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Il Grande Inganno




Una action figure iperrealistica di Steve Jobs, ritratto nel primo periodo Apple ( 1976 - 1985 ) in una celebre foto [ 1 ]. Il capitano d'industria e techno-guru è stato adottato in età troppo acerba per esserne consapevole, da Paul e Clara Jobs.

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Tiene ancòra banco il punto dell'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali ( nel frattempo e in segretezza, sono partiti esperimenti di affidamento [ 2 ] ) in un Paese che è allo sfascio totale delle istituzioni e dell'economia.
Stavolta, c'è chi vuole preparare i bimbi in età prescolare a comprendere l'idea di una famiglia composta da due papà oppure due mamme.
L'essere umano possiede una propria natura ( e quale ? ) oppure è una costruzione sociale ?
E in questo caso, secondo quali regole di utilità ed empatia con la società dovrebbe essere forgiato l'individuo acerbo ?

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Cinquanta favole omofile sono state distribuite negli asili e nelle scuole materne italiane “per contrastare l'omofobia” ( c'è il caso veneziano [ 3 , 4 ... ] e oggi, sul Carlino Bologna cartaceo apprendo che la lettura di una fiaba gay è stata fatta ai bambini lo scorso 29 marzo, alla biblioteca Scandellara ) ma non si capisce come bambini così piccoli ( meno di 6 anni ) abbiano potuto sviluppare una qualche forma di omofobia, nè come le attività didattiche tradizionali inserite nel programma possano avere radicato in loro l'avversione verso l'omosessualità, quindi che cosa ci sia da contrastare : è chiaro che si tratta di un'isteria, di una malsana ossessione della Sinistra alla ricerca delle ( presunte ) radici del Male, riversata sui bimbi ( incolpevoli delle turbe degli adulti ).
Chiaro che l'esposizione mediatica enorme è anche una mossa diversiva dei padroni dei mezzi di comunicazione, mossa che interessa i desideri di una parte statisticamente marginale della popolazione ( mica tutti i cittadini omosessuali desiderano adottare un bimbo ) e l'“inguine” della moltitudine eterosessuale. In Francia, la legge sulle adozioni alle coppie gay e lesbo ha scatenato una rivolta di strada nella capitale [ 5 ].
Cercando oltre la repulsione di chi sente come piacevole - prima ancòra che ( eventualmente ) “correttamente morale” - lo schema estetico del rapporto sessuale tra un uomo e una donna, e ancòra oltre lo schema della famiglia naturale ( siamo stati tutti generati da un individuo portatore di gameti maschili e da un portatore di gameti femminili ) in un tempo in cui sono numerose le famiglie mono-componente e quelle allargate, e il diritto ad esprimere la propria affettività diversa è largamente accettato ... un'affermazione dell'amica Maja Mann nel corso di una discussione faccialibresca è stata illuminante ( poi articolata in una nota [ 6 ] ) e ha centrato il punto con freddezza circense ( quella della lanciatrice di coltelli ).


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C'è qualcosa che non va, nell'argomento “adozione” di bambini orfani. Anzi due, a priori e a prescindere dallo schema identitario della coppia adottante.

1 ) L'omissione di pubblico servizio da parte dello Stato, che si libera di bimbi che ha preso in affidamento dalla sorte e da mani pietose, come fossero fagotti di cenci ingombranti.
Perché incapace di dare loro un sostentamento materiale e un insegnamento di vita adeguati.
( d'altronde, abbiamo lo Stato che sapete ).


2 ) Il consequenziale inganno del piccolo, se in età molto acerba ... e i bimbi più piccoli sono i più richiesti, proprio al fine di praticare la menzogna più a fondo, ad un livello più basso.
Nel caso di una coppia eterosessuale, la “ninjata” è ancòra più subdola, perchè più credibile.
Nel caso di una coppia omosessuale, è chiaro che il piccolo verrà a conoscenza della bugia già in età giovanissima, stante la stranezza statistica dello schema familiare constante di 2 papà, 2 mamme o 2 [ x ]. Ci penseranno i compagni della prima classe scolastica ( se non dell'asilo ) a farglielo capire.




