Rozina, tunica nera, ne parla con affetto: «Soltanto voi stranieri potevate pensare che fosse andato da qualche altra parte» [ ... ] Ma quel che doveva essere ormai si è compiuto. Il grande latitante diventato ossessione di un intero continente, non è più tale. Salah Abdeslam smette di essere un fantasma e torna ad essere una persona in carne ed ossa, il piccolo delinquente di quartiere che riuscì ad eludere due controlli di Polizia alla frontiera del Belgio proprio in virtù della sua insignificanza. Contava solo la sua cattura, per tentare di chiudere una ferita aperta, per scacciare un po' più lontano la paura che ci prende da quella sera terribile. «Lui è sempre stato qui, tutti noi sentivamo che non poteva essere altrimenti». Rozina Sheikh sorride ancora, annuisce. Il significato del suo cerchio disegnato nell'aria è chiaro. «Mon petit Salah». Il massacro di venerdì 13 novembre è stato compiuto da un gruppo di amici nati e cresciuti in un fazzoletto di pochi metri quadrati, in questa Molenbeek mai così desolata e livida come ieri sera, con la gente che urlava la propria frustrazione, mentre i droni e gli elicotteri volteggiavano nel cielo buio. Non poteva che finire qui, dove tutto è cominciato. |
[ Corriere della Sera, 19/3/2016 ] |
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Questo corpo estraneo parla con grande affetto e sottaciuta ammirazione di Salah Abdeslam all'inviato “italiano” del Corsera, un uomo europeo ... lo “straniero”.
Il corpo estraneo gestisce un negozio di alimentari in rue Prado, tra le case in cui abitano le famiglie integrate Abdeslam e Abaaoud che hanno partorito la feccia [ 1 ] benedette e aiutate dallo Stato belga; e leggo che, quando gli stragisti erano bimbi e ragazzini, il marito del corpo estraneo ha spesso messo una parola buona con i vigili della capitale per proteggere la teppaglia consanguinea dopo ogni reato.
E così, tollerando e di sorriso in sorriso, con le buone parole di facciata, siamo arrivati al filare di stragi in terra europea, performate da giovani uomini tollerati e cresciuti nei quartieri europei.
Noi europei siamo stranieri in casa nostra, così siamo ritenuti da questi arroganti identitari ( loro ce l'hanno una identità etnica e culturale, ed è forte, al contrario degli europei occidentali ) che si accaparrano strade e porzioni di territorio urbano con la compiacenza e l'aiuto di schifosi politicanti venduti, ci odiano, e coagulano in tumori a-sociali come il quartiere de facto Molenbeek a Bruxelles.
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Dal pezzo del Corriere on-line del 29 novembre 2015, sul comune di Molenbeek-Saint-Jean [ 2 ] : 80.000 abitanti, il 37% è di etnia araba, 26 moschee, 85 segnalati per terrorismo abitano in questo ghetto ( sui 130 totali segnalati dai servizi belgi, segnalazione che è caduta nel vuoto ma non per errore [ 3 ] ).
Chi parla fuori dai denti e dice la verità sull'integrazione fallita su scala di massa è l’assessore alla Cultura Annalisa Gadaleta che fa parte della seconda comunità più numerosa, 1.800 italiani :
«Non si può parlare di esperimento fallito, perché qui il multiculturalismo non è mai esistito. [ ... ] Negli ultimi vent’anni si è scelta una finta pace sociale, che poi significava indifferenza reciproca, ognuno per sé». Alle ultime elezioni era candidata e anche scrutatrice. Davanti a lei si presentavano immigrati di terza generazione, che portavano con sé una foto del consigliere da votare. «Non parlano francese o nederlandese. Come fai a capirti, se non puoi comunicare?». |
[ Corriere della Sera, 29/11/2015 ] |
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Come risolvere questi problemi ?
