di Bent Hamer, 2005
Visto ieri sera al Rialto con Lando ... che dire di primo acchito ? Che Chinaski m'ha commosso ancòra una volta (interpretato da un eccezionale Matt Dillon) perchè mi ricorda il giovane Bufalo. Mi fa tornare coi piedi per terra e mi scalda il sangue nelle vene, dopo il film siamo andati al Sushi cafè per trincare un po' di sakè e ho dovuto chiedere una penna per arrotare ed integrare Hotel Ukraina 1994 : sto inserendo i frammenti depressivi dei miei tre primi soggiorni moscoviti, che in un primo tempo avevo omesso (è risaputo che quando riguardiamo il vissuto tendiamo a censurare ciò che non ci piace) ... come quello sfigatissimo compagno di una sola giornata, a cercare il visto per il ritorno tra un ufficio e l'altro.
Come assaporare il Jack dopo due birre d'apertura.
Forse la vita stessa è la malattia così come "la poesia è questa città, questa nazione, il mondo intero".
In breve - lo scrivo per i profani - il film è tratto dai libri "Factotum" e "Il capitano è fuori a pranzo" di Charles Bukowski (il secondo edito da Feltrinelli con le illustrazioni del fumettaro underground Crumb : potete visitare il museo on-line cliccando qui) e vi si narra del periodo sospeso tra il lavoro all'ufficio postale e l'affermazione come scrittore, nel quale il mitico Hank (Henry Chinaski è il suo alter ego preferito) si barcamena in mille lavori per campare in Amerika e dedicarsi nel tempo restante all'alcool, alle donne e alla scrittura ... come un macho sconfitto in partenza è bolso, rintronato e fiero di una personale etica contro il "sistema" che lo porta a scazzarsi e ad essere (presto o tardi) licenziato. Sudici appartamenti / bar / whiskey / uffici di collocamento / lap-dance / alcolizzati dei "piani alti"/ qualche amore inconfessato / cercando di farsi pubblicare i racconti.
In passato fu interpretato benissimo da Ben Gazzarra in "Storie di ordinaria follia" di Marco Ferreri : non posso dimenticare la ventenne Ornella Muti che si forava le guance da un lato all'altro del viso con uno spillone enorme, al bar ovviamente ... Cass mi pareva si chiamasse il personaggio femminile (l'ennesima alcolizzata inchiodata al bancone) con un destino tragico.
Splendida la colonna sonora (due pezzi basàti su testi dello scrittore).
Tra i tanti siti-web dedicati allo scrittore anarchico e nichilista sto leggendo questo .
Onan ha scritto del rapporto tra creatività e sostanze in "Concentrazione e birra nella composizione di una poesia" .
Links
"Factotum" = sito ufficiale del film
"Factotum : Matt Dillon's date movie" = in Google Video
Visto ieri sera al Rialto con Lando ... che dire di primo acchito ? Che Chinaski m'ha commosso ancòra una volta (interpretato da un eccezionale Matt Dillon) perchè mi ricorda il giovane Bufalo. Mi fa tornare coi piedi per terra e mi scalda il sangue nelle vene, dopo il film siamo andati al Sushi cafè per trincare un po' di sakè e ho dovuto chiedere una penna per arrotare ed integrare Hotel Ukraina 1994 : sto inserendo i frammenti depressivi dei miei tre primi soggiorni moscoviti, che in un primo tempo avevo omesso (è risaputo che quando riguardiamo il vissuto tendiamo a censurare ciò che non ci piace) ... come quello sfigatissimo compagno di una sola giornata, a cercare il visto per il ritorno tra un ufficio e l'altro.
Come assaporare il Jack dopo due birre d'apertura.
Forse la vita stessa è la malattia così come "la poesia è questa città, questa nazione, il mondo intero".
