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Bolla



LA BOLLA SPECULATIVA DELLA RISATA FACILE AFFOSSERA' I FILM DEI SUPEREROI.
PROPRIO COME UN'ALTRA BOLLA SPECULATIVA, NEL 1993, AFFOSSO' IL MERCATO FUMETTISTICO.


20/11/2017

Come ormai tutti sanno, l'imperativo categorico “la gente se vòle divertì” si è imposto sulla produzione dei blockbuster americani di genere supereroistico. Il taglio drammatico e tragico che regge da circa ottant'anni l'impianto dei fumetti di supereroi, è stato cioè capovolto in favore d'uno stile narrativo integralmente umoristico.
In “Thor Ragnarok” della Marvel/Disney, abbiamo visto la mitologia – sia norrena che marvelliana – ridotta a una sequenza ininterrotta di gag comiche degne d'un cinepanettone.
A distanza di poche settimane, ecco dunque arrivare la Distinta Concorrenza, ovvero la DC/Warner, con “Justice League”. Avendo visto i precedenti film coi medesimi personaggi e del medesimo regista, l'aspettativa era quella di trovarsi dinanzi a un'opera recante qualità espressiva diametralmente opposta: gli altri due film diretti da Zack Snyder sui personaggi della DC Comics ("Man of Steel" e "Batman vs. Superman"), difatti, erano tragici e carichi di atmosfere cupe.
Appena iniziata la visione di “Justice League”, però, ho subito cominciato a notare un numero maggiore del solito di battute umoristiche. Dentro di me, nel corso del primo tempo pensavo: beh, qualche battuta all'inizio ci può stare; tanto, quando si arriverà al climax, subentrerà lo stilema tragico come nelle pellicole precedenti. Invece, mano a mano che il film procedeva, l'ammontare delle battute – affidate principalmente al personaggio di Flash – non accennava minimamente a diminuire. Risultato: la sequenza di conflitto epico concludente “Justice League” è stata, dall'inizio alla fine, contrappuntata da gag e lazzi volti a smorzare e affossare qualsivoglia dinamica di crescendo drammatico.
In pratica, dopo aver osservato i mirabolanti incassi di Marvel/Disney al botteghino, la DC/Warner ha deciso di adeguarsi e di effettuare un deciso cambio di passo in favore del taglio umoristico.
Molti esperti veri e presunti, sul web, plaudono a questa deriva comico-farsesca dei film di supereroi adducendo, soprattutto, la tesi secondo cui “questo è quello che vuole il mercato”.
Io, invece, dissento radicalmente da questa interpretazione. Il fantomatico “mercato”, infatti, è qualcosa di un po' più complesso, nel senso ch'esso tende a non sottostare a interpretazioni univoche o semplicistiche. Innanzitutto, vediamo che lo Zack Snyder in versione comica ha finora raccolto molti meno incassi di quanto previsto dalla produzione. Inoltre, il precedente film legato ai fumetti DC – ovvero “Wonder Woman” – non era comico affatto e, guarda un po', è stato quello che ha regalato alla Warner i maggiori risultati economici degli ultimi anni.
Dunque, il mercato segue percorsi molteplici e una “formula del successo” può essere tale in un dato contesto ma risultare dannosa in un altro.
Ma non c'è solo questo.
Il mercato, oltre a funzionare secondo processi e dinamiche molteplici e talora contraddittori, ha una logica di breve termine e una logica di lungo termine. In una prospettiva che guardi oltre l'immediato, ebbene, è lecito ipotizzare che i “supereroi buffoni” non soltanto cessino nel prossimo futuro di fare incassi ma che possano, altresì, trascinare in basso con loro l'intero genere cinematografico.
In altre parole, potrebbe succedere qualcosa di simile alla bolla speculativa del 1993, quella che affossò il mercato fumettistico statunitense, determinando sul medesimo strascichi che giungono fino al nostro presente. In quella fase – soprattutto nel biennio 1990-1991 – i fumetti Marvel dominavano il mercato americano arrivando a vendere anche un milione di copie per singola testata. In quel caso, il “mercato” aveva imposto sceneggiature semplicistiche e disegni sempre più spettacolari fatti di anatomie e prospettive anti-realistiche, ma spalmati su splash-page colorate di grande effetto.
La bolla scoppiò per le speculazioni dei negozi specializzati sulle nuove testate che venivano lanciate: essi si ritrovarono a fare imponenti ordinazioni alle case editrici per ritrovarsi però, a partire dal 1993, con quintali di materiale invenduto. Il punto è che la rinuncia a sceneggiature di qualità, aveva mostrato la corda. La motivazione all'acquisto legata a splash page spettacolari e sceneggiature inconsistenti, aveva subìto una rapidissima obsolescenza. Difatti, alla fine dei '90, la Marvel dovette cambiare radicalmente prospettiva e – assoldati autori provenienti dalla linea “sperimentale” Vertigo della DC – riprese a puntare decisamente sulle sceneggiature riottenendo, così, vendite soddisfacenti.
Il punto che molti fanno finta di non vedere, è che i supereroi funzionano sul lungo termine secondo invarianti e meccanismi che non possono essere elusi. Quelle invarianti e quei meccanismi sono, né più né meno, gli stessi dell'epica antica e della mitologia.
Perché vi sia epos e perché vi sia mythos, il piano drammatico e tragico risulta essere dato non supplementare, bensì costitutivo.
Per comprendere questo, non sono necessarie esegesi raffinate: Superman fugge da un pianeta morente, alla deriva nello spazio, come Eracle bambino affidato a una cesta galleggiante fra le acque; Batman vede da bambino i genitori uccisi davanti ai propri occhi chiamando in causa, così, il tema centrale di tutta la tragedia attica che è quello della predestinazione e della Moira; Spider-Man è retto e motivato dal senso di colpa; Thor è il dio che cerca di essere uomo e di contrastare le implicazioni del proprio retaggio; Hulk invera il mito del Doppio e così via.
“La gente se vòle divertì”, dunque, è un assioma che può orientare una strategia di mercato di corto respiro. Ma i temi sopra citati, sono collegati ad archetipi, a principi invarianti del Mito e dell'Epica. E questi ultimi, necessitano dell'immanenza del tragico.
Sono questi temi afferenti alla tragedia greca – non “la gente se vòle divertì” – ad aver permesso al mitologema dei supereroi americani di sviluppare e di accrescere, a partire dagli anni '30 del secolo scorso, la propria presenza nell'immaginario collettivo occidentale. Per tutte queste ragioni, non occorrerà aspettare molto tempo affinché la giustizia inesorabile della Storia faccia il suo corso e affossi i cinepanettoni dei supereroi. Speriamo solo che, insieme a essi, non finisca per sprofondare l'intero genere narrativo.