Come commentavo da UnUomoInCammino [ 4 ] ricordando come ha agito lo Stato sovietico nel romanzo “Educazione siberiana” di Nicolai Lilin : quando il bubbone sociale, diciamo Molenbeekistan così come Scampia, è conclamato ...
va estirpato con i più rudi ed efficaci metodi di polizia, la comunità parassitaria e intossicante va dispersa ai quattro angoli del Paese amministrato oppure, se straniera, rimpatriata a forza oppure se già possiede la cittadinanza va dissuasa con le maniere brutali a rimanere qui, i capi criminali rinchiusi a vita in galera.
Ed invece ...
come si comporta lo Stato belga ?
Come avevo già previsto nel mio post “Gli errori di cui nessuno è colpevole” [ 3 ] :
La reazione: la missione scatterà a luglio Il Belgio alza i cacciabombardieri: «Colpiranno i tagliagole in Iraq» Bruxelles - Il premier belga Charles Michel ha confermato di volere inviare i caccia F16 a colpire le posizioni dello Stato islamico in Iraq, una missione che è già stata dibattuta e approvata dal Parlamento federale. |
[ QN, 26/3/2016 ] |
Altre tonnellate di bombe nel nulla del deserto, che gli arsenali devono essere svuotati e i produttori di armamenti devono fatturare.
Mentre la feccia pericolosa nasce qui, in Europa, dopo mass-migrazioni organizzate e fisiologiche aggregazioni tumorali ( alcune maligne ) benedette dai politicanti.
Leggete : “Terrorismo, il piano di Renzi: Serve un investimento nelle periferie” del 23 marzo [ 5 ], e “D'Alema: “Istituire 8xmille anche per le moschee” del 24 marzo [ 6 ].
E confrontate con la situazione europea, bene esposta in questo pezzo di Analisi Difesa : [ 7 ].
Sai anche solo usare la parola integrazione e di fatto anomalo. Dovremmo invece chiederci questo: ma come mai in europa dop millenni di cultura ad un giovane non siamo in grado di proporre nulla di più interessante di questo?
RispondiEliminaAttenzione : questo non è qualcosa che noi abbiamo proposto e imposto a loro, questo è la loro identità culturale, cui loro tengono e che per loro fa la differenza, mentre noi non ne abbiamo più una.
Elimina===
Integrazione è una parola abusata nella retorica dei mass-media, e in modo anomalo : quasi sempre, si esplicita o si sottintende che l'integrazione debba funzionare nel senso di noi ci apriamo e adattiamo la nostra società a loro ( sinonimia di noi dobbiamo essere culturalmente aperti ... verso soggetti spesso fortemente ed anche orgogliosamente identitari ) anziché il contrario.
EliminaUna comunità umana provvista di senno e istinto di conservazione, invece, ragionerebbe che loro si devono integrare a noi, alle regole e ai principi di base della nostra società.
Qualcosa di nuovo potrebbe essere sperimentato, SE vi fosse disponibilità da ambo le parti ad un laboratorio aperto, e soprattutto su numeri più piccoli.
A 0039, in due decenni si sono insediati 1,5+ M musulmani, per dire.
Rileggi le parole dell’assessore alla Cultura del Moleenbekistan, Annalisa Gadaleta, che, tuttavia, ha commesso il classico errore di tutti, “giornalisti” e volgo, cioè scambiare il multiculturalismo per integrazione, mentre società multi-culturale è esattamente il contrario di società integrata.
{ torniamo ad uno dei caposaldi retorici dell'orwelliano “1984”, manipolare le masse distribuendo slogan in cui le parole vengono invertite nel significato :
la guerra è pace;
la libertà è schiavitù;
l'ignoranza è forza.
[ Socing ]
E la società multi-culturale è una società integrata.
Certo }.
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Magari al posto degli f 16 si potrebbero pagare un po' di formatori culturali .... Musica arte sport etc.
RispondiElimina{ riformulo le risposte a questo tuo commento in una forma migliore, che le avevo battute un po' alla rinfusa }.
