Testata

Post-verità


L'era della post-verità

L'Oxford Dictionary ha indicato post-truth come parola dell'anno; la sua traduzione più in voga è post-verità: sta a indicare circostanze in cui l'opinione pubblica è formata non da fatti oggettivi, ma da appelli a emozioni e credenze personali.

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L'avvento di internet porta con sé grandi opportunità, ma anche nuove sfide: in passato le informazioni erano scarse e preziose, ma in genere piuttosto affidabili. Oggi, al contrario, la conoscenza è a portata di mano e spesso gratuita, ma il livello di attendibilità è decisamente più basso.
L'unico antidoto è allenare il senso critico, confrontare le fonti e verificare i fatti, perché molti interessi spingono per fornire informazioni parziali, incomplete o addirittura false.

= Dario Orlandi =
Pc Professionale n. 309, pag. 32


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Dario Orlandi è un bravo ragazzo che apprezzo come redattore di una delle riviste di informatica che leggo da anni, ma sembra credere che, da qualche parte in questo mondo e dimensione, sia esistita e possa esistere una “informazione oggettiva” : lo stesso termine è un ossimoro in sé, siccome la informazione prevede che esista una fonte relativa ( nel punto di vista = nelle peculiarità del soggetto emittente, che sia stato partecipe all'azione, testimone oculare, oppure che riproduca l'esperienza altrui ) dell'entità che si vuole trasmettere, e che tale entità venga trasformata in messaggio attraverso un processo comunicativo umano e tecnologico, fatto di intelletto ( una volontà personale direzionata ), tecnica linguistica e tecnica meccanica-digitale;

le tecnologie e gli usi che se fanno compartecipano alla determinazione del processo comunicativo e al “risultato finale” ( il messaggio codificato ) che non è affatto finale, ma pronto ad essere ri-processato ( de-codificato ) dal soggetto ricevente che pure possiede proprie peculiarità ( culturali, retoriche, sensoriali ... etc. ) che ne condizionano l'azione di lettura e interpretazione intima.

E questo mio preambolo non dev'essere frainteso come lo sdoganamento del cosiddetto e pessimo “relativismo assoluto” ( che è altra cosa e afferente l'ambito culturale e politico ) ma come enunciazione appena tratteggiata e doverosa dei termini basilari in gioco, la cui importanza è cruciale : siccome noi esseri umani necessitiamo di collaborare con i nostri simili nel vivere, necessitiamo di convenzioni strumentali a una piattaforma narrativa comune condivisa.

La censura sistemica


Soros, fake news e senso del ridicolo…

I CERCA-BUFALE

Si chiama International Fact-Checking Network (IFCN) ed è la rete di organizzazioni che ha sottoscritto i principi del Fact-Checking Code redatto dal Poynter Institute, uno dei più importanti istituti giornalistici e analisi media del mondo.

Si tratta di una serie di norme e regole della “buona informazione” che serviranno a capire quando una notizia è vera e corrisponde a criteri di veridicità e affidabilità delle fonti.
Il codice IFCN è stato accettato anche da Facebook che nei prossimi giorni attiverà un sistema di segnalazioni per gli utenti, delle notizie ritenute false; una volta che una notizia è segnalata dai lettori, i “verificatori” IFCN dovranno confermare o meno la segnalazione e in caso positivo, spiegare perché quella notizia non è vera [ ... ]
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L'Anarca


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L'establishment politico, mass-mediatico e circense [ 1 ] ha fallito la missione ricevuta, e la politica global decisa dal Livello Superiore ha subito diverse sconfitte in questo anno che va terminando : il Brexit, le elezioni del Presidente USA [ 2 ], il referendum costituzionale a 0039 [ 3 ] ... solo con mesi di lavoro sulla psicologia dell'opinione pubblica, il candidato verde alla Presidenza austriaca ha battuto l'avversario populista Norbert Hofer, dopo che questo aveva vinto le prime elezioni ma la vittoria gli era stata negata da sfacciati brogli [ 4 ];

l'incantesimo sta vacillando, la narcosi sembra diradarsi a tratti e un barlume di coscienza del concreto riaffiora negli intelletti degli imbolsiti e storditi cittadini occidentali ...
Ecco, allora, che i pezzi grossi corrono al riparo con la strategia di una censura globale = rafforzamento della favola narcotica in nome delle buone maniere subito abbracciata da Zuckerberg ( e che dovrebbe essere operativa tra poco : se ne è parlato svariate volte, ci sono stati svariati tentativi parlamentari locali ( anche a 0039 ) di imbavagliare la rete ... che brutta cosa è la libertà di opinione, quando le opinioni sono contrarie al sistema ...
{ immancabile sostenitrice della censura, è il cancro ong Open Society dello squalo George Soros [ 5 ] }.

