Obama Barack in visita a Roma ( 2014 ).
Se il Presidente degli Stati Uniti - a un mese e mezzo dal referendum costituzionale in Italia - avesse pubblicamente detto "spero che vinca il NO", sarebbe stata una cosa molto grave. Sarebbe stata, cioè, un'intromissione illecita negli affari interni di un paese che, almeno sulla carta, dovrebbe fondarsi sulla relazione tra popolo sovrano e organismi elettivi. Dal momento che la popolazione italiana, invece, non elegge capi di stato stranieri, è evidente che il pronunciamento pubblico di uno di questi ultimi sul merito d'una consultazione popolare che si sta svolgendo in Italia, esprime l'intenzione d'influenzare l'esercizio della sovranità popolare. Non occorre essere un giurista, non occorre essere un costituzionalista, non occorre saper fare analisi politiche sofisticate: se Obama avesse detto "spero che vinca il NO" sarebbe stato un fatto di inaudita gravità. Orbene, si dà il caso che il Presidente americano abbia ieri fatto un'esternazione in cui - rispetto al problema che ho appena posto - cambia l'avverbio ma non la sostanza politica. Su 2.000 contatti facebook, finora ho scorto ben pochi (*) che abbiano scritto la parola che andava scritta, ovvero INGERENZA. [ ... ] Nicoletta Cabassi : maremma maiala è dal 1945 che gli USA comandano Riccardo ... Rispetto al 1945, l'eterodirezione estera è esponenzialmente aumentata. Prima, c'era la subordinazione militare ma anche una sfera pubblica dell'economia. Il fatto che quest'ultima dovesse essere smantellata e subordinata al comando di organismi sovranazionali, è un processo di teorizzazione e applicazione che prende piede presso la classe politica italiana partire dagli anni '80, non dagli anni '40. Inoltre, la perdita di controllo degli organismi elettivi sul bilancio dello stato, è cosa che viene sancita giuridicamente soltanto di recente, ovvero nel 2011 con la riforma dell'Articolo 81 della Costituzione. In sintesi: certamente, ogni processo storico può essere letto a partire da una genesi lunga e lontana nel tempo, ma è assolutamente necessario anche cogliere i punti di svolta e precipitazione che si svolgono nel corso dei decenni, altrimenti diventa impossibile individuare le strategie di potere che sono effettivamente in campo. E la storia della Repubblica dal '45 a oggi è tutto fuorché lineare: è un intreccio di conflitti fra strategie contrapposte [ ... ]. |
Riccardo Paccosi |
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L'amico Riccardo Paccosi [ 1 , 2 ] ha scattato una polaroid della situazione di consenso inerte al pensiero unico vigente a 0039, la narcosi diffusa che lascia spento il cervello e cheta la coscienza.
Già a settembre l'ambasciatore USA a Roma John Phillips fu esplicito fino alla pornografia, ed espresse un ricatto simile ad un diktat sul referendum costituzionale che tra poco si andrà a votare [ 3 ];
qualche giorno fa, c'è stato il raddoppio del Pres. Barack Obama, più morbido nella forma ma identico nelle conclusioni [ 4 ].
Ma devo correggere l'amico : non si tratta di “ingerenza”, perchè, come dice Massimo Fini, “ci trattano da servi perchè servi siamo” [ 5 ] cioè servi di uno Stato degradato a valvassino degli Stati valvassori e vassalli del Livello Superiore, l'insieme dei grandi capitalisti ( single e famiglie ) che giocano i maggiori capitali attraverso gruppi multinazionali, mercati finanziari, mass media, reti sociali ( ong e no-profit ) e Stati nazionali, appunto.
