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E siccome l'ho rispolverato nel post precedente [ 1 ] mi sembra il caso di dedicare un appunto al mio conterraneo Giovannino Guareschi [ 2 , 3 , 4 ... ] penna e matita libere e coraggiose nel secondo dopoguerra emiliano segnato dal Terrore Rosso [ 5 ].
Il primo contatto con la sua opera ( è lo scrittore italiano più tradotto nel mondo ) l'ho avuto attraverso le trasposizioni cinematografiche del “Mondo piccolo” e successivi romanzi in cui, con il personaggio del sagace pretone di campagna Don Camillo, difendeva una zolla di misticismo in una terra solcata dal materialismo produttivista di stampo comunista, dal reggimento militaresco delle coscienze ch'egli conosceva bene : s'era fatto la galera fascista, il campo di concentramento nazista ( per non avere abiurato il Re d'Italia dopo l'8 settembre 1943 ) e più di 400 giorni di galera ( più 6 mesi di libertà vigilata ) nella neonata Repubblica Italiana per vilipendio del Capo dello Stato Luigi Einaudi e la diffamazione del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi non verificata in sede processuale [ 6 ] a proposito di due lettere in cui lo statista chiedeva agli alleati anglo-americani il bombardamento della periferia di Roma, al fine di fiaccare la residuale resistenza nazi-fascista che teneva in pugno la città, e che vennero pubblicate dal G. sul Candido.
La libertà - da qualunque posizione si guardi il mondo - prima o poi si paga.
E mi sono sempre piaciuti i singoli contro il regime locale, le coscienze libere non all'ammasso.
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Guareschi il cattolico e monarchico, il reazionario sanguigno e fervido anti-comunista, pagò dazio con due infarti di cui l'ultimo fatale.
La vendetta vigliacca ( perché contro un uomo che non poteva più difendersi ) è arrivata 40 anni dopo la morte dell'antagonista per mano del comunista milionario Giuseppe Bertolucci assistito dalla Cineteca di Bologna.
( ma a ben vedere, gli scritti del G. hanno valenza anche posteriore ai suoi anni e costituiscono buona replica ).
“[ ... ] vero, aperto, finto, strano, chiuso, anarchico, verdiano. Brutta razza, l'emiliano !” ha scritto Francesco Guccini [ 7 ] : gli emiliani sembrano tanto paciosi, ma poi non guardano in faccia a nessuno ( nemmeno ai morti ).
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Siamo all'inizio degli anni '60, e il produttore Gastone Ferranti mette sotto contratto Pier Paolo Pasolini per un film sul punto di vista di un alieno appena sbarcato sulla Terra.
Pasolini accetta, realizza il mediometraggio [ 8 ] narrato su montaggio di immagini di repertorio e lo consegna, ma il committente ritiene che un prodotto intellettuale così confezionato non avrebbe vita lunga al botteghino.
Quindi il produttore, per rendere il progetto commercialmente più attraente per il pubblico, decide di accostare al filmato già realizzato l'opera di un altro autore in palese contrasto ideologico e formale con il primo. E viene scelto proprio Guareschi : due caratteri marcati e spigolosi, agli antipodi politici ( Destra e Sinistra ), sulla cresta dell'onda nell'arte cinematografica ( la serie di “Don Camillo”, “Accattone” e “Mamma Roma” ).
Il filo conduttore è l'analisi del malessere nella società occidentale e nel mondo, da poco uscito da una guerra devastante ma nuovamente inquieto ( da cui il titolo ).
Il film così terminato viene distribuito nelle sale italiane nel 1963 con tanto di polemica tra i due autori fissata nel trailer, ma viene ritirato dopo pochi giorni per il timore delle polemiche che la parte guareschiana potrebbe fare scoppiare nella società in fermento :
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La posizione di Guareschi è una critica al terzomondismo e al relativismo assoluto che già iniziavano a montare, e diventeranno malta cementizia per la globalizzazione economica disegnata dai Grandi Capitalisti. Ma anche alle dittature e agli -ismi ... e già allora, tale posizione era esecrata dall'intellighenzia della Sinistra.
Insomma : nel 1963 la pellicola venne distribuita alle sale in questo formato di canto e controcanto.
Ma 45 anni dopo, alla 65° Mostra del Cinema di Venezia, è stata ripresentata la sola parte di Pasolini, rieditata da Giuseppe Bertolucci che con disprezzo del progetto storico e alla maniera dei ritocchi fotografici usati dagli amministratori dell'Unione Sovietica ha tagliato la parte di Guareschi.
L'accusa ?
“razzismo”.
Bertolucci ( che è stato a lungo presidente della Cineteca bolognese ) era membro del Comitato d'onore per il Centenario della nascita di G. e venne invitato a dimettersi dai figli dello scrittore e vignettista [ 9 ].
E non si fece pregare.
Due esempi di rimozione selettiva : la parte di Giovannino Guareschi nel dittico “La rabbia” è stata omessa nella riedizione a cura di Giuseppe Bertolucci e nemmeno citata nella locandina ( sopra ), e un esempio di censura fotografica nell'Unione Sovietica ( sotto : Alexander Malchenko è stato rimosso dal gruppo di intellettuali socialisti, tra i quali Lenin ).
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A ben vedere, una relazione forte tra le due narrative c'era e non tarderà a manifestarsi.
La critica alla disumanizzazione del mondo moderno, attuata attraverso il materialismo esasperato dalla compulsività produttiva ( capitalista oppure comunista ).
Da cui la necessità del recupero delle radici nel territorio e di un rapporto con la spiritualità che in Pasolini vedremo esplicitati nelle successive opere filmiche “Il Vangelo secondo Matteo” ( 1964 ) [ 10 ] e “Uccellacci e uccellini” ( 1966 ) [ 11 ] ( qui “giocosa” e fantastica - con l'invenzione della tentata evangelizzazione di falchi e passeri - alla maniera del Cristo parlante di don Camillo ), e in altri documenti.
Ma successivamente la presa di coscienza di questa disintegrazione dell'identità e dell'asservimento che ne consegue, l'atteggiamento di P. P. P. diventa più critico ma anche più disperato di una possibile soluzione salvifica, fino all'amara precognizione dell'esecuzione che subirà sulla spiaggia del lido di Ostia.
Guareschi cadrà sul fronte della polemica mentre ancòra stava conducendo la sua battaglia persa, come sappiamo.
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