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Bambole natalizie




Il disegno di una matrjoshka.


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Spesso, uso questo mio spazio on-line accasato sui server Blogger come block-notes per sfaccettare e dare forma approssimativa ma più concreta ai fenomeni di massa che a livello di idea sono plasmati dalla narrazione mass-mediatica mainstream in pillole narcotiche per l'audience, e riporto stralci giornalistici, dati, cartine, altri oggetti statistici e descrittivi;

e tuttavia, credo che i singoli principali eventi mondiali non siano frutto del Caso – il Caso non esiste, il cosiddetto “visibile” è generato da filiere di singoli eventi legati da nessi causaeffetto – ma codici, messaggi politici progettati a tavolino ed eseguiti dai servizi segreti con lo strumento di killer sistematicamente fatti fuori poco dopo avere eseguito il compito;
la matrjoshka [ 1 , 2 ] che è ciascuno di questi eventi non può essere approcciata che con un'analisi escatologica, l'unica in grado di ri-costruire la struttura complessa e i significati contenuti;
{ questa è – ad esempio – la linea editoriale del Maestro di Dietrologia ( MdD ) [ 3 ], linea del blog che approvo ( e cito su questo mio ) sebbene con lui mi sia pure scazzato e pesantemente più volte, per la sua inclinazione buonista nell'analisi e giudizio della mass-immigrazione ( ed altro ) }.

Quando a 0039 ...




Grazie alla lungimiranza di Adriano Olivetti negli anni 1950 e 1960 l’Italia sviluppò una propria industria dei grandi computer elettronici, ottenendo eccellenti risultati con la gamma “Elea”, avanzata e competitiva con i concorrenti americani. La scomparsa prematura dei creatori dell’impresa e l’insipienza del mondo imprenditoriale e finanziario italiano pose fine a quella straordinaria intrapresa. Con gli stessi progettisti italiani, General Electric, erede del sogno Olivetti, realizzò in Italia gli elaboratori GE 115 e GE 130, distribuiti in tutto il mondo. L’Autore di questa autobiografia, allora giovane progettista al lavoro nei grandi centri di ricerca di Borgolombardo e Pregnana, descrive azienda, macchine e protagonisti di quel periodo d’oro dell’elettronica informatica italiana [ ... ].
Amazon.it


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Segnalo ai miei lettori questo saggio ( anche auto-biografico ) di Giorgio Garuzzo, progettista all'Olivetti negli anni d'oro, che in questo momento è scaricabile integrale e a gratis in formato e-book Kindle : “Quando in Italia si facevano i computer” [ 1 ];

può essere usato personalmente e/o per un rintuzzo festivo ai regali natalizi, dedicato ad appassionati di informatica ma anche dell'Età industriale di un Paese che a tratti è stato la quinta potenza industriale del mondo e il quarto esportatore, e che oggi è un cumulo di spazzatura ( come gran parte dell'Occidente ).

Pensierino di natale # 2




E come ogni anno, assistiamo all'isterica ricerca editoriale dell'''eroina dell'anno'';
nel numero invernale di ''Wired'' [ 1 ], la redazione ha dedicato titolo e copertina alla campionessa paraolimpica Bebe Vio;
pensandoci bene, non ho ancóra consumato un rapporto sessuale con una ragazza disabile e magari menomata.

{ mi manca }.

Astio

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Pensierino di natale # 1


Ma sulle bancarelle del tradizionale mercatino di Natale di Santa Lucia, è stata venduta anche l'ormai tradizionale figurina da presepe dell'africano che chiede l'elemosina con il cappello da baseball, magari con riproduzione dell'angolo del bar ?
Astio


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Elezioni austriache , la Psicobolla e gli altri




Il confronto tra i candidati maggioritari nei distretti austriaci, dopo il primo turno della elezione del Presidente [ 1 ], il 24 aprile.