1

Recupero questo post faccialibresco di Riccardo Paccosi [ 1 , 2 ] il marxista che legge i fumetti di Alan Moore e della Marvel, e tifa la fazione mutante di Ciclope [ 3 ]. E' di 3 mesi fa, ma affronta temi vigenti ( e storici ) dell'intrattenimento per le masse occidentali.

Specifico : non sono un lettore di fumetti super-eroistici assiduo, anzi è un gesto oramai inusuale, ma storicamente preferisco le vignette ( più cupe ) della DC Comics [ 4 ] con l'eccezione delle primissime storie dei personaggi marvelliani più noti, di Wolverine e gli X-Men, e poco altro.
In casa Marvel è stata sviluppata tanta, tanta roba e l'Universo si è espanso a dismisura [ 5 ] ma la cosa negativa è il pastroio di tutto conclamato, e peggiorato con il giro-di-vite politically correct delle ultime produzioni.

Mark XLIV




Il blueprint dell'armatura Mark XLIV di Iron Man – detta Hulkbuster – realizzato da Tim Cab ( 2015 ).


1

Già.

Ci pensano le Industrie Stark [ 1 ] a rifornire l'Universo Marvel di robot ed in particolare di splendidi esoscheletri che potenziano le facoltà umane in sinergia con il portatore ( tipicamente, Tony Stark ).
In particolare questo, come si evince dal nome composto [ 2 ] è stato costruito per combattere e stendere l'incredibile Hulk, al fine di farlo tornare alla condizione umana con il distacco dei sensi.
Ho trovato lo schema tecnico disegnato con inchiostro bianco su carta blu – in inglese blueprint – dell'armatura di Iron Man [ 3 ] Mark XLIV [ 4 , 5 ] per sbaglio, cercando altro ... ma Google me l'ha infilata nei risultati di una ricerca che non c'entrava molto : considerazioni maliziose su queste apparizioni “casuali” a parte – seguirà post – devo dire che è stata una piacevole scoperta.
E' un lavoro digitale eseguito dal grafico Tim Caballero aka Tim Cab [ 6 , 7 , 8 ... ] che stilizza l'effetto finale del processo cianografico applicato al settore tecnico – variante detta blueprint [ 9 ] – ed è stato stampato in 50 copie originali : [ 10 ].

Snikt !






Sperimentale

Quando l'ho visto alla Sveglia di via dei Mille, è stato un colpo forte come un cazzotto allo stomaco ...
Voglio dire : il mio super-eroe Marvel preferito disegnato dal mio mangaka preferito, ristampato in lingua italiana e a prezzo accessibile ( 5,50 €, Panini Comics, copertina semi-rigida ) ?
Poi è subentrato il timore che l'accoppiata avesse fatto cilecca, insomma una sola ... non è stata una delusione, ma nemmeno quel capolavoro che ci si poteva aspettare.

