Compagno mitra




Copertina



LA BELLA E LA BESTIA

Jolanda aveva 16 anni nel 1943, quando accettò - o fu costretta - di aggregarsi a uno dei reparti tedeschi che scendevano in Italia.
Accettò o fu costretta per via della lingua tedesca che studiava al liceo di Capodistria: la Wehrmacht aveva bisogno di interpreti.
L'accusa di essere spia era un'accusa semplice, terribile e inesorabile che in quei venti mesi colpì nel lutto migliaia di famiglie.
Era un'accusa che i partigiani rivolgevano prima di tutto agli interpreti, poi alle ostetriche condotte, alle sartine e lavandaie di caserma, eccetera.
Se ne salvarono poche.
Jolanda fu lasciata libera di tornarsene a casa quando il suo reparto raggiunse i confini con il Lazio. Da qui cominciò il suo calvario.
Per giorni peregrinò, lontano dai paesi, per strade e sentieri. Poi la pioggia, la fame il freddo la costrinsero a bussare alle case.
Macilenta, sporca, coi pidocchi, i suoi abiti puzzavano e nessuno le apriva.
Poi a Lugnola, paesino a confine con l'Umbria, una famiglia ne ebbe compassione e l'accolse. Ben presto si dimostrò la buona ragazza che era, disponibile ad aiutare, a far legna, a lavare i piatti e ne fu ricompensata con il rispetto e la gratitudine della gente semplice.
Ma la presenza di questa sconosciuta giunse ai partigiani che subito pensarono a una spia.
Il comandante dei partigiani, Egisto Bartolucci (1902-1978) [ ... ] senza esitare ordinò al boia del distaccamento di andare a prelevarla, di condurla in luogo isolato e sopprimerla.
Jolanda era a tavola in lieta armonia quando entrò il Male: irruppero due partigiani col mitra spianato.
La prelevarono e si allontanarono dal paese dirigendosi verso la collina.
Al limitar d'una radura si fermarono.
Era il luogo dell'esecuzione.
Jolanda piangeva, supplicava i due di lasciarla andare.
Fu violentata. Poi il boia le disse che poteva andarsene perché era libera.
Incredula mosse, incerta, qualche passo e voltandosi, si allontanò.
Fu richiamata a gran voce: era il boia che le gridava di afferrare il regalo che le stava lanciando.
Jolanda si fermò, si voltò e allungò le braccia per prendere quella cosa che finì ai suoi piedi esplodendo.
Era una bomba a mano che le squarciò il ventre.
Urlava di dolore, trattenendosi le viscere scoperte, mentre il boia divertito le si avvicinava.
La fece tacere con due colpi di pistola alla testa (atti istruttori).
Questo boia si chiamava Francesco Marasco, nome di battaglia "Pizzo", partigiano comunista della formazione Gramsci di Terni. Dopo la liberazione era alloggiato come tuttofare nella sede della federazione provinciale del Pci, nel palazzo Mazzancolli. Fu arrestato e rimesso in libertà. Nuovamente arrestato fu inquisito per questo omicidio, dal quale fu prosciolto per amnistia, essendo prevalso il carattere politico del suo crimine.
Chi dice che le amnistie servivano ai fascisti?






1

Una settimana fa è stato celebrato e mediaticamente trascurato – “casualmente” a ridosso del Festival di Sanremo [ 1 ] e della peggiore edizione degli ultimi anni, forse di sempre, usata come sfacciata propaganda del Globalesimo [ 2 ] – il Giorno del Ricordo [ 3 ] con lo scopo di «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».

Ma quegli italiani sono stati solo una parte degli offesi ed assassinati per mano partigiana.
Lo scrittore e saggista storico Gianfranco Stella [ 4 ] si definisce brevemente sulla sua pagina faccialibresca [ 5 ] con “2 LAUREE - 9 LIBRI - 6 PROCESSI [ ... ]” e ha descritto in alcuni libri le atrocità compiute dagli “eroici partigiani” “italiani” – che qualcuno ebbe ed ancora ha l'incoscienza di chiamare “Padri della Patria” – tra cui la storia che riproduco sopra.
L'ultimo suo libro è Compagno mitra ed è acquistabile al prezzo di 25€ + spese di spedizione [ 6 ].

2

A causa della sua attività di ricerca della scomoda verità contraddittoria il mito dei “partigiani liberatori”, Stella ha dovuto subire diversi processi civili e penali.

