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Se capita di maneggiare dischi rigidi scartati dopo il rinnovo della configurazione hardware di una macchina, il recupero da macchine incidentate o altro, l'opzione più spicciativa è la docking station.
Una periferica economica con 1 - 3 baie aperte per dischi, senza ricorrere all'acquisto di un case ad hoc per ciascun disco.
Quella nella foto sopra è una “cinese” con 2 slot per dischi con interfaccia SATA ( serial ATA ) [ 1 ] e 1 per dischi IDE ( parallel ATA, detta anche PATA ) [ 2 ] da 2,5 e 3,5 pollici fino a 2 TB di capienza, che offre anche un lettore multiformato di schede di memoria, 2 prese USB 2.0 e un bottone per la clonazione rapida di un disco.
Utile anche nel caso in cui si abbia a che fare con dischi con interfacciamento di vecchio standard.
Il prezzo è sui 24 € ( inclusa la spedizione con il corriere ) [ 3 ... ].
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L'alternativa più frequente nei mercati on-line è questa da 2 posti e prestazioni simili.
Si trova a circa 23 € ( inclusa la spedizione con il corriere ) [ 4 ... ].
Ha un effetto ecologico, nel momento che recupera o permette di mantenere la funzionalità di vecchi dispositivi con consumo ridotto di materia.
RispondiEliminaEsatto.
RispondiEliminaQualche tempo fa, vedevo abbastanza spesso dei vecchi sistemi abbandonati vicino ai bidoni del rusco.
E chiedevano, a me e ai passanti :
“Avete davvero bisogno di tutta quella potenza di calcolo e magazzino-dati, in una - 1 - sola macchina [ come la moda imponeva e impone ] ?”
Probabilmente, no.
Possiamo anche separare i compiti, attribuendone diversi a macchine differenti nel nostro ecosistema elettrico domestico : Pc che diventano stereo, terminali di navigazione, etc. ...
Una disciplina siffatta, porta anche a una buona terapia sul sé ( troppo abituato alla bulimia del tutto ) che dovrebbe passare attraverso la domanda obbligatoria e potente perché può essere trasposta immediatamente in altri ambiti umani :
“Quanta me ne serve, di questa roba ?
E cosa deve fare ?”
...
!!
RispondiEliminaecosistema elettr(on)ico domestico
Mi piace.
:)