Testata

Acqua



16/1/2018

Se le guerre del Novecento sono state combattute per il petrolio, quelle future avranno come oggetto del contendere l'acqua.
La decisione dell'Etiopia, un Paese di 102 milioni di abitanti, di portare a termine la costruzione (affidata alla Salini Impregilo) sul Nilo Azzurro della Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD), un progetto avviato nel 2011, che porterà la diga ad essere la più grande d'Africa, permettendo all'Etiopia di esportare energia elettrica e di consolidare la propria crescita economica, ha fatto riaffiorare un conflitto strisciante in particolare con l'Egitto, che già dai tempi dei faraoni deve la propria sopravvivenza al Nilo e che considera il mantenimento della capacità idrica come un tema di sicurezza nazionale, temendo che la costruzione dell'infrastruttura potrebbe portare a un serio impatto sul suo approvigionamento idrico, per una popolazione che a causa della rapida crescita demografica ha già visto dimezzare i consumi pro-capite di acqua.
Tensioni che portarono nel 2015 ad un accordo tra i tre Paesi interessati (Egitto, Etiopia e Sudan) per porre fine al contenzioso sulle preziose acque del grande fiume, ma che evidentemente non sono sopite, visto che recentemente il presidente egiziano al-Sisi, impegnato nella priorità di garantire la stabilità interna, ha detto che il Nilo è "una questione di vita o di morte" per il suo Paese, con una drastica intensificazione della retorica, pur se governo egiziano ha escluso un'azione militare, diversamente dai tempi del governo dei Fratelli musulmani, allorquando i salafiti parlarono apertamente di bombardare preventivamente la diga etiope.
Come visto, l'accresciuto fabbisogno energetico, unito ad un velocissimo incremento demografico, hanno mutato rapidamente gli equilibri dell'area.
Pur se il Paese nordafricano è esteso tre volte e mezzo l'Italia, i 96 milioni di egiziani vivono in gran parte nel cosiddetto Egitto utile (circa il 5 per cento del territorio). Per comprendere meglio, l'area del delta del Nilo, la regione più fertile, grande più o meno come la Lombardia, è abitata da oltre 60 milioni di persone. Proprio per decongestionare le zone del Delta e della valle del Nilo, la cui superficie agricola veniva erosa a causa della continua urbanizzazione, alla fine del 2015 al-Sisi ha lanciato un programma di recupero delle terre dal deserto, il cui scopo è espandere i terreni agricoli del Paese di almeno il 20%, con l'obiettivo di arrivare a 1,5 milioni di feddan di terre, pari a circa 630mila ettari, in linea con il piano di sviluppo Egypt's Vision 2030.
Un'idea quella di recuperare terre dal deserto che non è nuova: infatti nel 1997 Hosni Mubarak decise addirittura di sviluppare una nuova valle, presentando il faraonico progetto che avrebbe "raddoppiato" il Nilo: un canale lungo 1400 km, largo 30 metri e profondo sette, che dal lago Nasser avrebbe portato l'acqua passando per le oasi del deserto occidentale (Kharga, Dakhla e Farafra) verso la depressione di Qattara, sviluppando così quelle zone, adesso in gran parte desertiche, e favorendo così nuovi insediamenti urbani e nuove aree agricole.
Un sogno o un incubo?




1

Riproduco il post dell'amico Stanis dalla sua bacheca faccialibresca, sull'argomento geopolitico dell'acqua : la costruzione della Grande Diga della Rinascita Etiope ( Grand Ethiopian Renaissance Dam ) ed implicazioni internazionali [ 1 , 2 ... ].





Il bacino del Nilo e la locazione della nuova diga etiope, dal sito Georgetown Environmental Law Review [ 1 ].


[ ... ]

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6 commenti:

  1. Avresti dovuto ascoltarmi quando spiegavo il mosaico di Oceano.

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    1. Oh.
      E ...
      hai una traccia, in qualche luogo ?

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    2. Quando lavoravo al museo!

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    3. Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah !

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    4. Va beh, ma partivo da Talete di Mileto e arrivavo a Dante!

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  2. > unito ad un velocissimo incremento demografico

    Bisogna aggiungere qualcosa?
    In Europa, dopo secoli, sono arrivate, da sud, le locuste.

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