EliminaInnanzitutto è bene chiarire : questi migranti non hanno affatto bisogno di “formatori”, perché hanno già i loro sport preferiti, la loro arte, la loro musica, il loro slang, il loro stile nel vestirsi, la loro lingua nativa che parlano tra di loro e a casa.
Cioè non sono dei “sacchi vuoti”, delle “tabule rase”, ma persone con identità ben definite, alle quali essi tengono ( e che fanno la differenza, dal loro punto di vista, tra loro e noi ).
Siamo noi, che siamo totalmente rimbambiti ed immersi nel liquido amniotico di slogan del tipo “siamo tutti uguali” e altre cazzate dirittiste.
Pertanto, occorrerebbe ri-formare costoro, flettendo con autorità le loro culture e tradizioni ai principi e alle leggi della nostra società ( come a suo tempo fece l'Unione Sovietica con le 100+ etnie presenti nell'Impero ).
Ma anche qui, l'ostacolo principale è costituito dagli stessi “italiani” : “siamo tutti cittadini del mondo”, “la terra è di tutti”, altri due tra i tanti slogan ebeti, ad uso degli psicolabili ( che sono, purtroppo, tanti ).
Altresì, è bene ripetere, in presenza di immigrazioni di massa, c'è nulla da fare, il meccanismo è noto : costoro si assembrano e coagulano con i loro simili, in comunità impermeabili all'esterno.
( e noi, a parti invertite faremmo lo stesso ... ma qui stiamo discutendo di casa nostra ).
Certo, ci sono anche singoli che si emancipano dai caratteri rigidi della cultura nativa, sono mentalmente più aperti e riescono a vivere bene nel nostro contesto, relazionandosi in maniera soddisfacente con gli autoctoni.
Ne conosco.
Ma la massa, i numeri grossi, impediscono un progetto di assimilazione serio sul territorio.
Quante coppie miste italo-arabe conosci ?
Quante coppie miste italo-cinesi conosci ( e siamo alla SESTA GENERAZIONE di cinesi d'Italia, i primi arrivarono dopo la prima guerra mondiale ) ?
Ripeti la domanda per ogni comunità extra-europea.
( e guarda cosa è successo nelle altre società ovest-europee che da più tempo hanno accolto migranti extra-europei ).
Pertanto, è inutile pensare a progetti di “formazione” ( io, quindi, direi di logica e opportuna ri-formazione ) culturale, se prima uno Stato autorevole non agisce per spezzare i ghetti che si sono formati sul territorio, asportando i tumori irrisolvibili che producono la feccia che ci odia, come quella del Molenbeekistan.
Uno Stato autorevole e responsabile, oggi, dovrebbe chiudere drasticamente le frontiere agli extra-europei : perché ne abbiamo troppi, qui, senz'arte né parte, alieni e lontani culturalmente, senza alcuno status di “profugo”, e senza alcuna prospettiva di vita ( vedi contrazione economica e disoccupazione ).
Come dico su FB per tirare una riga : sarà bello.
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Stranieri nella propria terra natale.
RispondiEliminaBeh, quello che desiderano i sostituzionisti che vogliono renderti sostituibile e sostituirti.
Agiscono per bombardarli in casa loro e poi ti accoglientizzano coercitivamente milioni di nemici nelle tue vie, nei tuoi condomini, nei tuoi quartieri. Intelligente, eh!?
Beh, se cambi punto di vista puoi vedere che esistono troppe persone per le quali questa tua catastrofe porta notevoli benefici.
Sono proprio quelli ugualisti, razzisti positivisti, comunisti, pseudo anticapitalisti, etc. che negano il mors tua vita mea.
Io credo che ci sono aspetti culturali e morali che non si possono "integrare".
RispondiEliminaHo appena pubblicato un post su cosa ne pensa la maestra di Molinella : [ La maestra , paradigma retorico e operativo del Chaos ].
Elimina===