A Berlino, 2012 ( dettaglio ); fotografia e grafica di Marco Poli aka Bufalo + Astio.
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Uno scorcio di strada in quell'enorme non-luogo metropolitano che è Berlino : dei soggiorni berlinesi di qualche anno fa, ricordo qualche situazione e qualche persona, ma faccio fatica a focalizzare qualcosa della città.
Anonima laddove è stata ricostruita.
Anonima pure nei luoghi storici : rozzi costrutti che palesano la carenza di gusto estetico, di grazia, di senso delle proporzioni e del colore, proprio dei germani.
Che sono grigi come la loro capitale : apatici, privi di espressioni umane, si scaldano solo quando trincano.
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In fondo, sono grato a Berlino : ovunque poso i piedi, sono felice perché non sono là ... nulla ... anzi tutto di personale.
Come scrivevo [ 1 ] la capitale krauta è stata costruita per sfilare gli esseri umani gli uni dagli altri, cinesi ritmata da meccanismi industriali, in spazi abbastanza larghi perché il vuoto quieti il turbamento, perché i corpi non si sfiorino.
Perché tutto scorra e nulla rimanga.
Però Berlino stimola la creatività : oltre la pubblicistica che la magnifica come città della Vita ( ed è il contrario ), è una tavola bianca da dipingere e/o sporcare, da riempire.
Mi viene in mente una canzone di Garbo "a Berlino che giorno è".
RispondiEliminaAh ... [ questa ].
EliminaBella, me l'hai fatta ricordare.
Dall'[ album d'esordio ] di Garbo, 1981.
Era un'altra Berlino.
L'essere sul ciglio fisico di una Terza – e definitiva – Guerra Mondiale, a ridosso del Muro, conferiva alla città quell'urgenza del vivere che pompava sangue e adrenalina in eguale misura, e che diversi berlinesi della parte Ovest con i quali ho parlato e che marcavano la zona di nascita con orgoglio, rimpiangono.
Eh.
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