Le maggioranze nei distretti austriaci, dopo il secondo turno annullato per forti irregolarità [ 2 ], il 22 maggio.


Austria, le presidenziali di maggio si trasformano in farsa

Da tre giorni alle udienze per il ricorso presentato dai populisti della Fpö si susseguono i racconti tragicomici di presidenti di seggio e scrutatori: conti che non tornavano, schede dall'estero aperte in anticipo o annullate, spoglio fatto in fretta e furia

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Il contenzioso riguarda il voto per corrispondenza, circa 600mila schede che per legge si sono potute aprire e contare soltanto lunedì 23 maggio, quando il voto nei seggi era già chiuso e dava, peraltro, il candidato della Fpö Norbert Hofer in vantaggio. Quelle ultime schede hanno rovesciato clamorosamente il risultato finale a vantaggio di Van der Bellen.

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la Repubblica




Le maggioranze nei distretti austriaci, dopo il terzo turno definitivo [ 3 ], il 4 dicembre.


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E così, sono state ripetute le elezioni del Presidente austriaco [ 4 ] dopo che le precedenti erano state viziate da pesanti brogli per impedire l'elezione del candidato populista Norbert Hofer [ 5 , 6 ];

la progressione delle cartine politiche dell'Austria sopra esposte, evidenzia come i mesi di attesa sono stati utilizzati efficacemente dal Sistema politicamente corretto e filo-UE, e dopo l'ennesimo rinvio ( evidentemente a settembre i sondaggi non davano ancóra pronta un'affermazione della postura prona al Livello Superiore e ai suoi galoppini ) [ 7 ] ha “vinto” “legittimamente” il candidato verde Alexander Van der Bellen [ 8 ].

Ma dove ha vinto, l'attuale Presidente ?

Ha vinto nei pochi distretti metropolitani austriaci, nelle aree costruite ed artificiali continue, di continuità cementizia [ 9 ] e virtuale, abitate da individui avatarizzati cui è possibile credere ogni cosa ( e gli è stata fatta credere ogni cosa ) : l'ambiente antropizzato che definisco Psicobolla ( con la “P” maiuscola, essendo il riferimento ad una regione precisa, l'Occidente del pianeta );
il candidato sconfitto, ha invece avuto i voti del Paese profondo cioè di quell'area in cui vige una diversa Realtà.

{ credo per per ordire una interpretazione politica dei fenomeni globali, si debba passare obbligatoriamente attraverso una critica dei modelli di Realtà vissuti e in varia misura imposti, nell'attesa di un ritorno della Realtà Materiale ( se sarà ) }.

La ferocia


L'Anpi sfregia l'Inno d'Italia per fare contenti i migranti

Durante una commemorazione inno modificato in "Fratelli in Italia" per promuovere l'integrazione degli immigrati

Oggi a Bologna, in occasione della festa dedicata ai partigiani all'Istituto Aldini Valeriani di Bologna, ex partigiani e studenti hanno cantato un inno di Mameli diverso. Modificato, o forse sarebbe più corretto dire "storpiato". "Fratelli in Italia" invece di "Fratelli d'Italia" [ ... ].

il Giornale


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Mentre l'A.N.P.I. ha dichiarato la propria contrarietà [ 1 ] alla riforma costituzionale proposta nel referendum del 4 dicembre [ 2 ] e rigettata dalla maggioranza degli “italiani” [ 3 ], alcuni cosiddetti “partigiani” hanno continuato pronti ed imperterriti l'opera di auto-distruzione del Paese due giorni dopo, il 6, dopo avere tradito e assassinato la Patria negli anni finali della Seconda Guerra Mondiale, successivi all'arresto di Benito Mussolini perpetuato per volontà del reuccio;
è successo alla Bolognina di 051, quartierino noto per la celebre svolta di Achille Occhetto nel 1989 [ 4 ] ( il tradimento degli ideali socialisti per la trasmutazione del P.C.I. nelle varie sigle liberiste e nient'affatto di Sinistra che succederanno ) e, nella cronaca quotidiana, per essere teatro di aggressioni subite dagli autoctoni da parte delle meravigliose risorse importate, quartierino in cui i No sono stati maggioritari ( a 051 i quartieri agiati hanno votato e quelli popolari hanno votato No ) : lo stupro dell'inno “italiano” – che non mi ha mai esaltato e cui preferirei il risorgimentale “Va, pensiero” verdiano [ 5 , 6 ], siccome la “Italia” è ancóra da ( ri-)fare, ma comunque esso è l'attuale inno nazionale, che piaccia o meno a me e a voi – eseguito a favore ideologico della mass-immigrazione e del Chaos, in una scuola secondaria in cui i ragazzi ( in maggioranza minorenni ) sono stati criminalmente cooptati da professori e altri adulti che hanno aderito [ 7 , 8 ].


