( ripresa delle trasmissioni )
Qualche volta mi sembra di scrivere come un forzista, e non vi nascondo che la cosa mi deprime notevolmente.
E' che stamattina, per l'ennesima volta, ho letto notizie e soprattutto commenti negativi sullo zar Putin per l'arresto dei partecipanti a una manifestazione non autorizzata [ 1 ... ].
Ora, d'accordo che la libertà d'associazione politica dovrebbe essere un diritto ovunque, ma relativizziamo la faccenda ad un paese che viene da secoli di assolutismo divino, seguiti da settant'anni di socialismo realizzato.
Un paese di dimensioni sterminàte, e soprattutto di risorse energetiche smisurate che per le nostre società industriali – o post-industriali, se vi pare – significano una cosa semplice : vita.
Un paese europeo che non solo costituisce l'unica alternativa seria in termini militari all'imperialismo amerikano, ma è anche l'unico muro difensivo al nascente e già tangibile strapotere economico cinese ( chiedete agli operai finiti sulla strada perchè il Padrone ha spostato la produzione in Cina, o ha chiuso la fabbrica perchè la concorrenza orientale era inaffrontabile con i nostri parametri fiscali e sindacali ).
Pensate se dopo Boris Eltsin l'ubriacone ci fosse stato un altro piccolo funzionario di una sezione provinciale dell'ex-partito unico, e nell'anarchia totale il colosso nucleare cinese avesse allungato le mani sulla Yakuzia e le altre regioni siberiane-orientali ( ci avete giocato tutti a Risiko, no ? Ve le ricordate di certo ).
E allora vi dico che la manganellate prese da Gary Kasparov e gli altri oppositori al potere putiniano sono fisiologiche di un paese in transizione verso il liberismo economico e la totale libertà culturale e politica ( attività che necessariamente vivono della linfa partecipativa che manca – ad esempio – in italia ) quindi non mi preoccupo e – anzi – le giudico benefiche, certo che la Russia camminerà sulla strada del totale riconoscimento dei diritti umani che in italia – ad esempio – sono stati sospesi al G8 di Genova e sono rosicati quotidianamente da un "totalitarismo dei colletti bianchi" che mi ricorda molto il socialismo realizzato.
Ci vorrà del tempo : è nata e sta crescendo una generazione cosmopolita di “nuovi russi” che poco hanno da spartire coi padri. Mosca è passata in pochi anni da luogo di meravigliosa nostalghia – che ho frequentato e descritto in un romanzo autobiografico, alla terza stesura – ad ombelico del mondo non meno trainante di Berlino, Londra, Stoccolma, Madrid ... io sto con Putin, e giudico positivamente la sua permanenza al Cremlino : ha salvato la madre Russia, e con essa l'intera Europa ( come la conosciamo oggi ).
La nuova tendenza catto-comunista
Sottolineo come lo sputare sentenze addosso al leader del Cremlino sia diventato uno sport bipartisan in italia, già da parecchio tempo.
La destra lo addita come una minaccia alla pace internazionale e lo accusa addirittura di restringere le libertà democratiche instaurate da quello statista illuminato ch'era invece Corvo Bianco : quello – per intenderci – che fece sparare con l'artiglieria pesante sulla camera bassa del Parlamento – la Duma – nell'autunno del '93, perchè gli aveva votato contro, un fatto accettabile per gli osservatori prezzolati dell'epoca che liquidarono la faccenda come non più grave delle intemperanze che possono intercorrere tra due ubriachi in osteria.
Traduzione in volgare : l'alcolista era un soggetto ben più malleabile e quindi amato dai padroni occidentali, che sono anche i padroni dei quotidiani.
I commenti – di conseguenza – ne risentirono pesantemente. Il fronte opposto tacque : vergognosi !
La sinistra insiste maggiormente sui diritti umani e fa bene, ma soffre d'amnesia per quella ch'è la storia del “Continente sovietico” e deve capire che il cambiamento necessiterà di altri 20 anni almeno.
Affermare che l'attuale inquilino del Cremlino “è un fascista”, è da ignoranti di 70 anni di storia sovietica : ha recuperato alcuni capisaldi socialisti – tra i quali lo Stato forte – garantendo il pane ai russi, ch'era scarseggiato giusto l'inverno antecedente il mio primo soggiorno nel 1994.
Con il Paese ormai all'anarchia caotica.
Girare le viti di un Paese immenso che già si misura col mercato mondiale era un passaggio obbligato per ripartire e guardare al futuro.
Io sento che in entrambi i “giudizi definitivi” sull'amministrazione-Putin v'è un razzismo di fondo, basàto sulla diffidenza verso il diverso ed i luoghi comuni più beceri e rivoltati a piacimento della serie “alcuni popoli sono fascisti più di altri”, ed altre imbecillità nel bagaglio popolare della Sinistra : come se l'italia possa insegnare democrazia a qualcuno ...
Sto con Putin, sia nel “mondo virtuale” che in quello “materiale” ... e difettoso. Questo non è un posto per i Santi.