Valvassore
Nell'ambito del sistema feudale il valvassore (etimologicamente, dal latino: vassus vassorum) era un vassallo non direttamente dipendente dal sovrano ma da un altro vassallo. Pur denotando un'origine giuridica, il termine esisteva anche nel linguaggio corrente, con differenze di significato sociale tra un Paese e l'altro d'Europa: se in Italia si denominavano valvassori unicamente i dipendenti dei baroni o dei capitanei, in Francia erano i vassalli di modesta condizione economica, in Normandia ed Inghilterra erano semplici dipendenti rurali, non infeudati, che conservavano solo alcuni obblighi militari. |
Wikipedia |
valvassino
valvassino s. m. [tratto da valvass(ore), con suffisso dim.]. – Nel sistema politico e sociale feudale, il vassallo del valvassore, ultima classe di titolari di feudi. In origine, il possesso feudale dei valvassini fu precario, in quanto poteva essere tolto ad libitum dal signore, non si estendeva agli eredi, era privo di ogni garanzia da parte del superiore, e non conferiva quindi alcun grado di nobiltà; più tardi riuscì a stabilizzarsi e a diventare perfino ereditario, e con l’editto di Corrado il Salico del 28 maggio 1037 poté conferire il grado nobiliare. |
Treccani |
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Ma anche Fini approssima generosamente per eccesso la condizione degli “italiani”, perché i servi medioevali e, successivamente, le masse proletarie, una coscienza di sé, del proprio ruolo, mansioni e diritti, l'avevano;
oggi gli “italiani” non solo difettano di una qualsivoglia intelligenza collettiva, ma basicamente mancano della coscienza di sé come popolo che mai è stato saldato nella Storia post-romana ( ci provò il fascismo, ma i lavori vennero interrotti dall'esito disastroso della guerra );
sono un branco di bambini – abbastanza scemi, per giunta – abituati ad essere viziati dal Sistema, balocchi in cambio del consenso e come i bambini piccoli non hanno cognizione dell'ambiente esteso e delle regole che lo governano, non hanno cognizione nemmeno delle proprie possibilità all'interno dell'ambiente;
analisi, ragionamento e volontà vengono delegati al Sistema con la speranza ( vera specialità “italiana” ) che le cose vadano per il meglio, oppure non troppo male : un non-popolo che non ragiona ma spera, e usa altri organi ( cuore, genitali, culo ... ) al posto del cervello.
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Buon giorno,
RispondiEliminarimango sempre dell'avviso che un popolo dovrà sempre essere guardiano del proprio destino; e non solo quando conviene. Penso che, quando si enuncia a caratteri cubitali: l'auto determinazione dei popoli, la propria autonomia e del proprio territorio; a scegliere da chi vuole essere governato ecc... Bè tutto il resto che viene detto è armamentario parolaio dei politici, dai magnati dell'economia, dai teorici dei mercati, dei guerra fondai ecc.
Farebbero, anzi Dovrebbero i popoli, in queste situazioni, porre le barriere che tocchino il Cielo. Comunque solo un processo di cambiamento radicale...per dirla con A. Gramsci "Solo le forze produttive, possono essere fattore trainante del cambiamento sociale, economico, culturale... soprattutto MORALE, per una società più giusta, più equa e soprattutto disinfettata dal morbo della corruzione, la burocrazia...e tanta altre cose"
Solo le forze produttive ...
EliminaMa in un sistema economico e sociale in cui la produzione è stata ridotta all'osso a causa del progresso tecnologico implementato nella filiera produttiva-distributiva ( automazione ), e della saturazione del mercato interno, cioè la cessazione del mercato ovvero il trasferimento del mercato nelle aree in via di sviluppo e di crescita, nelle quali il Padronato può avvantaggiarsi di un costo della manodopera decimale ...
che fare ?
Dal mio punto di vista, piuttosto che cullarsi nel sogno di una Ripresa che non ci sarà e, in condizioni di pace cioè in assenza di cataclismi resettanti, non ci potrà più essere, bisognerebbe iniziare a ragionare sulla socializzazione della produzione.
