La copertina della prima edizione, novembre 2016.
Dialogo. L'attore James Franco incontra il maestro. Il colloquio in una raccolta di interviste pubblicata da Minimum Fax «Così inventai il mio cinema» Bertolucci e l'esordio: lo devo a Pasolini, ma trovai la formula per essere me stesso [ ... ] Prima eri andato a Parigi per studiare, ma poi di fatto non hai mai studiato cinema. «No, non ero andato a Parigi per studiare. Ero andato per vedere cose che non avevo visto, film alla Cinémathèque.» A me interessa esattamente questo: capire come nasce un grande regista, quali sono i suoi primi passi. «Non ho fatto nessuna scuola. E per moltissimo tempo, non avendone fatta nessuna, dicevo: “No, la scuola è uno schifo”, e cose del genere. Poi ho capito che uno deve imparare cosa significa essere un regista nella realtà delle cose.» [ ... ] L'altra volta mi avevi detto che prima delle riprese [ di “Ultimo tango a Parigi” ] dicevi a Brando: «Riuscirò a ottenere da te qualcosa di molto personale». «Sì.» E lui ha detto: «No che non ci riuscirai». «In realtà mi ha detto: “Sei sicuro?” (Ride). Come a dire: sei capace di farlo? E di fatto dopo avere visto il film ce l'aveva con me. Alla fine della prima del film era un po' triste.» Perché secondo te? «Non l'ho mai capito. Credo che fosse arrabbiato per il fatto che nel film ci fossero così tanti... non dico suoi segreti, ma pensieri intimi, come se non si fosse reso conto di cosa mi stava dando. Perché non c'era una vera e propria sceneggiatura.» [ ... ] |
Corriere della Sera, sabato 7 gennaio 2017, pag. 39 |
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Segnalo questo stralcio di una intervista in forma di conversazione a Bernardo Bertolucci, inclusa in una raccolta pubblicata recentemente da Minimum Fax : “Cinema la prima volta. Conversazioni sull'arte e la vita” [ 1 ];
almeno in questa, la scelta di editing è stata quella di lasciare la forma della lingua parlata ch'è tipica del discorso diretto ( spontanea ), ed è dissimile da quella scritta ( pesata e più forbita ) : la parsimonia dei segni di punteggiatura ( virgole che ci starebbero ma sono assenti ), la doppia negazione che, in termini di pura logica darebbe come risultato un'affermazione, quindi non coerente con quanto l'intervistato intende comunicare ( è un vizio di forma così frequente nelle chiacchierate degli “italiani” ) ... tale scelta è discutibile, ma senz'altro rende più realistica e domestica ( in una parola sola, “volgare” ) la conversazione.
{ il testo estratto è stato stampato sul Corriere della Sera cartaceo in edicola oggi }.
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Di Bertolucci si è parlato e discusso molto nei termini stucchevoli di un femminismo decorativo, nel mese scorso, per le sue affermazioni sulla “scena del burro” nelle riprese dell'Ultimo tango [ 2 ] :
Marlon Brando e Bertolucci trattati come stupratori per la “scena del burro” Genova - «Dovrebbe finire in prigione», «gli andrebbero tolti tutti i premi», «il film non andrebbe più fatto vedere». Sono fra le centinaia di reazioni indignate sui social network contro Bernardo Bertolucci, e che hanno visto protagonisti anche star come Chris Evans, Anna Kendrick e Jessica Chastain. A causarle, la pubblicazione due giorni fa sul sito Usa di Elle [ 3 ] (ripreso in tutto il web) di una videointervista del 2013 alla trasmissione olandese College Tour, nella quale Bertolucci ammette che l’allora 19enne Maria Schneider non era consenziente nella celebre scena del burro di L’ultimo tango a Parigi [ ... ]. |
Il Secolo XIX |
Come si desume dallo stralcio da me riprodotto, l'intero film era una improvvisazione su canovaccio, privo di sceneggiatura vera-e-propria, e tutti gli attori erano in gioco, Marlon Brando incluso;
se Maria Schneider era una persona psicologicamente fragile, non doveva essere il regista a certificarlo, ma, semmai, uno psicanalista;
non ci fu, effettivamente, alcuno stupro, alcun rapporto carnale, ma solo una simulazione improvvisata della sodomizzazione, scena divenuta cult e che ha concorso alla fama e al successo di tutte le parti in causa, inclusa l'attrice che molto tardivamente ( dopo decenni ) accuserà il regista emiliano di un qualche abuso [ 4 ];
per quanto riguarda l'accusa precisa di “manipolazione” ... beh ... un regista dirige cioè dispone del materiale umano a sua disposizione.
