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FB, reazioni




Gli emoticon di Facebook che permettono di esprimere una gamma di possibili reazioni emotive ad uno status oppure a un documento postato.





Sul sito del Corriere della Sera, la reazione emotiva maggioritaria ad ogni articolo è rappresentata nella colonna social a sinistra del pezzo.



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Gli utenti del social più partecipato sanno che, da qualche settimana, su Facebook è possibile esprimere il proprio stato d'animo riguardo lo status o il documento pubblicato.

Questo mio pezzo è la risposta ad un post del crociato Lorenzo pubblicato sul blog ch'è collaterale al principale Eldalie di Giuseppe “Rocco invades Poland” S. ( “Evoluzione del genere umano - Parte seconda” in Radio Varsavia [ 1 ] ) ed è anche una breve guida passo-passo all'uso di questo nuovo strumento.

2

Da parecchio tempo, gli utenti di FB chiedevano la presenza di ( almeno ) un bottone dislike al fianco dello storico like ch'è diventato iconico ed anche parte dello slang nel tempo del web 2.0 ( da cui il verbo italiano promiscuo “likare” o “likeare” [ 2 ] ); persisteva, infatti, l'equivoco che il like venisse interpretato come apprezzamento del contenuto dello status, ad esempio una notizia ( quindi buona, positiva ) piuttosto che dell'importanza del fatto o dell'opinione riportata (  quindi della scelta di pubblicarla, oltre la polarizzazione del proprio giudizio sul contenuto ), ed altri ancóra.
La società co-fondata e diretta da Zuckerberg ha risposto non con una, ma con una gamma di reazioni :


Non solo mi piace, ma anche Love, Ahah, Wow, Sigh, Grrr. Da oggi la lingua di Facebook cambia, e al pulsante Like che ha finito per identificare il più grande social network del mondo si aggiungono altre cinque icone. “Volevamo dare a tutti la possibilità di reagire a un post in maniera più complessa”, spiega Sammi Krug, Product Manager di Reactions.
La Stampa


Già da tempo, sul sito del Corriere della Sera ( e quelli di altri organi d'informazione ) è possibile indicare il proprio stato d'animo riguardo l'articolo a schermo scegliendo da una gamma in taglio basso, e nella spalla viene evidenziato l'umore tendenziale ( cioè maggioritario ) dei lettori; spostando il cursore ( la freccia ) sull'emoticon, viene esplicitato il numero dei lettori votanti e la percentuale maggioritaria relativa.
Ma su FB lo stato d'animo viene riconosciuto come proprio, personale, cioè non viene liquefatto in una statistica che peraltro non possiede alcuna scientificità ( è possibile creare [ n ] account ed eseguire una votazione multipla ).

3

Vediamo come esplicitare lo stato d'animo personale, passo-passo, usando un mio post su FB [ 3 ].
Spostando il cursore su Mi piace la freccia diventa una manina e viene visualizzata in sovraimpressione una stringa di emoticon tra i quali scegliere la propria reazione :





Dopo avere cliccato sulla reazione che meglio rappresenta il proprio stato d'animo oppure il classico e semplificativo Mi piace ( like ) che è il primo emoticon a sinistra, essa sarà ricordata ed evidenziata con un inchiostro diverso dal grigio-nero nella riga dei comandi, assieme a Commenta e Condividi; inoltre, nella riga sottostante, assieme agli ultimi due utenti e al numero degli altri che hanno voluto firmare una propria reazione appare la stringa dei tipi delle reazioni scelte per il post in questione ( in questo caso Mi piace e Love ) :





Chiunque può verificare chi e quale reazione ha lasciato sul post; portando il cursore sugli ultimi utenti che hanno lasciato una reazione viene evidenziata una lista parziale in sovraimpressione ( tooltip ), cliccando viene aperto un modulo pop-up che riepiloga sia la lista complessiva, che le liste degli utenti raggruppati secondo le singole reazioni ( ogni singola lista viene aperta cliccando sul relativo simbolo, in alto ) :











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Per finire, la mia opinione sullo strumento qui esposto.
Dico che sì, la trasformazione del gradimento espresso in emoticon è un passo avanti ed anche tardivo, e che la possibilità di sfaccettare la propria reazione è in sé positiva, oltre le critiche al sistema dei social network cioè all'interazione virtuale su piattaforme come quella discussa, e oltre un certo trend semplificativo, compulsivo e pornografico delle proprie emozioni che pure è ravvedibile.

Ma la disciplina e la rappresentazione delle emozioni che ci interfacciano agli altri spetta al singolo essere umano, che può peraltro scegliere di non rappresentarle negli spazi collettivi e secondo la modalità discussa.