La storia, che consta di 5 albi, è stata ripubblicata dalla casa modenese in un unico volume, s'intitola “Snikt !” ( prima edizione Usa del 2003 ) ed è stata sceneggiata e disegnata da Tsutomu Nihei, autore di serie mitiche come Blame!, Abara ( miniserie ) e Biomega, artista che ama le architetture massive e le situazioni distopiche dal tratto oscuro e catarroso, quasi al carboncino, in un futuro poco auspicabile in cui un'umanità sparuta lotta contro organismi devastati ma anche potenziati da patologie complesse.
E proprio dentro uno dei deliri del grande nipponico da Fukushima, è risucchiato il canadese dallo scheletro rivestito di adamantio ( o adamante ), attraverso un tunnel temporale agito da Fusa, giovane donna appartenente a una colonia umana di superstiti a corto di munizioni, che gli appare in un giorno newyorkese qualsiasi sotto le sembianze di una ragazzina. L'inganno nella stretta di mano, che grazie ai poteri della studentessa trae il mutante nell'anno 2058 dominato dai mandate, organismi patogeni che si sviluppano e ricombinano attorno a nuclei centrali generati da un capostipite fuoriuscito dai laboratori delle ricerche genetiche, 11 anni prima.
La missione, a questo punto scontata, è la distruzione del primogenitore di mostri ( l'unico essere fertile della sua specie ) coadiuvato da un cyborg chiamato il Colonnello, due bimbe sensitive e alcuni volontari destinati al martirio.

Wolverine e gli X-Men # 3








( modello )

Per dare l'idea di cosa intendo per “eclettismo” e una narrativa super-eroistica ( e in genere ) davvero libera - a seguito e corredo del mio post sugli E-Heroes - consiglio la lettura della prima storia ( di 4 ) di Wolverine & gli X-Men # 3, albo edito da PaniniComics ( agosto 2012, spillato a colori, 3,50 € ) e dedicato al gruppo degli X-Men che hanno seguito Wolverine e il suo intento di rifondare una scuola per i giovani mutati, dopo la scissione di Utopia.

Gli autori sono :
Jason Aaron = storia;
Chris Bachalo, Duncan Rouleau e Matteo Scalera = matite;
Tim Townshend, Jaime Mendoza, Al Vey, Mark Irwin, Victor Olazaba, Duncan Rouleau e Matteo Scalera = chine;

Chris Bachalo e Jason Keith = colori;
Fabio Gamberini = traduzione;
Ciacci e Colombarini = lettering.
La composizione di alcune pagine è bellamente studiata e complessa ( oltre che sganciata dalla classica suddivisione in vignette rettangolari ) ... tra l'underground anglofono sdoganato dai GorillaZ e - sto per bestemmiare, lo so - Sergio Toppi.

Le altre storie dell'albo, invece, non mi hanno entusiasmato oltre la bravura dei disegnatori ... ma la prima vale da sola il prezzo di copertina.

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Capitan America






(ennesimo) ritorno dal Passato

In un mondo in cui non si riesce ad immaginare un futuro (immaginario collettivo di un qualsivoglia futuro) e se non lo pensi come “una paletta eolica, una vacchetta, una pecorella, un orticello, una capannuccia” [ 1 ] sei senz'altro di Destra ... gli Stati Uniti continuano a insistere sulla Seconda Guerra mondiale - Grande Guerra patriottica, vista dal lato sovietico - e sfornano l'ennesimo film che sfonderà i botteghini e sarà tra i più scaricati dalla rete.
Quelli recenti che mi vengono in mente sono “Salvate il soldato Ryan” (1998) di Steven Spielberg [ 2 ] e “Inglourious basterds” (bastardi senza gloria - 2009) di Quentin Tarantino [ 3 , 4 ].
E' facile per l'industria amerikana : hanno già tanto in casa ... e questo è il turno di rispolverare Capitan America [ 5 ] in stile steampunk !
Forse la definizione non è strettamente corretta ed è riferibile solo allo stile grafico, ma l'anacronismo c'è ed è l'implementazione di tecnologie futuristiche nel mondo dei primi anni '40 : anzitutto l'esponenzializzazione delle procedure chimiche usate per migliorare le prestazioni fisiche dei soldati [ n ] in uso già nella Germania nazista - pensateci, quando bevete una bevanda energetica - che nella fiction vengono riservate a un soldato asmatico e di 40 kg ma dal grande coraggio ... e il cittadino - uomo della strada Steve Rogers da Brooklyn (n.y.c.) - interpretato da Chris Evans [ 6 ] - diventa il soldato perfetto, alla guida di un manipolo di arditi che deve arrivare nel cuore della Germania e distruggere fisicamente l'organizzazione Hydra, diretta da Johann Schmidt aka Red Skull [ 7 ] (“teschio rosso” in lingua italiana).
E poi macchine non ancòra disponibili al tempo della narrazione : vedi la definizione di “steampunk” in wikipedia.org [ 8 ].