A proposito di quello intentatogli per la ricerca sulla Strage di Codevigo ( o Eccidio di Codevigo ) [ 7 ] :


Biografia

[ ... ]

Il suo libro più discusso che determinò la denuncia da parte dei vertici nazionali dell’ANPI ( Ettore Gallo, Arrigo Boldrini, ecc.) , racconta la strage di Codevigo, compiuta dai partigiani della 28° brigata comandata da Bulow (A.Boldrini),nel maggio 1945.
La messe di nomi e di fatti precisi che caratterizzano questo libro portavano Gianfranco Stella sul banco degli imputati per i reati di diffamazione (dei partigiani) e vilipendio (alle forze amate).
Si trattava d’un processo che nessun tribunale voleva affrontare: da Ravenna a Forli, quindi a Rimini ove il libro era stato stampato. Fu la cassazione a definirne la competenza e a Rimini (avv.Accremann parte civile e avv.Benini per la difesa) si celebrò il processo alle soglie della prescrizione.
La sentenza fu di doppia assoluzione per avere applicato i giudici l’esimente dell’opera scientifica. L’appello confermò. La causa civile che il Boldrini aveva nel frattempo intentato a Gianfranco Stella fu ritirata.

La strage di Codevigo si può definire sul piano storico il primo atto di accusa contro le disposizioni del comando generale delle brigate Garibaldi che prevedevano per i prigionieri arresisi l’immediata soppressione. E anche la sentenza costituì il primo caso di giurisprudenza in cui un autore veniva assolto quantunque avesse accusato di assassinio in fatti specifici determinate persone.

[ ... ]

Gianfrancostella.it


Incalzato da un utente a proposito delle due condanne ricevute, egli ha così risposto sul social :



Giovanni Bernocco – Ha dati storici per confermarlo? Perché alcune sentenze che la vedono reo di diffamazione non propendono proprio a suo favore in qualità di "storico"

Gianfranco Stella - Scrittore – Lei, carissimo Bernocco, si riferisce, probabilmente, a sentenze civili, quelle penali le ho sempre vinte. Vede, il parente di un partigiano assassino si sente in dovere di farmi causa per diffamazione. E la diffamazione c'è tutta, perché non si può chiamare, ad esempio ladro un ladro. Diversamente sarebbe calunnia.

Facebook


Detto con altre parole : centinaia di episodi documentati, soli 6 processi, da cui quattro assoluzioni e due sole condanne di risarcimento subite, siccome nella democratura non è possibile definire una entità con il descrittore più appropriato.

Le rarissime sconfitte processuali subite, peraltro marginali, non ledono il lavoro di testimonianza enorme svolto dal dott. Stella nel corso di decenni di applicazione al tema della “Liberazione”, agli occhi di chi ha una testa pensante e una Coscienza propria da tempo, e nemmeno a quelli di chi si sta svegliando dall'assopimento indotto dal Sistema installato dai vincitori delle guerre citate.

[ ... ]

Vedi anche


DV
2019/02/10
Istriana

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5 commenti:

  1. Se è un fatto storico, avrà avuto modo di documentarlo. Dato che io lavoro in un Archivio di Stato, sono abbastanza informata su episodi e studiosi di storia.

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    1. In linea generale ti ha già risposto Uomo, qua sotto.

      Le ricerche di Stella includono sia la documentazione ufficiale che le testimonianze sia dirette che tramandate di padre in figlio, spesso è necessario ricorrere ad entrambe le tipologie per ricostruire queste tremende storie.

      Hai presente la cartina politica dei seggi E-R dopo le ultime elezioni ?

      Beh ...
      le chiazze rosse marcano le aree delle stragi partigiane più efferate ( il Triangolo della Morte, il Ravennate ... ) nelle quali il Terrore ha sradicato i sentimenti umani e costretto alla fuga chi in quelle terre era nato e cresciuto come ITALIANO.

      Non solo l'Istria, il Quarnaro e la Dalmazia sono state teatro delle efferatezze dei “Padri della Patria” e dei loro compari.

      Oltre a queste, va aggiunto che 051 – nel cui territorio avvennero pure numerosi crimini partigiani – è la capitale burocratica della provincia e della regione : il Partitone ha spacciato molti posti di lavoro, molte case popolari e altri benefit, fidelizzando così il nocciolo duro del proprio seguito.

      I “bolognesi” ?

      Prima tutti fascisti, poi tutti comunisti.

      = Merde.

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  2. Ogni mese che passa vengo a conoscenza di, per me nuove, mattanza orribili. Molto spesso eccidi, stupri, torture, etc. ad opera delle brigate Garibaldi. Ovviamente nulla di tutto ciò è presente nella storia che è stata lavata per bene per garantire la unica, superiore e immacolata Ortodossia.
    Una colossale adulterazione della narrazione allo scopo di lavare i cervelli e manipolare le masse.
    La merda messa sotto il tappeto arcobalengo/rosso non si volatilizza non sparisce.

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  3. quando c'era la guerra in Irlanda del Nord si diceva che anche gli atei erano cattolici o protestanti

    diciamo che c'era un antefatto, ovvero la dittatura (si legga bene il termine "dittatura") fascista (si legga bene il termine "fascista") da oltre 20 anni.

    diciamo quindi che i cattivi erano sicuramente i primi, e forse tra i buoni qualcuno non era tanto buono. ma aveva decisamente più chances di esserlo.

    il tutto in mezzo ad una cosa chiamata guerra

    poi c'è anche chi dice che il fascismo non era così male e vuoi mettere l'URSS di Stalin. e vabbè, allora manco discutiamo più no?

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