Tale esercizio mentale prima che pratico, tuttavia, è tanto più ostico ( e di improbabile germinazione ) in genti come quelle “italiane” caratterizzate da un pensiero egoistico individuale o, al massimo, esteso alla propria ristretta area familiare : vedo nel futuro prossimo, a meno di un reboot dell'economia e della società post-bellico, un imbarbarimento generale che si manifesterà nel nomadismo metropolitano.
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Ho citato A.Gramsci per evitare un discorso sia ideologico che potrebbe sembrare obsoleto, ma che non lo E', sia di carattere sociologico, molto caro alla cosi detta nuova sinistra... Tuttavia mi rendo conto delle tue osservazioni e del modello di società in cui ci stiamo/stanno cacciando. Sicuramente le avanzate barbariche delle nuove tecnologie sono un forte problema, che castra le aspettative della gente, anche se non se ne da peso...e devo ammettere che le sparate grilline sul salario garantito abbia teoricamente una validità, ma se si esaurisce nel breve tempo; diversamente non è sostenibile se protratto nel tempo. Allora sorge la domanda Che fare? Ecco bisognerebbe ripensare sinergicamente a come far convivere Tecnologia, sviluppo ed occupazione; riportare ai giusti livelli la ripartizione della ricchezza, la riorganizzazione del territorio, ecc...riscoprendo le dimensioni delle città. A tal proposito il terremoto in atto nel centro Italia, sta evidenziando che l'edilizia e le dimensioni urbanistiche vanno ripensate non solo in termini di sicurezza, ma soprattutto in termini dimensionali...ecc. Mi fermo qui, sai già di tuo come vanno le cose.
EliminaBuona giornata e scusa la mia insistenza; ho bisogno di comprendere l'oltre.
Ecco bisognerebbe ripensare sinergicamente a come far convivere Tecnologia, sviluppo ed occupazione; riportare ai giusti livelli la ripartizione della ricchezza, la riorganizzazione del territorio, ecc...
EliminaIn altre parole, bisognerebbe : 1 ) recuperare ed esercitare la facoltà analitica ( qui, dal basso ) e 2 ) ordire e pianificare un'azione di lotta su vasta scala, perché non penso che i soggetti che dapprima hanno imposto e poi si sono avvantaggiati dell'attuale schema saranno propensi a rimettere in discussione ( in circolazione ) i dividendi.
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Non mi è chiaro il tuo discorso su terremoto in Italia Centrale e dimensioni dell'abitato.
Era una riflessione a voce alta, per ridisegnare fabbricati, aree verdi, viabilità compatibile...tutto in funzione della qualità dell' esistenza umana ecc. Tuttavia mi rendo conto essere una ipotesi utopista. Tutto qui.
EliminaIl crollo di Norcia, mi pare abbia dimostrato che la “messa in sicurezza” degli antichi borghi – nella quale speravo – in zone sismiche sia impossibile;
Eliminabisogna ricostruire con tecniche moderne, salvando l'aspetto esteriore storico e i volumi interni, di suggestiva estetica e testimonianza di uno stadio urbano nella Storia del Paese.
Invece, la ristrutturazione di interi quartieri sorti nel Dopoguerra nelle città “italiane” con la confusione tipica delle bidonville cioè senza un piano regolatore degno di questo nome ( come quelli generati in epoca fascista ), creerebbe posti di lavoro in un'edilizia oramai bloccata per saturazione del territorio;
allego anche le Grandi Opere come il Ponte sullo Stretto di Messina che oggi, essendoci un governo di Sinistra e non più Berlusconi al comando, potrebbe anche passare.
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l'uomo ovvio, minimofini.
RispondiEliminaTi dà noia la realtà cruda, si vede.
EliminaLa buzzurra carnevalata detta “Halloween”, ennesima tappa della colonizzazione culturale eseguita dagli USA, convalida il ragionamento soprastante : gli “italiani” sono peggio che servi, sono bambini scemi cui il Sistema impone una ( qualsiasi ) festa, e loro festeggiano.
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Ma 70. sta per 1970?
RispondiEliminaEh ?
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