Per cantare “Fratelli IN Italia” bisogna avere il pelo sullo stomaco di una notevole ferocia distruttiva del e di tutto.

{ il Corriere di Bologna riporta che la sezione A.N.P.I. provinciale ha precisato che si è trattata di una iniziativa autonoma della sezione locale del quartierino : [ 9 ];

già in occasione dell'Expo 2015 l'inno era stato manomesso in chiave buonista, con Agnese Renzi addirittura commossa per lo scempio eseguito : [ 10 ] }.

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Post referendum



Lo scontro frontale fra Popolo italiano e Unione Europea è imminente e inevitabile

di Riccardo Paccosi


Premesso che Renzi – forte di un 40% ottenuto contro tutto il resto dello schieramento politico – non è affatto uscito di scena, la situazione in divenire consente di non pensare per un po' all'ex-premier e di concentrarsi, finalmente, sul fattore causale del ventennale processo di destrutturazione istituzionale riassunto nell'assioma ideologico “fare le riforme”. Rispetto a quest'ultimo, infatti, la riforma Renzi-Boschi è stata semplicemente l'ultima espressione in ordine di tempo e, sicuramente, non costituirà l'ultimo tentativo.
La necessità del “fare le riforme” è coincisa, per tutta la durata della Seconda Repubblica, con un lento ma progressivo processo atto a rendere i governi europei in sintonia con le necessità di competizione globale dei mercati e, quindi, con l'obiettivo di demolire le protezioni sociali che regolano il lavoro, la sanità e l'istruzione, nonché con l'intento di sottrarre agli organismi elettivi la possibilità di decidere le politiche di bilancio.
 

Questo processo, che è proprio della globalizzazione, per chi abita in Italia e negli altri paesi europei si traduce nel potere decisionale conferito – dalle Corti Costituzionali e dai Parlamenti degli Stati-nazione – agli organismi eurofederali non elettivi, vale a dire la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea. Questo processo di azzeramento della sovranità popolare è stato compiuto all'insegna della legalità formale (sono state utilizzate, cioè, le legittime prerogative di Consulta e Parlamento) ma, al contempo, ha determinato un aperto contrasto con la legalità costituzionale (sono stati resi ineffettivi, cioè, almeno una trentina di Articoli della Carta).
Che a monte di tutto ci fosse il progetto di una dimensione giuridica sostanzialmente post-costituzionale – ovvero il conferire potere a organismi non elettivi – era chiaro anche nella riforma Renzi-Boschi e, specificamente, nella riforma dell'Articolo 55 ivi contenuto (laddove si parlava del Parlamento come attuatore degli indirizzi dell'Unione Europea, ovvero gli indirizzi della Commissione e della BCE, ovvero gli indirizzi di organismi non elettivi).
 

Oggi, il progetto di riduzione progressiva della sovranità popolare ha avuto una temporanea battuta d'arresto a causa del risultato referendario. I pezzi sulla scacchiera iniziano quindi a muoversi e tutto lascia indicare come in gioco, con quel referendum, non vi fossero affatto le alchimie della politica italiana, bensì l'assoggettamento di quest'ultima agli organismi eurofederali.
Alcuni esempi:

– il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker, ben lungi dal rispettare l'esercizio del suffragio universale, ha immediatamente bollato gli elettori italiani come “irresponsabili”;
– il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, ha chiarito alcuni giorni fa che il futuro dell'Italia dovrà comunque essere quello delle riforme in senso mercatista, “qualunque sia l'esito del referendum”;
– un consigliere economico del governo tedesco, Wolker Wienland, ha espresso l'ipotesi che l'Italia chieda aiuto al fondo europeo salva-stati e al Fondo Monetario Internazionale [ 1 ]; in pratica, si tratta dell'ipotesi di replicare la situazione della Grecia con tutto ciò che ne consegue.
 