09 - 21




In occasione della Giornata Internazionale della Pace [ 4 ] il bottone Love è stato animato con una esplosione animata di cuoricini e un messaggio motivazionale.

13 commenti:

  1. Vedi, Lorenzo, il mio punto di vista ( opinabile, ci mancherebbe ) è quello di un non-nativo digitale che soppesa l'uso e l'importanza degli emoticon a corredo di un testo.
    Altra linea di discussione può essere quella sui nativi digitali e il loro rapporto con l'iper-testo.
    Altra linea ancóra, quella sul tipo di comunicazione social net e blog, e differenze : l'uso del social mi sembra tendenzialmente più veloce, usa-e-getta, caldo fino a compulsivo ...
    quello del blog più idoneo ad approfondimento e riflessione ...
    ma sono due categorizzazioni sfumate, i meccanismi ( codici ) specifici di ogni piattaforma non impediscono a un utente - ad esempio - di scrivere cose profonde su FB ... ma FB è più idoneo allo shock per la caratteristica del tempo reale che obera il browser e la macchina di lavoro ma è eccitante, mentre il blog ha solitamente una tempistica più lenta;
    su FB i propri contenuti si perdono nella timeline e rintracciarli è un po' brigoso ( e può essere molto brigoso se si posta parecchia roba ), sui blog è più facile recuperare un certo post e una certa discussione e riallacciarsi per evitare ripetizioni e proseguire la chiacchierata ...
    ( ce ne sarebbe da scrivere, ma tanto ).

    [ Like, ] Love, Ahah, Wow, Sigh, Grrr sono segni di un alfabeto espanso, segni che descrivono uno stato d'animo e non sono stati inventati ora, da Facebook, ma sono piuttosto vecchi e il loro primo uso risale ai tempi delle BBS :

    La prima in assoluto pare essere stata usata il 12 aprile 1979 da un certo Kevin MacKenzie[2] in un'e-mail inviata agli iscritti a MsgGroup (una delle prime BBS) in cui suggeriva di introdurre qualche sentimento nei freddi testi dei messaggi; per esempio consigliava di utilizzare un trattino preceduto da una parentesi chiusa (cioè ")-") per indicare una linguaccia ma la proposta fu criticata dai più.
    Secondo una ricerca di Mike Jonesun, della Carnegie Mellon School of Computer Science, risalente al febbraio 2002, la prima emoticon sarebbe stata utilizzata il 19 settembre 1982 in un messaggio apparso in una BBS del Carnegie Mellon University dall'informatico statunitense Scott E. Fahlman[3] per sottolineare l'ironia di una sua frase poiché spesso un commento umoristico non veniva preso per tale e dava adito ad interminabili discussioni. Questa volta la proposta ebbe successo. Fahlman, in seguito, si rammaricò di non aver conservato il messaggio, che al momento non gli sembrò così importante, ma il messaggio fu poi recuperato da un salvataggio su nastro [ ... ].


    [ fonte ]

    Ripeto : sono segni A CORREDO del testo e/o del documento discusso, non sono la parte principale della comunicazione, anche se le emozioni sono importanti e l'espressione delle emozioni è un arricchimento del proprio messaggio, talvolta utile per fugare dubbi sul senso di un commento;
    talvolta, se non si trovano le parole e si pensa che sia troppo retorico e/o inutile scrivere qualcosa di scontato, possono sostituire il testo con giustizia.

    ===

    Adesso correggo il testo del post, a proposito di Radio Varsavia.

    ===

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    1. * e. c. : possono sostituire il commento con giustizia.
      Ovvio.

      ===

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    2. Vedi , Lorenzo, tu hai l'abitudine di amputare quelle parti di Realtà che non ti piacciono, che non sono utili alle tue dimostrazioni oppure le contraddicono.

      1 ) Amputazione del dizionario.

      Corbellerie da commerciale. Nessun essere umano nasce "digitale".

      Oh.
      Certo.
      Pertanto, secondo te, non sono esistiti esseri umani che hanno approcciato i dispositivi digitali interattivi in età adulta, ed altri che li hanno maneggiati fin da bambini.
      Questa differenza non esiste, non può esistere, oppure dev'essere espressa con la prolissità che ho appena usato.
      Siccome hai deciso che i vocaboli del lorenzese - l'unica lingua universale degna d'essere praticata - debbano essere usati e intesi solo nel loro significato più stretto.
      La Treccani ?
      Una roba ridicola.
      C'è Lorenzo per tutti.

