Carni bollite
“Colla” è un romanzo generazionale di Irvine Welsh (celebre per “Trainspotting”) del 2001 : sono narrate le vite di 4 amici nati attorno al '70 e cresciuti nei sobborghi di Edimburgo ... il pugile, il tossico, il dj e il ladro figaiolo.
Lo svolgimento è lento : pochi i sussulti, schemi prevedibili, sempre le stesse frasi in slang che all'inizio fanno simpatia ma poi sono ripetute fino a non poterne più - “garantito al limone” - e il “virus sociale” che è il malessere della Vita nelle coree non decolla fino al parossismo, che è la caratteristica dell'autore che più m'attizza. Sulla copertina della mia edizione economica Tea è citato un giudizio estrapolato da “Tuttolibri” de “La Stampa” : “Puro Irvine Welsh al 100 per cento” ... sì, 'sto cazzo.
Parossismo che è denso in opere indimenticabili nelle quali era imbastito un triplice piano narrativo all'interno del protagonista, come “Tolleranza zero” (sogno/memoria/quasi-coscienza) e “Il lercio” (tenia/uomo/donna) ... veri capolavori “scozzesi” che vi consiglio, cui aggiungo “Bastogne” di Enrico Brizzi (se siete in cerca di sesso cattivo e violenze ultrà).
Ma se voleva cimentarsi in un affresco corale di qualche effetto (qualcosa di diverso dal “solito” e ottimo lavoro) ... beh, doveva smaronarsi un bel po' di più nella descrizione dei luoghi e degli ambienti. Invece ha calato la marcia laddove dovrebbe rimanere innestata la quinta.
Ad un certo punto, mi sono chiesto per quale motivo dovessi insistere a perseverare nella lettura delle vite piuttosto normali di 'sti ragazzi : non è difficile ritagliare e incollare le sagome di amici e/o ragazzi conosciuti nella “vita materiale”, ma il romanzo non decolla nemmeno con questa inevitabile suggestione.
E così, poco dopo pagina 300 (su 553) mi sono rotto i maroni e ho chiuso il libro.
Link
Irvine Welsh = sito ufficiale
“Colla” è un romanzo generazionale di Irvine Welsh (celebre per “Trainspotting”) del 2001 : sono narrate le vite di 4 amici nati attorno al '70 e cresciuti nei sobborghi di Edimburgo ... il pugile, il tossico, il dj e il ladro figaiolo.
Lo svolgimento è lento : pochi i sussulti, schemi prevedibili, sempre le stesse frasi in slang che all'inizio fanno simpatia ma poi sono ripetute fino a non poterne più - “garantito al limone” - e il “virus sociale” che è il malessere della Vita nelle coree non decolla fino al parossismo, che è la caratteristica dell'autore che più m'attizza. Sulla copertina della mia edizione economica Tea è citato un giudizio estrapolato da “Tuttolibri” de “La Stampa” : “Puro Irvine Welsh al 100 per cento” ... sì, 'sto cazzo.
Parossismo che è denso in opere indimenticabili nelle quali era imbastito un triplice piano narrativo all'interno del protagonista, come “Tolleranza zero” (sogno/memoria/quasi-coscienza) e “Il lercio” (tenia/uomo/donna) ... veri capolavori “scozzesi” che vi consiglio, cui aggiungo “Bastogne” di Enrico Brizzi (se siete in cerca di sesso cattivo e violenze ultrà).
Ma se voleva cimentarsi in un affresco corale di qualche effetto (qualcosa di diverso dal “solito” e ottimo lavoro) ... beh, doveva smaronarsi un bel po' di più nella descrizione dei luoghi e degli ambienti. Invece ha calato la marcia laddove dovrebbe rimanere innestata la quinta.
Ad un certo punto, mi sono chiesto per quale motivo dovessi insistere a perseverare nella lettura delle vite piuttosto normali di 'sti ragazzi : non è difficile ritagliare e incollare le sagome di amici e/o ragazzi conosciuti nella “vita materiale”, ma il romanzo non decolla nemmeno con questa inevitabile suggestione.
E così, poco dopo pagina 300 (su 553) mi sono rotto i maroni e ho chiuso il libro.
Link
Irvine Welsh = sito ufficiale
Nessun commento:
Posta un commento