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Un fenomeno notevole che a suo tempo ho trascurato, è quello dei “Frigoriferi di Katrina” [ 1 ] : l'uragano [ 2 ] che devastò New Orleans e vaste aree della Louisiana nel 2005, distrusse e rese inservibili una quantità notevole di abitazioni, suppellettili e ...
230.000 frigoriferi appunto.
Che sono stati riutilizzati come materiale per l'arte popolare, e sono entrati nella cultura locale.
Lode alla capacità umana di reciclo della spazzatura in chiave creativa !
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Sono stati prodotti numerosi articoli dedicate a queste icone del disastro sui media informativi, volumi fotografici e testuali, e altro.
Segnalo “Do not open : the discarded refrigerators of Post-Katrina New Orleans” di Katheryn Krotzer Laborde ( 2010 ) perché, come scrive uno dei lettori nei commenti sulla pagina di Amazon [ 3 ] “questo libro non è dedicato solo ai frigoriferi, ma a cosa significava vivere a New Orleans prima, durante e dopo l'uragano Katrina. L'autrice, prof. di college impegnata come perito esterno per la valutazione dei danni alla città, intreccia brillantemente il materiale di prima mano delle strade caratterizzate dalle lunghe file di frigoriferi, catturate dalla sua macchina fotografica, con un gran numero di ricerche, statistiche scioccanti, e conversazioni emozionanti con tanta gente che ha vissuto New Orleans durante l'uragano” :
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Il modello economico e politico che ha preparato il campo agli effetti disastrosi dell'evento naturale e poi ci ha speculato sopra, è bene esposto e criticato da Naomi Klein nel capitolo introduttivo a “Shock economy” ( Rizzoli collana 24/7, 2007 - “The Shock Doctrine”, 2007 ) [ 4 , 5 ].
Come auspicato da Milton Friedman in un editoriale pubblicato sul “Wall Street Journal” [ 6 ] il sistema dell'istruzione pubblica è stato sradicato, a favore delle scuole private a pagamento ( pag. 11 - 12 ) :
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Morirono soprattutto i poveri che non si potevano permettere delle case decenti, e la diaspora dei superstiti negli Stati Uniti venne vista come un toccasana per il bilancio cittadino e un'occasione per riformare anche il sistema delle case popolari.
E' il Capitalismo dei disastri : prima si creano le condizioni favorevoli all'evento negativo ( alterazione climatica, opere pubbliche insufficienti, selezione classista della popolazione con la marginalizzazione dei meno abbienti ... fino all'esportazione di tale modello attraverso le Guerre degli ultimi 20 anni fatte scoppiare dagli Usa, non più sopportate dal confronto ideologico con il comunismo ma allo sfacciato arrembaggio di situazioni utili al business delle grandi imprese ) e poi ci si lucra sopra.
Sono le “grandi opportunità” professate dai neoliberisti allievi della cosiddetta scuola di Chicago.
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Rimangono gli esseri umani prima, durante e dopo le tempeste ... e la loro capacità sanguigna di sopravvivenza.
Sperando che un giorno il mero istinto di conservazione e adattamento possa essere accompagnato, oltre che dalla metabolisi creativa e talvolta sarcastica, da una maggiore consapevolezza del proprio ruolo e della situazione sociale e ambientale.
L:arte dei rifiuti non mi piace. A parte alcune eccezioni eccessive come quella dei Mutoid che al tempo del Link in via Fioravanti avevano alcune opere meravigliose in quello splendido residuo di architettura industriale/commerciale degli anni 50 ora distrutta dal tumore edilizio.
RispondiEliminaSul tumore edilizio di via Fioravanti, ti linko le foto dell'amico Claudio De Disegno Alba [ 1 ] : [ 2 ] [ 3 ] [ 4 ] [ 5 ] [ 6 ] [ 7 ] [ 8 ].
RispondiEliminaI collegamenti [2 - 8] a faccialibro o sono "penzolanti" o richiedono identità faccialibresca della quale non sono dotato.
RispondiEliminaGrazie comunque.
Ho visto - e già commentato - che hai trovato la strada.
RispondiEliminaSì, penso la seconda, che tu debba avere un account del social network che peggiora le persone, oltre ciò che sono già.
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