      Bisognerebbe scrivere con cognizione di causa. Un ipertesto non contiene "emoticon", contiene dei LINK.

      Falso.
      Un iper-testo PUO' contenere immagini.
      Negli esempi che ho postato qua sopra, cliccando sulle mini-emoticon si aprono delle liste di nominativi di utenti che a loro volta sono cliccabili e mandano alle bacheche personali : pertanto, nel caso raffigurato, l'emoticon è un elemento attivo e condizionale nell'iterazione dell'utente.

      { visto che ti piace il Passato, anzi solo il Passato, ti ricordi lo [ HyperCard ], giusto per fare un esempio d'annata ?
      Io sì }.

      Non esiste niente nell'universo che corrisponda alla espressione "social net"

      E tre.
      Social net è una convenzione, bene compresa da molti esseri umani, persino dalle anziane casalinghe ( essendo stato sdoganato dall'elettrodomestico televisivo a coloro che hanno problemi culturali-generazionali nell'uso dei moderni dispositivi ).
      Uno dice “social net” e quasi tutti pensano a Facebook, Twitter, Pinterest ... altro.
      Poi arriva Lorenzo e va in stand-by come i personaggi dei videogiochi quando non gli fai fare qualcosa, perché non capisce.

      La parola "blog" è una contrazione per Web Log e significa semplicemente "diario".

      E quindi ?

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    3. 2 ) 0/1 ( riduzione in due termini che si escludono vicendevolmente ed assolutamente, testo alfabetico ed emoticon ).

      Non mi risulta che nessuno scrittore abbia mai pubblicato un libro con "immagini emotive" a corredo del testo. Non perché le arti figurative non esistessero prima del "digitale", eh...

      Qui la semplificazione retorica è più sofisticata, il ragionamento è costruito nella dimensione surreale che ti è utile per avere ragione, l'unico ambito in cui può avere successo.
      Nel mio post si parla di emoticon in Facebook ( un social network dell'era del web 2.0 ), ma tu tiri fuori gli scrittori del Passato pre-informatico.
      Colpo di scena, eh.
      Forse gli utenti dei social devono essere scrittori che trasmettono testi degni della grande letteratura, anziché commenti ?
      Altresì, gli scrittori professionisti che usano un profilo-FB devono essere costretti a vergare commenti memorabili e meritevoli d'essere ricapitolati nelle antologie scolastiche ?
      Viceversa : quanti erano coloro che sapevano scrivere, nel Passato, e tutti coloro che scrivevano erano da cosiderare scrittori ?
      Ma il punto è un altro : è vero che nel Passato esistevano le arti figurative, però NON ESISTEVA una tecnologia diffusa che permettesse una VELOCITA' e quindi una FREQUENZA di comunicazione tra due soggetti, come quella che usiamo oggi ( la cosiddetta internet );
      le corrispondenze duravano anni - se non decenni - per comunicarsi un numero di parole che ai giorni nostri viene trasmesso tra due amici verbosi nel corso di una settimana;
      allora potevano occorrere settimane se non mesi per recapitare una lettera ed altrettante per ricevere la risposta, semplicemente i nostri avi che appartenevano alle classi agiate ( una sparuta minoranza ) non si ponevano nemmeno il problema di corredare il testo con espressioni contratte come gli emoticon - che sono funzionali alla comunicazione attraverso QUESTA TECNOLOGIA che stiamo usando ADESSO - siccome la frequenza era totalmente dissimile, ed avevano tempo abbondante per fare i baffi ai neonati cioè esercitarsi nella bella scrittura.
      Quindi, dobbiamo considerare la lentezza come un valore positivo e trainante ?

      "anche se le emozioni sono importanti e l'espressione delle emozioni è un arricchimento del proprio messaggio"


      Si certo, un messaggio senza parole e senza contenuti.


      Lo stato emotivo E' un contenuto.
      Il messaggio PUO' contenere sia parole testuali che emoticon.

      "non impediscono a un utente - ad esempio - di scrivere cose profonde su FB

      "
      Ahahahah, buona questa.


      Siccome hai deciso che non si può fare, non si fa.
      Tutti bruti, su FB.
      ( come sopra ).

      Tutto il resto è stato aggiunto in seguito integrando funzioni presenti da sempre su Internet a vario titolo ma che l'utente Facebook, essendo una scimmia, scopre come se fossero novità.

