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Gli errori più-? comuni d'italiano


Fa figo atteggiarsi a boss di quartiere ma dei boss c'è ne sono pochi, la selezione della giungla condanna i più a mansioni subalterne e servili, se non all'esilio in altri territori urbani liberi oppure nei quali la Legge di strada è lasca.
fonte


1

Un commento rimaneggiato, e nella seconda versione rimane una particella della prima.

Questo errore lasciato con l'inchiostro digitale a casa dell'amico UnUomoInCammino [ 1 ] mi ha ricordato una lista degli errori più comuni che divenne virale nel www in lingua italiana : “I 18 errori più comuni d'italiano” [ 2 ] di cui esiste anche una galleria fotografica nel sito Studenti.it [ 3 ].
C'è chi ha allargato il numero a 27 [ 4 ] ma le pagine consultate non chiariscono la fonte statistica e il metodo usato per individuare gli errori più ripetuti.  

2

Mi soffermo su questi elencati, e commento.

Conoscevo già la maggior parte di queste scorrettezze, che da sempre evito senza difficoltà alcuna.
Stigmatizzo il tecnicismo esasperato dell'apocope vocalica di “qual” [ 5 , 6 ] ch'è da veri maniaci :





L'incoerenza di regole che vogliono la terza persona singolare del verbo dare accentata ( “dà” ) e quella del verbo fare non accentata ( “fa” ) : [ 7 , 8 ].

E sono ben consapevole di fare un uso spropositato della “d” eufonica [ 9 , 10 ] che aggiungo anche laddove la vocale iniziale della parola successiva non è la stessa della congiunzione, come invece vorrebbe la regola :





{ ovviamente, quando eseguo l'editing di lavori altrui, tengo bene a mente gli schemini delle regole }.


3

Infine, anche i redattori del sito Studenti.it sono incorsi in un errore ( pedissequamente ripetuto dai tanti blog che hanno copiato-e-incollato pari-pari e senza azionare il senso critico verso ciò che si legge e ripete ) :





L'accento corretto da usare sul pronome riflessivo “sé” è quello acuto, e non quello grave !





pron. rifl. [lat. ] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers.; si usa soltanto quand’è riferito al soggetto (maschile o femminile, singolare o plurale) o nelle frasi enunciate con verbo all’infinito (egli, ella parlava di sé; essi parlavano di sé; parlare di sé), nei seguenti casi: a. Come complemento, preceduto da preposizione: la miglior parte di sé; far ridere di sé; attirare a sé; allontanare da sé; portare con sé (v. anche seco); volere tutto per sé, ecc. Con prep. composta: contro di sé, dentro, fuori di sé, presso di sé, sopra, sotto di sé, verso di sé, davanti a sé, ecc., come negli esempî: chissà che cosa sentiva dentro di sé; lo tiene sempre presso di sé; ha preso sopra di sé tutta la responsabilità; camminava guardando davanti a sé, ecc. b. Senza preposizione, solo come compl. oggetto, quando si voglia dare a questo un particolare rilievo; perciò, nell’uso com., soprattutto quando vi sia contrapposizione: ha finito per danneggiare sé e giovare agli altri; con uso più largo nel linguaggio poet. o letter. ant.: Restaro, e trasser sé in dietro alquanto (Dante); sodisfece alla sua domanda, e sé a ogni suo servigio, quantunque poco potesse, offerse (Boccaccio). Quando non vi sia necessità di dare risalto al pron., si usa comunem. come oggetto, e anche come compl. di termine, la forma atona si (si scusò con tutti; si batté la fronte, ecc.; nell’inf. in enclisi: scusarsi con tutti, battersi la fronte). Assai spesso, come compl. oggetto ma anche con i complementi già veduti, è rafforzato da stesso o da medesimo: credendo d’ingannare gli altri inganna sé stesso; non se la deve prendere con me ma con sé stessa; E ’l fiorentino spirito bizzarro In sé medesmo si volvea co’ denti (Dante); in questi casi il pron. è scritto spesso, ma senza valide ragioni che lo giustifichino, senza accento: se stesso, se medesimo (in ogni altro caso la grafia senz’accento è antiquata). [ ... ].

Treccani


Ed anche in questo caso, io ridondo : scrivo “sé” anche quando il pronome è seguito da “stesso” o “medesimo”, d'altronde anche la Treccani on-line dice che l'accento cade senza ragione.

4

Vi sono vari strumenti on-line per verificare la correttezza degli elementi della lingua italiana nel contesto propositivo.
Uno di questi, è la Consulenza linguistica dell'Accademia della Crusca : [ 11 ].

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