Pertanto, il rito isterico della castrazione del maschio cui abbiamo tristemente assistito per giorni nei vari spazi sociali del www e non solo, era privo di fondamenti.
{ vedi anche il post “La spirale” di UnUomoInCammino : [ 5 ] }.
Era una ragazza giovane. E loro due lozzi, come si dice dalle mie parti. Non so se è da annoverare come un moto isterico, ma mi fa ribrezzo.
RispondiEliminaSara, nel cinema ( come anche nel teatro ) il corpo dell'attore è materia, creta viva per la creatività dell'autore;
Eliminaora, qui potremmo discutere oziosamente su cosa è “giusto” e cosa non lo è, e sul se e quanto l'attore dovrebbe partecipare alle scelte artistiche nella direzione di un film, ma faremmo solo teoria inutile, siccome entrambi avremmo ragione ( e chiunque altro che si aggregasse a questa discussione ).
“Ultimo tango a Parigi” è considerato un capolavoro del cinema, e parte di esso è la celeberrima “scena del burro”, con tutta la emotività della Schneider che fu ottenuta con quella che posso descrivere come una forzatura dell'essere umano ma non un abuso;
potremmo anche continuare a discutere, toccando l'estremo, sulla liceità di un abuso vero-e-proprio finalizzato alla creazione di un'opera d'arte, e, a ritroso, su cosa sia un'opera d'arte, siccome questo mio ragionamento è applicabile anche alle opere minori, trascurate, a qualsiasi opera.
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L'essere umano, kantianamente, è anche sempre un fine.
RispondiEliminaBertolucci stimato dalla critica, ovvero sopravvalutato come molti, in un sistema di pompe autoreferenti.
Poi come adulti abbiamo il dovere di indirizzare i giovani, non di corromperli, a prescinderli dal fatto che siano nostri figli.
Un vecchio porco, che ha avuto il culo cosmico di incappare nella censura, che gli ha dato notorietà.
La riduzione di Bernardo Bertolucci e della sua opera alla scena del burro è un'operazione di tipico character assassing cioè di assassinio del personaggio, la persona pubblica;
Eliminae questa sì, che è isteria pseudo-femminista;
prima dell'Ultimo tango aveva già fatto “Prima della rivoluzione” ( film anticipatore del '68, apprezzato all'estero ), il capolavoro “Il conformista” e altro; dopo, “Novecento”, “La luna”, e altro;
e, ricordo, stiamo discutendo di un autore e non di un semplice regista : regista e sceneggiatore dei suoi film, diverse volte anche soggettista.
{ vedi la [ filmografia da regista ] }.
La tua, è una mentalità talebana.
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La tua è maschilista.
Elimina“Maschilista” !?
EliminaHo compiuto una riflessione sul processo creativo di QUEL film, poi allargata al generale.
Secondo te, la mia opinione sarebbe cambiata davanti a una situazione analoga ma con i sessi dei protagonisti invertiti ( attore maschio, regista femmina ) ?
Dove lo danno questo film?
EliminaNon è escluso che Maria Schneider si sia ritrovata in una situazione entusiasmante? coinvolgente? adrenalinica? ovvero quella di partecipare ad una pellicola ai vertici della cinematografica e si sia lasciata andare. Poi... poi, col senno di poi, a freddo, abbia ripensato e riformulato quell'esperienza.
RispondiEliminaIl commento originale era diventato troppo ingombrante, ne ho fatto una pagina nella quale cito questa discussione.
Certo che non è escluso, Uomo.
Elimina{ vado a leggere }.
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Sì, interessante e condivisibile la teoria della spirale psicologica ... la donna fattrice e centro, anzi gorgo del mondo che cerca di recuperare nell'unità quanto ha perso = generato e lasciato a sé, sulle proprie libere gambe; essere totalitario per destino biologico, primo e secondo nutrimento ( da cui : o si ama, o si odia ).
Elimina===
Chiedo scusa per la mia ignoranza e il registro schietto ma preciso: ma Brando inculò realmente la Schneider durante le riprese? Una sorta di porno "ante litteram"?
RispondiEliminaOppure la Schneider non voleva neppure recitare/simulare una scena di sesso anale?
EliminaBrando inculò realmente la Schneider durante le riprese?
EliminaNo.
Si limitò a spalmare il burro.
Oppure la Schneider non voleva neppure recitare/simulare una scena di sesso anale?
Come spiegato da Bertolucci e riportato da me, sopra, non c'era una vera-e-propria sceneggiatura, quindi c'era una quota importante di improvvisazione nelle scene;
{ a prescindere da una discussione sul ruolo dell'autore cinematografico }.
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Uomo in rete c'è anche un'intervista a lei.
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