      Appunto, come si diceva.
      Ma, semplicemente, esistono miliardi di esseri umani dissimili dal modello Lorenzo, più o meno intelligenti, più o meno giovani, più o meno esperti;
      è ovvio che un ragazzino che approccia i media interattivi per la prima volta oggi, impari la terminologia in auge nell'anno 2016 ... è, semmai, dovere nostro ( dei più anziani ) fargli presente alcune cose e approfondire l'argomento.
      { come tu fai con tua nipote, mi pare }.

      ===

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    4. Altre semplificazioni, altro tentativo di tirare l'avversario dialettico nella PROPRIA ARENA cioé nel ring lessicale personale.
      Conosco già la tecnica.

      ===

      Dipende da come si usano, e dal contesto in cui si usano ( sia la “scatola” - la piattaforma - che la singola “stanza” di discussione ).
      In sé, non sono il Demonio, è assurdo assolutizzare le emoticon.
      E' VERO che c'è un trend industriale e commerciale semplificativo del rapporto Homo - Machina e la semplificazione è spesso una rimozione che funzionalmente ( a prescindere dalla volontarietà di chi la esegue ) distorce e depaupera messaggio e mezzo ( vedi, ad esempio, il caso dei romanzi amputati di parti e capitoli, una iniziativa editoriale distribuita nelle edicole che - mi felicito - pare non abbia avuto un riscontro di vendite significativo );
      ed E' VERO che tu, Lorenzo, sei un grandissimo semplificatore, che con il cutter ritaglia a proprio piacimento e poi insiste a “dimostrare” a colpi di citazioni da Wikipedia;
      il giochino, dopo un po', diventa ripetitivo fino a stucchevole, una roba perditempo;
      il giochino, dopo un po', quando è portato avanti con arroganza nella sostanza ( persistente supponenza d'essere superiore all'interlocutore che non s'allinea al Lorenzo-pensiero ) e nei modi, fino all'esplicita maleducazione formale, è inaccettable.

      Lorenzo ride di te e di tutti i cretinetti che parlano un gergo "commercialese" che non significa nulla

      Appunto.
      Sei un pseudo-intellettuale ma vero-incivile.
      Non sai rapportarti con gli altri, e, peggio, pensi di aggregare qualcuno facendo il bulletto.
      Non conosco la tua vita, non so perché sei cresciuto così storto ( è probabile che chi non ti stima proprio dio ti veda così ), e non me ne frega un cazzo.
      Prendi il tuo ego ipertrofico, la tua costernazione rabbiosa per un mondo che non è e non va come vorresti tu ( e verso il quale sono pure io critico ), fagotti vari, e vattene con le tue gambe : ADESSO.
      Sono sicuro che non chiederai scusa.

      Vedi, ad esempio, nei luoghi informatici, l'appellare abitualmente il prossimo ( almeno inizialmente ) con l'espressione “Coso”, “Cosa”, “-coso”, “-cosa”, che a casa mia non è comportamento da tenere, mi è stato insegnato che è buona educazione appellare il prossimo con il nome e/o cognome ( o soprannome, nel caso venga dichiarato esplicitamente dall'utente come proprio identificativo nell'ambito colloquiale ), magari scegliendo tra il dare del “tu” e il dare del “lei”, secondo parametri vari ( età, gerarchia, confidenza ... );
      vedi il “mi fai ridere” reiterato un accapo sì e uno no;
      e molto altro;
      il tuo modo può fare sorridere all'inizio ma alla lunga stanca, e già per questo t'avrei dovuto ignorare da subito : i sintomi erano palesi.
      Nell'esperienza di questo blog, hai offeso amici miei che non ho difeso perché sono abbastanza grandi da difendersi da soli e da riderti in faccia, ma come amministratore di questo spazio me la sono legata al dito.

      In questi mesi che t'ho frequentato nella rete ho sopportato il tuo perenne atteggiamento da bullo di quartiere nel rapportarti con me e gli altri, e ho focalizzato quella che ritenevo essere la parte migliore e utile di Lorenzo, evidenziandola nella pagina principale con alcuni post.

      Adesso, però, il tuo bullismo mi ha proprio stancato, e non ho il tempo né la bontà infinita mostrata da UUIC di rintuzzarti colpo-a-colpo, siccome ragioni le conversazioni con gli altri esseri umani come dei corpo-a-corpo e non in altro modo.

      Ti manca il combattimento ?

      Chiedi d'essere arruolato nell'Esercito oppure cerca un impiego da mercenario ( contractor ), e va' a maneggiare armi su qualche scenario bellico.

      Per essere chiaro e definitivo : va' a dare del “cretinetto” ( ennesimo epiteto ), a ridere in faccia, altro, ai tuoi familiari, ai tuoi amici nel mondo materiale ( se ne hai ) ...
      chi ti pare ...
      ma QUI, e ORA, la tua linea di credito è terminata.