Le comunicazioni terroristiche sulla tenuta finanziaria dell'Italia provenienti dalla UE, ovviamente, saranno utilizzate dal blocco politico che ha sostenuto il SI' per dire “ve l'avevamo detto” (come se la riforma referendaria implicasse il risanamento finanziario). Ma è evidente che per la parte di popolazione che ha sostenuto il NO – composta principalmente da poveri, ceto medio precarizzato e classe lavoratrice – si pone adesso il problema di uno scontro diretto e frontale contro l'Unione Europea. E' quest'ultima, infatti, che punterà a contrattaccare per distruggere il residuale potere popolare e di classe ancora rimasto nel sistema italiano. Demolire protezioni sociali, assistenza pubblica e diritti del lavoro fino al punto di lasciare, come già avvenuto in Grecia, la maggioranza della popolazione in condizioni di passività e rassegnazione.

Chi può opporsi a tutto questo?

La sinistra PD non ha alcuna intenzione di opporsi all'Unione Europea e, quindi, nulla induce a escludere che Bersani, D'Alema e compagnia siano disponibili fin da domani ad appoggiare un governo di macelleria sociale, come già fecero ai tempi di Monti.

L'area di Sinistra Italiana, invece, oltre a non possedere una posizione unitaria sull'Unione Europea, ha come unico obiettivo l'allearsi coi Democratici per condizionarli “da sinistra”; pertanto, quest'ultimo può forse dirsi il partito meno utile nello scenario odierno giacché privo d'una visione politica autonoma. La Lega Nord e Fratelli d'Italia – che a parole affermano di contrapporsi alla UE, ovviamente da destra – in primo luogo esprimono da sempre una cultura dichiaratamente neoliberista; in secondo luogo, difficilmente potrebbero disancorarsi da Forza Italia, la quale rimane saldamente impiantata nel Partito Popolare Europeo e, quindi, nella prospettiva eurofederalista.
Il Movimento 5 Stelle è l'unica formazione dove, almeno all'interno della base elettorale, vi è una relativa coscienza dei problemi finora esposti. Il problema, però, è che la linea politica della dirigenza di quel partito sembra andare in una direzione diametralmente opposta: ovvero sta andando verso la premiership di Luigi Di Maio, quindi verso una linea di non contrapposizione all'Unione Europea, quindi verso una politica di continuazione dell'austerity fatta di tagli recessivi alla spesa pubblica (giustificati, ovviamente, tramite l'espressione ideologica “tagli agli sprechi”).
Ne consegue che la fuoriuscita da questo ginepraio, richiederà tempo e non potrà essere esente da traumi. Con questo non alludo a dinamiche da guerra civile ma a uno scontro che, almeno sul campo istituzionale e mediatico, sarà all'insegna della demonizzazione e della criminalizzazione. Andare allo scontro frontale con l'Unione Europea, indicare uomini intoccabili come Mario Draghi in quanto nemici della popolazione e della classe lavoratrice, infatti, significa contrapporsi a tutte le testate giornalistiche e a tutti i network del potere finanziario ed economico.
 

Nondimeno, si tratta di un passaggio ineludibile. Un passaggio minoritario sul piano politico, maggioritario sul piano sociale. Oggi, più che mai, l'autonomia del sociale e della classe lavoratrice – le cui istanze collettive e cooperanti, pienamente “di testa” e per nulla “di pancia”, sono incanalate nella contraddittoria fenomenologia denominata populismo – dev'essere interpretata e raccolta da quei pochissimi che sono in grado di farlo.
Da una parte, invito chi è d'accordo con quanto esposto a osservare e valutare con attenzione le forze che – quantunque aventi ancora dimensioni d'avanguardia – dinanzi all'attuale crisi sistemica hanno una prospettiva di alternativa piena, adeguata alla posta in gioco. Forze, quindi, come il FSI – Fronte Sovranista Italiano [ 2 , 3 ].
Dall'altra, occorre pensare fin da subito a una mobilitazione, in Italia e negli altri paesi europei, delle forze produttive: lavoratori dipendenti e autonomi, disoccupati, piccoli imprenditori. Un innesco di conflitto sociale contro la classe parassitaria del mondo bancario-finanziario e, finalmente, non più rivolta al burattino di turno bensì frontalmente contrapposta all'istituzione post-democratica che svolge dal 1992 il ruolo di burattinaio, ovvero l'Unione Europea.