{ alcune pagine-web sull'argomento :
“Putin” - post di Francesco Giordano nel blog omonimo [ 2 ];
“Perchè i russi amano Putin” - di Sergio Romano su Panorama [ 3 ];
“Vladimir Vladimirovič Putin” - scheda in wikipedia [ 4 ] }.
Condivido il tuo punto di vista sulla Russia come paese sulla via della transizione etc etc, ma non sono d'accordo sul tuo giudizio positivo nei confronti di Putin. Immagino tu conosca l'opera di Anna Politkovskaja, non cito nulla dei suoi libri perchè non basterebbe la finestrella di un commento su un blog, ma credo che non si possano giudicare "fisiologiche" le manganellate. Perchè se si fa così, allora giudichiamo come fisiologiche anche le manganellate del Ventennio?
RispondiEliminaNessuno contesta la fase di transizione che vive la Russia. Ma dove sta andando? Sei così sicuro che la nuova generazione di russi sia davvero meglio di quella precedente?
Non nego che effettivamente in Italia non esista la partecipazione politica, ma almeno è possibile. Lo sai in Russia dove finiscono gli oppositori di Putin?
Di sicuro lo sai, e allora perchè stai con Putin?
Il titolo è forzato e provocatorio, come alcune frasi del post ... tuttavia, il mio gudizio sugli anni di Putin al Cremlino è - come già ho scritto - positivo.
RispondiEliminaL'errore più grave che possiamo fare è quello di giudicare la Russia con un "metro occidentale".
Innanzitutto preferisco parlare di "continente sovietico" - alla "vecchia" - perchè le economie dei paesi ex-membri sono ancòra fortemente interconnesse e, al contrario della Latinamerica non vedo nessuna possibilità di emancipazione dallo stato-padrone per Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Caucaso e Centrasia.
Solo i tre baltici ce l'hanno fatta, ma per il profondo rettaggio storico (quindi culturale) che li vuole protagonisti secolari della storia mitteleuropea, più che di quella orientale. E comunque i russi non sono mica assenti dall'economia baltica, anzi ...
Secondo : la deferenza verso il "capo" non si spazza via con pochi anni di presunta "democrazia", ma una volta aperto all'esterno, sono estremamente fiducioso sulla modernizzazione del sistema sovietico.
In partenza, il sistema economico e politico è già un promiscuo forzato di energie private e statali "alla cinese" (leggi il pezzo di Sergio Romano che ho linkato in basso), cioè vorrebbe essere omnicomprensivo delle aspettative di ogni categoria di lavoratori e cittadini, per ceto ed anagrafe ma guardando ai giovani.
La particolarità russa - filtrata da 70 anni di socialismo realizzato - potrà sopravvivere nel mondo globalizzato ? Dipenderà dalle pressioni che le economie capitaliste-avanzate riusciranno a portare all'orso - e proporzionalmente la libertà d'opinione e d'informazione introdotte dall'esterno - ma quest'ultimo pare davvero grosso ed autosufficiente.
Di ritorno ad un consenso di massa e coatto, non se ne parla proprio ... prova a parlare di U.R.S.S. con qualche russo ! Ma primario e più importante è il pane ... se non hai quello non sopravvivi, e non puoi mica esprimere la tua libera opinione !
Poi, il sistema russo di oligarchie è davvero simile a quello italiano : state commettendo lo stesso errore della personificazione del potere ritagliata sulla piccola sagoma dello psico-nano, questa volta su Vladimir Putin ... è una tremenda semplificazione.
Terzo : la rinsaldatura del paese era un passaggio obbligato, per guardare al futuro e andare avanti. C'è ancòra stampa dissidente, non sono stati ammazzàti tutti i giornalisti ... la Politkovskaja è e dovrà essere stimata come una martire del suo paese, esempi di professionalità integerrima come la sua saranno d'ispirazione alla prossima generazione di giornalisti, spingono e spingeranno i riflettori su quello che accade nel continente sovietico.
Io non vedo la morte di Anna come una sconfitta, ma come un "seme" piantato sotto mezzo metro abbondante di neve per qualcosa che sicuramente germoglierà.
La Politkovskaja era troppo avanti, per il tempo russo in cui ha vissuto : per questo ha pagato, ma il lavoro suo e di giornalisti come lei ci rassicura che il rinnovamento arriverà.
E' solo questione di tempo, le forze fresche ci sono e verranno fuori : meglio una democrazia "alla russa" fatta in casa, di quella esportata dagli amerikani in Iraq e in mezzo mondo, no ?
Ciao e grazie del commento.
analisi lucidissima di Bufalo
RispondiEliminaChe poi, mi sono letto una raccolta di articoli della Politkovskaja e ne sono rimasto inorridito : scritti sempre dalla parte cecena, un sacco di collegamenti politici sono mere congetture ...
RispondiEliminaCerto, non meritava di essere ammazzata nell'ascensore di casa, ma che fosse una giornalista super partes ... ecco, ho qualche dubbio.
E aggiungo un dettaglio non trascurabile : la P. era ucraina, figlia di diplomatici ucraini all'Onu ...