      Saluti.

      ===

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  2. <3 - cuore
    :D - ridere a quattro ganasse
    :-o - stupore
    :( - delusione, imbronciat*
    >:| - ostilità

    Io uso anche
    ((8| - perplessità
    >:/ - sorpreso, scettico, corrucciato

    etc.

    Meno e' meglio.
    Anche per i commenti, la loro "pesantezza", anche per le econe emotive.
    Rimanere leggeri sulla terra e nella diariosfera (meno banda).

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    1. Scusate l'intromissione: si', i tedeschi sono proprio così, come li descrive Lorenzo, e per questo mi piacciono un casino. (Anche i russi del resto non le mandano a dire, ma i russi sono meno sistematici per la mia esperienza).

      Pero' anche i tedeschi, alla fine, quando gli mandi 10 mail in cui gli chiedi di mandare qualcosa / no per favore metti in attesa il purchase order / si adesso vogliamo comprare / pero' aspetta cambia questo e via di seguito, allora anche loro, si', anche loro, alla fine ti fanno la BATTUTA, si' anche i tedeschi (che ridono per barzellette che non capisce nessuno) ti tirano la frecciatina.

      Corollario: Oh, io ho sbagliato tutto nella vita, io dovevo sposare un tedesco.

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    2. Eh.
      Cose che s'imparano con l'esperienza.

      ^_____^

      ===

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  3. Dal punto di vista culturale, cognitivo e scientifico la sostituzione del logos con le immagini è considerata una regressione.

    Se non posso avere delle masse che esprimono concetti con un linguaggio che non sia banale, ovvero con un linguaggio sufficientemente ricco e preciso che permetta di farlo, ecco che instupidisco il linguaggio, lo iconizzo, in modo che sia piu' facile, per piu' tutti, compresi coloro che 'un ce la possono fa'.

    Visto che scientificamente le eccellenze sono le ali della gaussiana, quindi mimoritarie, la democratizzazione ugualista, di fatto, cerca di spingere per una mediocrità livellata.

    E' la cultura della massa, sostanzialmente.

    Piccola osservazione che, in quanto vera, e' politcamente scorretta.

    Q: qualità
    k: costante
    m: massa

    m * Q = k

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  4. Una caratteristica dell'entità massa è la passività.
    Molti individui che non si pensano come contrattori di un accordo da discutere nei termini economici e nei modi, ma accettano passivamente, perché sono stati educati così.
    Sostituire “accordo” con “dispositivo mobile”, “piattaforma sociale”, altro.
    La discussione degli elementi materiali e immateriali della propria vita è un buon esercizio mentale e pratico, che non significa che bisogna per forza essere pronti a tutto → provare tutto per capire la quintessenza e come agire.
    La passività limita fortemente l'intelligenza.

    ===

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  5. nativo digitale loc. s.le m. Chi è abituato fin da giovane o giovanissimo a utilizzare le tecnologie digitali, essendo nato nell'era della rete e di internet. ◆ Dai dati del report di ricerca, emergono, infatti, tre tipologie differenti di nativi digitali, che segnano la transizione dall’analogico al digitale dei giovani nei paesi sviluppati: a. I nativi digitali puri (tra 0 e 12 anni); b. i Millennials (tra 14 e 18 anni); c. I nativi digitali spuri (tra 18 e 25 anni). (Paolo Ferri, Wired.it, 16 novembre 2010, Internet) •[…] in principio c’erano i tardivi digitali (cresciuti senza tecnologia e tutt’ora scettici sul suo utilizzo), gli immigrati digitali (anche questi nati in un mondo analogico, ma ormai adattatisi a usare le ultime novità tecnologiche) e i nativi digitali (che con computer, internet e cellulari hanno a che fare dalla nascita) […] (Corriere della sera.it, 9 novembre 2013, Tecnologia).
    Composto dal s. m. nativo e dall'agg. digitale2, ricalcando l'espressione ingl. digital native.


    [ Vocabolario Treccani ].

    ===

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  6. Come detto sopra : la tua linea di credito in questo blog è terminata.
    Prendi i tuoi fagotti e vai.

    Saluti.

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  7. Quella del branco è una delle strategie in biologia. Il riferimento frequente, nel linguaggio biblico, al concetto di pastore e di gregge (con le relative omissioni, le mezze verità tipiche delle religioni e dei pensieri acritici, tipo che il pastore poi macella le pecore, le vende, etc.) molto chiaro.

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