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La democrazia è in movimento lento ?


Tutti i quotidiani hanno riportato la notizia del provvedimento del "principe" Raul Castro (il 13 marzo) in merito alla libera vendita di computer, videoregistratori e altri prodotti elettrici sull'isola cubana : non si tratta di un passo avanti sostanziale, perchè tali generi erano già acquistabili al mercato nero o pagando una sovratassa. I prezzi rimangono proibitivi per la stragrande maggioranza dei cubani, ad eccezione di jineteras, turisti, papponi e nomenklatura del regime (come sempre).
Quindi è un piccolo passo formale - che comunque nei regimi comunisti ha sempre il valore di un "segnale" - accolto con eccessivo tripudio da parte della stampa italiana, da sempre filo-castrista.
La realtà persistente è l'assenza della libertà di parola - Cuba è sempre all'ultimo posto mondiale di tale graduatoria - giustificata dal pericolo di infiltrazioni nella politica e nella vita sociale di uomini degli amerikani (come dire che "è meglio mangiare la nostra merda piuttosto che quella degli altri", bel ragionamento ma non penso che il popolo apprezzi molto) e il controllo pesante della comunicazione via-internet da parte della censura fascistoide di Bananas. Nel frattempo, chi può defeziona (gli sportivi in trasferta estera).
Francamente, non vedo l'ora che la democrazia - cioè internet - arrivi nella isla, per comunicare e avere informazioni direttamente da fonti genuine del luogo e non dai soliti Gianni Minà e Gennaro Carotenuto che - con coerenza e stile "cubani" - espone la testata "Giornalismo partecipativo" nella home-page ma non accetta i commenti sul proprio blog (è meglio diffidare di certa gente).
Staremo a vedere come e se cambierà la sonnolenta salsa ad uso degli stranieri e dei burocrati ...

Esistono sconfitte dignitose

Il Che giocava a rugby e - probabilmente - Fidel no. E se lo praticava, non aveva capito molto dello spirito del gioco.
Osservavo ieri con ammirazione il finale della seconda partita del 6 Nazioni : Inghilterra e Irlanda se la sono giocata fino all'ultimo minuto nonostante la vittoria netta degli anglosassoni, e al fischio finale nessuno dei tecnici irlandesi s'è sognato di chiedere di giocare ad oltranza, fino al raggiungimento del vantaggio e noncurante dello sfinimento dei suoi giocatori (dopo più di 80 minuti di battaglia agonistica).
La Rivoluzione cubana andava fatta - come quella bolscevica - per sperimentare un assetto sociale più giusto del capitalismo autoritario e corrotto di Batista : il popolo che combattè quelle battaglie ha la mia totale ammirazione, perchè rischiò la pelle e pagò di tasca propria il rinnovamento.
Ma quando all'inizio degli anni '90 la sponda sovietica crollò e gli Usa strinsero un embargo come un cappio al collo, era il momento di gettare la spugna ed accettare le condizioni amerikane sulle libertà di associazione politica e di stampa : il dittatore Fidel Castro invece preferì pestare il piede sul proprio popolo, costringendolo al razionamento dei beni e dei servizi di prima necessità e chiudendo un occhio sulla prostituzione endemica che ha garantito il flusso essenziale di denaro occidentale.
Dobbiamo capirlo, il pover'uomo comunista : forse gli Usa lo avrebbero impiccato per davvero e allora deve avere pensato "piuttosto muoiano tutti i cubani assieme al loro faraone".
Mi piace pensare che Ernesto "Che" Guevara avrebbe avuto più rispetto della sua fiera gente e sarebbe stato fiducioso sulla tenuta dei valori socialisti anche in un'economia di mercato e con un assetto mediatico aperto.
Quella di Cuba non è stata una sconfitta dignitosa e a lui non sarebbe piaciuta. Me lo immagino invecchiato e con la pancetta, a bere rhum nei peggiori bar di Caracas, bestemmiando a bassa voce contro il "fratellino" pragmatico e figlio di mignotta che ancòra non tira le cuoia, mantenuto in vita con le migliori cure di tutta la Latinoamerica (manco fosse il papa).
Che schifo mi fa certa gente italiana, che del filocastrismo ha fatto una professione (in alcuni casi ben retribuita, vedi il già citato Gianni Minà) approfittando proprio di quella libertà d'espressione delle idee ch'è negata alla stragrande maggioranza dei cubani ... ed implicitamente sostiene che ogni punizione inferta al popolo dai propri amministratori è lecita, se utile alla lotta anti-imperialista (ma che andassero a farsi fottere).

Links

"Cuba, la svolta di Raul Castro : sì alla vendita di computer e dvd" - articolo ne Lastampa.it

il Mastino = Ernesto Guevara di mischia

2 commenti:

  1. Conosco dei cubani a cui Fidel stà molto sui coglioni. Per questo sono scappati dalle Bananas!

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  2. Un sacco di cubani ne hanno i maroni pieni del Fidel, della sua onorata Famiglia, e della lenta ma inesorabile svendita al capitale : un esempio di come una Rivoluzione popolare possa sopravvivere all'assassinio dei suoi ideali e pestare lo stesso Popolo.
    Se fosse vivo il Che ... chissà che ne direbbe ...

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