Riccardo Paccosi

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{ prima pubblicazione dell'articolo su FB, 7 dicembre 2016 [ 4 ] }.


[ ... ]

1
 

Riproduco il testo dell'amico Riccardo Paccosi [ 5 , 6 ].

{ consiglio anche la lettura del post “Il grande esempio dei Sioux dopo la sbornia referendaria...” del Maestro di Dietrologia : [ 7 ] }.

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Quando c'era ''Lui''


Posizione della “Italia” nella classifica mondiale annuale di RSF sulla libertà di stampa
anno
#
Governo
2002
40
Berlusconi II
2003
53
Berlusconi II
2004
39
Berlusconi II
2005
42
Berlusconi II
Berlusconi III
2006
40
Berlusconi III
Prodi II
2007
35
Prodi II
2008
44
Prodi II
Berlusconi IV
2009
49
Berlusconi IV
2010
50
Berlusconi IV
2011
2012

61
Monti
2013
57
Monti
Letta
2014
49
Letta
Renzi
2015
73
Renzi
2016
77
Renzi
fonte


Libertà di stampa, l’Italia crolla: ora è al 77° posto

Nella classifica stilata da Reporter senza frontiere perdiamo 4 posizioni. Fra le cause i giornalisti intimiditi o minacciati di morte. Meglio di noi anche Burkina Faso e Botswana

La Stampa


1

{ è stato Raffaele su FB [ 1 ] a ricordarmi la classifica annuale di Reporter senza frontiere ( RSF ) [ 2 ], quest'anno pubblicata ad aprile }.

Quando c'era “Lui” al governo – al secolo l'imprenditore ed editore Silvio Berlusconi, secondo l'opinione pubblica sinistra un ducetto ( una riproduzione in scala ridotta del modello originale, ossia Benito Mussolini ) – pareva che la libertà di opinione fosse cessata a 0039, durante il suo ventennio in auge nell'esercizio diretto della politica;
le cose stanno un po' diversamente : durante il periodo di governo di Monti che, soprattutto, del dimissionario Renzi, 0039 ha perso competitività in termini di tutela della libertà di stampa.


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Art. 117


Art. 31. (Modifica dell'articolo 117 della Costituzione)

1. L'articolo 117 della Costituzione è sostituito dal seguente:


«Art. 117. La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea e dagli obblighi internazionali. Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:

a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea;

b) immigrazione;

c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose;

d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi;

e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari e assicurativi; tutela e promozione della concorrenza; sistema valutario;
sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; perequazione delle risorse finanziarie;

f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo;

Costituzione - Modifiche - Capo IV


L'art. 117 proposto nella riforma costituzionale che verrà votata dagli “italiani” domani, 4 dicembre; all'interno del testo, ho sottolineato le parti modificate e proposte.

1

{ raccogliendo qui i miei commenti al post “Referenzi: vi dico come andrà.” sul Blog di Sara [ 1 ] e altro }.


Lo scopo della riscrittura della Costituzione e annesso referendum popolare di ( nelle intenzioni dei galoppini e tirapiedi del Potere vero, quello del Livello Superiore ) supina prostrazione degli “italiani”, è quello di velocizzare i tempi parlamentari di approvazione delle leggi con l'abbattimento de facto di una camera su due, cioè di velocizzare gli adeguamenti di questo malandato Paese ai contratti-capestro globali imposti dal Potere vero e che non hanno resistenza alcuna ma bensì solerte collaborazione da parte del Governo, né resistenza tangibile da parte del Popolo;
{ vedi il ricatto esplicitato [ 2 ] };

perché si corra, si corra, e mai si ragioni : bisogna essere competitivi, che diamine !