In breve - lo scrivo per i profani - il film è tratto dai libri "Factotum" e "Il capitano è fuori a pranzo" di Charles Bukowski (il secondo edito da Feltrinelli con le illustrazioni del fumettaro underground Crumb : potete visitare il museo on-line cliccando qui) e vi si narra del periodo sospeso tra il lavoro all'ufficio postale e l'affermazione come scrittore, nel quale il mitico Hank (Henry Chinaski è il suo alter ego preferito) si barcamena in mille lavori per campare in Amerika e dedicarsi nel tempo restante all'alcool, alle donne e alla scrittura ... come un macho sconfitto in partenza è bolso, rintronato e fiero di una personale etica contro il "sistema" che lo porta a scazzarsi e ad essere (presto o tardi) licenziato. Sudici appartamenti / bar / whiskey / uffici di collocamento / lap-dance / alcolizzati dei "piani alti"/ qualche amore inconfessato / cercando di farsi pubblicare i racconti.
In passato fu interpretato benissimo da Ben Gazzarra in "Storie di ordinaria follia" di Marco Ferreri : non posso dimenticare la ventenne Ornella Muti che si forava le guance da un lato all'altro del viso con uno spillone enorme, al bar ovviamente ... Cass mi pareva si chiamasse il personaggio femminile (l'ennesima alcolizzata inchiodata al bancone) con un destino tragico.
Splendida la colonna sonora (due pezzi basàti su testi dello scrittore).
Tra i tanti siti-web dedicati allo scrittore anarchico e nichilista sto leggendo questo .
Onan ha scritto del rapporto tra creatività e sostanze in "Concentrazione e birra nella composizione di una poesia" .
Links
"Factotum" = sito ufficiale del film
"Factotum : Matt Dillon's date movie" = in Google Video
caro Bufalo,
RispondiEliminase ti piace Bukowski, prova Joe R Lansdale.
credo sia la versione più crudele e "tarantiniana" del nostro.
gli manca purtroppo quella generosità da uomo sincero e scazzato che aveva il grande Charlie. Lui era davvero schietto. Un uomo tutto sommato trasparente nel suo schiantarsi a testa bassa contro la vita.
Lansdale è più "costruito", ma viviamo in tempi in cui neppure Bukowski potrebbe essere accettabile, neppure come loser d'eccezione.
sono tempi cinici e stronzi, questi. e Bukowski paradossalmente non suona più credibile. nel migliore dei casi - nota l'aggettivo 'migliore' - abbiamo pessimi emuli commerciali che ne scimmiottano lo stile senza avere un milligrammo della sua sincerità
penso in questo caso alla rivista Adrenalin - una delle più brutte e offensive operazioni editoriali(offensive per l'intelligenza, non a causa del suo stile inutilmente sboccato): il travestimento di un'operazione commerciale legata al mondo degli skaters da fanza "alternativa" e "sporca".
il risultato è così falso e offensivo per l'intelligenza che credo lo stesso Bukowski avrebbe sodomizzato i redattori se gli avessero presentato la rivista
(proprio in questo istante mi passa per la testa un pensiero: spero che Bufalo non sia uno dei redattori in questione... mica scrivi per quella gente, VERO? VERO?!?)
Lansdale è più in sintonia.
comincia con "Maneggiare con cura".
io l'ho scoperto grazie a mia sorella, sceneggiatrice.
se sei uno degli autori di Adrenalin, personami personalmente (anche se non cambio una virgola del mio giudizio), vorrà dire che ti offrirò una birra, dove vuoi.
ciao.
Furio
Amico mio, sto rileggendo i vecchi post e m'è venuta una certa nostalgia ... mi spiace sinceramente del tuo stacco forzato da internet, a causa dell'incapacità di Tim.
RispondiEliminaTi ribasco qui - prendilo come ozioso esercizio di scrittura, se vuoi - quello che ci dicemmo via-mail : no, non sono uno dei redattori di "Adrenalin", anzi non ho proprio trovato il sito ... mi passi l'url, così mi posso schifare anch'io ?
Sto per emigrare, ed avrò un sacco di tempo per leggere : comicerò Lansdale, e proprio dal romanzo che mi consigli.
Tengo sempre presente i consigli degli amici, prima o poi, e arrivo.
Matt Dillon è stato contestato nel ruolo da alcuni amici perchè "troppo bello" per impersonare Bukowski, io invece dico che è proprio qui la grandezza dell'attore, recitare con grande e credibile scazzo fino a fare dimenticare "I ragazzi della 56° strada" di Coppola.
Appena un po' di pancia, barba perennemente incolta di qualche giorno.
Bravo.