Genitóre s. m. [dal lat. genĭtor -oris, der. di genĭtus part. pass. di gignĕre «generare»]. – Colui che genera o ha generato, quindi il padre; in questo senso è solo dell’uso letter.: colui che era stato g. di tanta meraviglia quanta si vedea ch’era questa nobilissima Beatrice (Dante); oppure scherz.: ne è informato il tuo g.?; compòrtati da saggio genitore. Per antonomasia, con ispirazione al linguaggio liturgico, Dio Padre: Da questa polve al trono Del Genitor salì (Manzoni, con riferimento all’ascensione di Gesù Cristo). Più com., nell’uso, il plur., per indicare insieme il padre e la madre: amare i proprî g.; nato da umili g.; g. severi, indulgenti; sotto l’aspetto giuridico, g. legittimi, naturali, a seconda che siano o no uniti in matrimonio.


http://www.treccani.it/vocabolario/genitore/



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Certo.
Il legame carnale non è tutto.
Più importante è l'insegnamento : la trasmissione del proprio sapere, delle proprie idee e nozioni tratte dal vissuto, delle regole sociali, dagli individui più anziani all'individuo più giovane.
La “famiglia” è quell'insieme di persone adulte ( più o meno eterogeneo, ed oltre i genitori ) che performano un imprinting morale ed etico sul giovane.
E tuttavia, spiegatemi : come mai gli individui adottati, appena vengono a conoscenza del Grande Inganno, sono presi da un viscerale bisogno di conoscere i propri genitori naturali ( un uomo e una donna ) ?


Credo che ai bimbi così giovani debba essere insegnato il meccanismo in base al quale essi sono nati, che decidano in età più avanzata quali forme di affettività relazionale, consapevole, praticare.
Ma anche sul fronte della procreazione, è spianata la strada a chi vuole annullare la presenza fisica dell'altro ( del diverso ) usando l'inseminazione artificiale : il trionfo androgino dell'autoreferenzialità, dell'egocentrismo femminile.

Benvenuti nella società sintetica, che vi piaccia o meno.

...

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5 commenti:

  1. Alcune cose le scrissi tempo addietro.

    Aggiungo che
    o - pensare di modificare la realtà a suon di leggi è una demenza che ci ha portato alla distopia ipernormativa attuale.
    o - la prima forma di rispetto per le persone omosessuali è di garantire loro la libertà di sottoscrivere degli "omomoni" (che non c'entrano un cazzo coi matrimoni, cose diverse devono avere nomi diversi) con valore di legge, che regolino la parte civilistica delle loro unioni.
    Impossibile in uno stato e in una (in)cultura ancora così clericale e bigotta.

    Uno stato è libertario se permette le diversità e la diversità, non certo se la impone con leggi (spesso fatte malissimo, inapplicabili).

    Adozioni omo? diciamo affidamenti come ultima ratio. Temporaneamente solo se non ci sono coppie etero disponibili per l'adozione.
    E poi ci sarebbe da discutere pure 'sto modello (spesso patologico perché asfittico) delle coppie mononucleari.

    Bello che tu sia tornato a scrivere.
    Ora ti "riattivo"! :)

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  2. Grazie della lettura, e della “riattivazione”.

    Sono d'accordo, con il tuo ragionamento sulla “diversità biologica”, bene steso nel post che hai linkato.
    Ma ti si potrebbe rispondere con la nozionistica psicanalitica sulle componenti maschile e femminile che abiterebbero in ciascuno di noi ...

    ^_____^

    Io, ho radicalizzato il mio, focalizzando l'inganno sotteso alle adozioni ( tutti gli schemi adottivi ).

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  3. Ogni ragionamento scientifico non può che basarsi su confronti a parità di condizioni e, in sistemi imprecisi, su base statistica.

    E' ovvio che ci siano donne tanto maschiacce quanto bulldozer e uomini femminuccia deboli e senza aura, senza carattere.
    Diciamo che, in genere, un uomo ha una parte maschile preponderante e una donna ha quella femminile come connotazione primaria.
    In realtà più che l'asfittica coppia eterosessuale chiusa, io penso ad un sistema in cui i piccoli abbiano sì un padre ed una madre di riferimento (alcune esperienze con le comuni non hanno avuto successo o sono state anche fallimentari) ma vivano in consessi e contesti con più figure adulte.
    Ciò riduce grandemente il rischio che i due genitori abbiano entrambi grandi problemi (cosa più frequente di quanto si pensi) che poi trasferiscono per imprinting esclusivo ai piccoli.

    Gli ambienti asfittici, le monoculture, non sono mai l'ideale.

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  4. Comprese le monoculture di genere

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