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Coronavirus/6




Gli effetti della costrizione domestica sulla salute mentale


I due stili strategici di gestione dell’epidemia a confronto

Propongo una ipotesi in merito ai diversi stili strategici di gestione dell’epidemia adottati in Europa e altrove. Sottolineo che si tratta di una pura ipotesi, perché per sostanziarla ci vogliono competenze e informazioni statistiche, epidemiologiche, economiche che non possiedo e non si improvvisano. Sono benvenute le critiche e le obiezioni anche radicali.

L’ipotesi è la seguente: lo stile strategico di gestione dell’epidemia rispecchia fedelmente l’etica e il modo di intendere interesse nazionale e priorità politiche degli Stati e, in misura minore, anche delle nazioni e dei popoli. La scelta dello stile strategico di gestione è squisitamente politica.

Gli stili strategici di gestione sono essenzialmente due:

1. Non si contrasta il contagio, si punta tutto sulla cura dei malati (modello tedesco, britannico, parzialmente francese)
2. Si contrasta il contagio contenendolo il più possibile con provvedimenti emergenziali di isolamento della popolazione (modello cinese, italiano, sudcoreano).

[ ... ].

Roberto Buffagni


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Questo post è dedicato alla raccolta di brani da alcuni articoli che girano in rete e reputo utili per la comprensione dell'emergenza nuovo coronavirus.

Le firme degli autori sono linkate agli articoli integrali.

1

Il pezzo di Roberto Buffagni ch'è stato pubbicato su vari siti-web [ 1 , 2 ... ] è la migliore disamina delle opposte strategie dichiarate e/o attuate dai vari governi UE : apertura totale delle attività sociali oppure chiusura totale.
La seconda è stata la strada scellerata decisa dal Governo Conte II copiando il governo cinese – ma per vari motivi la Cina poteva permettersi questa strategia, 0039 no – ed imposta con la sospensione di alcuni diritti costituzionali e lo stato di polizia de facto usando l'articolo 16 della Costituzione [ 3 ] nei decreti dell'8 [ 4 ] e del 9 marzo [ 5 ]  : due firmette, e il Paese è diventato una grande galera.
E il 67% degli italici applaude ...
e canta al balcone [ 6 ].


Il pericolo di una dittatura sanitaria

Dopo l’esperienza del virus, sappiamo che l’eventuale minaccia totalitaria che si annida nel futuro potrà essere una dittatura sanitaria. Dittatura globale e/o nazionale, giustificata da norme anticontagio. Vi invito a un viaggio letterario e forse un po’ profetico nel futuro globale, partendo dai nostri giorni.

Stiamo sperimentando sulla nostra pelle che nel nome della salute è possibile revocare la libertà, sospendere i diritti elementari e la democrazia, imporre senza se e senza ma norme restrittive, fino al coprifuoco. È possibile mettere un paese agli arresti domiciliari, isolare gli individui, impedire ogni possibile riunione di persone, decomporre la società in molecole, e tenerla insieme solo con le istruzioni a distanza del potere sanitario. Più magari un vago patriottismo ricreativo e consolatorio, da finestra o da balcone… Nessuno mette in discussione la profilassi e la prevenzione adottate, si può dissentire su singoli provvedimenti, su tempi, modi e aree di applicazione; ma nessuno vuol farsi obiettore di coscienza, renitente, se non ribelle, agli imperativi sanitari vigenti. E comunque tutti li accettiamo col sottinteso che si tratta di un periodo breve, transitorio, uno stato provvisorio d’eccezione. Ma se il rischio dovesse protrarsi, si potrebbe protrarre anche la quarantena e dunque la carcerazione preventiva di un popolo. Disperso, atomizzato, in tante cellule che devono osservare l’obbligo di restare separate (ecco come sterilizzare il populismo).

Del resto, anche un’esperienza breve ma traumatica lascia segni destinati a durare e modificare il nostro rapporto col potere, con la vita e con gli altri.

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Marcello Veneziani



LA MESSA NELLE CATACOMBE

Che gli esseri viventi siano fra loro connessi, ce lo dice tanto la teologia quanto la fisica quantistica. Ergo, quel cambiamento della nostra prossemica contrassegnato dal metro e mezzo di distanza, non è solo antropologico-culturale ma anche ontologico-spirituale.
Il principio della Separazione avvolge tutto sotto il proprio incontrastato dominio.
Del resto, come potrebbe essere diversamente nel corso di un'Apocalisse senza Dio, senza Chiesa, senza Trombe, senza Ira dell'Agnello, senza Lago di Fuoco?
La cancellazione della sfera del sacro – in atto già da decenni – compie in questa crisi la sua definitiva maturazione. Dinanzi all'incognita e alla paura, non ci si rifugia nella preghiera bensì ci si stordisce con serie tv e social network fino a diventare confortevolmente insensibili.
Se qualcuno dovesse venire a sapere di messe illegali nelle catacombe da parte di neo-paleocristiani, me lo faccia sapere. Giacché sono disposto a unirmi a loro già da domani.




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2 commenti:

  1. Oltre alle osservazioni sopra, dai punti di vista ecomomico e da quello sociale, rimando alle osservazioni di tale Guido, dal punto di vista sistemico: approccio zootecnico/intensivo rispetto ad approccio faunistico/ecologico.

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  2. Questa l'ha presa piuttosto male. ((8)
    https://video.corriere.it/cronaca/coronavirus-ripreso-vicino-perche-corre-sfascia-macchina-martellate/3ebe82fa-6db3-11ea-9b88-27b94f5268fe

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