva (tumorale) e' in esponenziale e, già da tempo, con ascissa a cui corrisponde una derivata prima in modulo estremamente grande, gia' dal secolo scorso.

      Il mondo e' in crisi perche' divorato, consumato, inquinato da miliardi di homo.
      In un mondo che si sta autodisruggendo per consumo irreversibile e forsennato di risorse non rinnovabili e relativo inquinamento (i rifiuti del metabolismo antropico) sempre piu' grave, il capitalismo sarà in crisi come tutto il resto, come l'approvvigionamento idrico, le societa' frantumate da tsunami e mifgratori e islamici, la perdita di fertilita' dei suoli e dei maschi, la distruzione dell'ossigeno atmosferico, etc. .
      In questo anche il capitalismo ha bisogno di una parte dei sistema in cui scaricare l'entropia, i rifiusti: se non ce' perche' tutto e' capitalistico, entropia e rifiuti vengono scaricati internamente al sistema stesso.
      I risultati sono evidenti in questo periodo, in Europa: ecco che l'entropia sociale fuori controllo viene pomposamente chiamata, da coglioni fanatici fondamentalisti gongolanti e oscurantisti con reboanti, ronzanti parole per cretini (forse la piu' assurda apologia per cretini e' quella della "societa' multietnica"/ multiculturalismo, "islam religione di pace" devo dire non e' male, e molte altre perle ancora).
      Il capitalismo e'ammalato perche' lo e' la societa' di cui esso e' sistema economico.

      Un cuore funzonante in un corpo che muore, cessa di battere e poi si imputridisce col resto.

      Elimina
    5. Scritto di fretta, scusare per i refusi.

      Elimina
    6. Il problema e' che... quello dei limiti

      Il Capitalismo abbisogna di numeri con il segno “+” per esistere, sennò le aziende falliscono.
      In altre parole, un'economia capitalista deve crescere continuamente ... all'infinito ... cosa impossibile.

      conservazione, accumulo, competizione intraspecie, ingordiagia ma anche spirito vitale, etc. sono utili in un sistema in espansione, ma poi, costruita l'economia e raggiunta la massima crescita materiale possibile – vedi la saturazione dei beni, del costruito urbano, etc. – bisognerebbe che gli individui costituenti la società umana iniziassero a sostituire il ragionamento di pancia con il ragionamento di cervello.
      Occorrerebbe una evoluzione della specie.
      Altrimente finiremo nel solito gorgo chiamato comunemente “guerra” : l'ennesimo passo indietro dopo alcuni in avanti.

      Quindi contesto la chiusura del tuo intervento :

      Il capitalismo e'ammalato perche' lo e' la societa' di cui esso e' sistema economico.
      Un cuore funz[i]onante in un corpo che muore, cessa di battere e poi si imputridisce col resto.


      Soprattutto quel “cuore funz[i]onante in un corpo che muore” : lo scopo della borghesia è raggiungere il Benessere, il Benessere conduce alla Decadenza.
      Urge una scossa periodica, per rianimare la società.
      Ma, come detto, lo schema economico capitalista è formidabile nella ( ri-)costruzione e fino alla massima crescita, poi fisiologicamente degrada e degrada la società umana.
      Pertanto non sono d'accordo con la tua dissociazione tra “cuore” e “corpo” : vi è un nesso biunivoco ed inestricabile, tra le due entità.

      In questo anche il capitalismo ha bisogno di una parte dei sistema in cui scaricare l'entropia, i rifiusti: se non ce' perche' tutto e' capitalistico, entropia e rifiuti vengono scaricati internamente al sistema stesso.

      Eh ...
      sì, è esattamente ciò che sta accadendo.

      ===

      Elimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina