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Sul binario dell'ideologia


«Per noi non va fatta[,] ma la decisione la prendono i politici»

Ponti, il capo della commissione costi-benefici

L'intervista

di Marco Imarisio

Professor Marco Ponti, capo della commissione per l'analisi costi-benefici...
«Alt. Prima di tutto una doverosa precisazione sul grafico pubblicato ieri dal Corriere».

Cominciamo bene.
«Quei dati molto ottimistici sugli effetti economici della Torino-Lione sono il risultato delle analisi di valore aggiunto, che si chiama così perché per ogni euro pubblico speso calcola il moltiplicatore, ovvero quali imprese ci lavoreranno, appalti e subappalti, eccetera».

Dov'è il problema?
«Si tratta di un tipo di studi che ha sempre un valore positivo, ma non può mai essere usato a supporto di una decisione sulla fattibilità dell'opera».

La vostra analisi costi-benefici invece può?
«Noi misuriamo gli effetti positivi e negativi di quella spesa. L'analisi di valore aggiunto è molto amata dai decisori politici, che invece detestano analisi come le nostre».

Il vostro studio non è stato commissionato proprio da un «decisore politico» contrario alla Tav?
«Che c'entra. Chi c'era prima invece era favorevole. Dov'è il problema?».

Forse nel fatto che a cominciare da lei tutti i membri della commissione sono contrari alla Tav?
«Noi non abbiamo punti di vista. Noi abbiamo numeri. Altrimenti saremmo dei cialtroni. Conta la competenza, non la terzietà».

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Oggi cosa è cambiato?
«Ci sono meno soldi. Lei provi a pensare quanti migranti si possono salvare o quanti posti di lavoro si possono creare, con i denari della Tav».

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Corriere della Sera, 11 gennaio 2019, pag. 2


1

Trovate l'errore.

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3 commenti:

  1. Se andiamo considerando le priorità, c'è da vendere subito i Musei Vaticani e col ricavato sfamarci il Burkina Faso.

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    1. No, no, Franco, non ci siamo proprio.
      Considera che il tuo frizzo contiene, in fondo, un orribile schema di pensiero terzomondista, pietista, razzista_noi_sappiamo_come_aiutarli.

      1) I burkinafasesi si devono sfamare da soli, altrimenti significa che
      o - o sono troppi per le risorse e competenze che hanno oppure
      o - devono aumentare le proprie competenze perche' la loro ignoranza/disorganizzazione li rende poveri/non competitivi.


      2)
      Il Burkina Faso e' colonia de-facto dei Francesi che hanno condotto politiche sporche nei confronti degli africani (e, in Europa, contro gli italiani/l'Italia).
      Se essi si ritengono in debito etico, vendano il Louvre.

      3)
      Non ce' alcun motivo per cui le risorse artistiche dei musei vaticani debbano essere vendute per "sfamare" i burkinafasesi.
      Non e' che tu dopodomani vendi le mie tre croste perche la cognata del tuo amico Pino l'hanno sfrattata, no!?

      4)
      Piu' contraccezione, meno problemi da sfamare.

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    2. Se andiamo considerando le priorità

      E' proprio su questo “noi”, che il discorso deraglia subito.
      Perché questo “noi”, che sottintende “noi occidentali” ... non esiste.
      Esistono i francesi, che (come ricordato sopra) fanno i porci comodi loro nel Burkina Faso e in tanti altri Paesi africani, sono andati a rompere i coglioni a noi italiani spaccando la Libia gheddafiana, e hanno ritardato per 10 anni il vertice afro-UE mettendo il bastone tra le ruote a una politica egemone europea comune, di cui evidentemente non vogliono sapere perdere (e così, hanno favorito la Repubblica Popolare Cinese, che invece ha proceduto spedita nella sino-colonizzazione del Continente Nero).
      Esistono gli inglesi che fanno i porci comodi loro.
      (esistono gli amerikani che fanno i porci comodi loro).
      E via dicendo.
      E tutto questo, dietro il paravento di una “Unione Europea” che serve solo da fondale per gli ingenui ideologizzati dalla scatola catodica e da quelli come Michele Serra.
      Mentre dietro le quinte (ma anche sfacciatamente davanti, vedi la mass-migrazione e la generale devastazione del frusto Occidente Europeo) ne succede di ogni.

      Ma poi, chi avrebbe stabilito questo nostro ipotetico “dovere” ?

      Il commento di Franco è triste, perché procede proprio nella direzione esplicitata dal cialtrone (così stabilito da lui medesimo, leggete bene) che ho citato sopra : prima i “diritti” dei poveri e “poveri” africani, poi i nostri.

      Chiodo fisso.

      Dovrebbe, secondo costoro, essere il chiodo fisso di tutti, eh.

      Di solito, chi perora la causa terzomondista è un borghese pasciuto, senza grossi problemi economici, spesso dipendente od ex-dipendente pubblico, e dalla vita abbastanza vuota, di un vuoto pneumatico tale che viene farcito dalla “trippa” spacciata dai mass-media del Sistema.

      Spero che Franco non sia così disperato.

      Ma l'operaio che fatica ad arrivare al 30 del mese la vede in modo un po' diverso.

      ===

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