2

[ ... ] Red Skull is a name shared by several fictional characters, all supervillains from the Marvel Comics universe.
All incarnations of the character are enemies of Captain America, other superheroes, and the United States in general.
The first two Red Skulls are Nazi agents and the third is a Communist. The Red Skull was first introduced in Captain America Comics #1 in 1941.

[ 7 ]

Propaganda di Guerra ieri contro la Germania nazista ed in seguito contro l'Unione Sovietica ... e anche oggi contro ogni nemico internazionale degli States = nemico della Libertà ?
MAH
Certo è che nei 60 anni di Sistema amerikano ci siamo divertiti non poco ... oh ... so che scriverlo fa molto “droite”.

...

Il film
“Capitan America - il primo Vendicatore” narra perciò delle origini del superoe (con qualche variazione) : la prima storia delle saghe marvelliane è (di solito) la più interessante, e il personaggio sarà rivitalizzato dall'ausilio della computer grafica.
L'albo a fumetti [ 9 ] fu uno strumento della propaganda di Guerra : uscito nel marzo 1941, nel dopoguerra andò in crisi e venne dimenticato, finchè Stan Lee non lo rispescò nel 1964 e lo inserì nel gruppo de i Vendicatori [ 10 ].
Curiosità : in Russia, Ucraina e Corea del Sud, il titolo del film sarà decurtato del nome del personaggio [ 11 ] ma contrariamente a quanto scritto da Eva Perasso mi risulta che anche nel Belpaese uscirà il 22 luglio (come nel resto del mondo) e non il 27 [ 12 ] come precedentemente annunciato. Passi nella terra dell'ex-nemico sovietico, ma non m'aspettavo che anche ai coreani gli puzzassero gli yankees ...
La pellicola verrà distribuita anche nel famigerato formato 3d ... ma io spero non solo in 3d !


...





3

Se si parla di uno scudo simbolico, mi torna in mente il manifesto democristiano per le elezioni del 1946 ... eh ...
(guardate la mano rossa).

Links

Captain America : the first Avenger = scheda in wikipedia.org

Capitan America : il primo Vendicatore = sito ufficiale del film (in lingua italiana)

trailer | ‎Captain America : the first Avenger = post in Gamefreaks.co.nz

fuckyeahcaptainamerica.tumblr.com = fansite

Artigli




...


La mia generazione è stata forse la prima italiana a credere ai super-eroi non meno che a Babbo Natale.
Anzi, di più.
Omonimo nel regno animale (ed ispiratore dei tratti originali) è la volverina o gulo gulo [ 1 ] ... che vive nelle zone artiche.
L'appassionato Ronald Byrd s'è cimentato nell'impresa di scrivere una biografia completa [ 2 ] del vissuto ultra-centenario di un super-eroe tra i più amati, interpretato al cinema dall'australiano Hugh Jackman [ 3 ] e cooptato per una linea di abbigliamento (calzature) outdoor [ 4 ].

Links

wolverine nel web

Joe Quesada = scheda in wikipedia.org

X-People




Rewindin' “Hulk e il Pianeta verde”

Ultimo dei pochi post pubblicati nell'altro blog : sull'incapacità dei nostri creativi di colpire l'immaginario collettivo - se quest'espressione ha ancòra un senso - con i problemi reali del paese.
Ci vorrebbe meno ideologia e più pop-art ... ci stiamo muovendo troppo lentamente ed hanno già suonato la sirena degli ultimi due minuti di gioco.

Gli X-Men loro

(6 - 7)

Questa splendida tavola collettiva è stata caricata nel database del wikipedia italiano ed è stata tratta dal sito Ign.com : come ho già scritto, ho perso tempo fa il contatto periodico con i comics e mi limito a verificare l'ibrido con la settima arte nelle sale cinematografiche. E tuttavia ritengo ancòra - per l'affetto del “vecchio lettore” - che il potenziale narrativo insito nelle mutazioni degli eroi marveliani di questo gruppo (poi cresciuto a dismisura) sia di primissimo piano.
Prima o poi, dovrò riprendere i contatti con quel mondo fantastico ...

Gli X-Men de' noartri (anzi globalizzati)

Altra “specie” di mutanti sono i precarizzati che debbono mettere braccia - intelletto - schiena alla mercè del Capitale reinventandosi ogni settimana : chiedo agli esperti di comics se/che passeranno da queste pagine, di indicarmi quelle pubblicazioni super-eroistiche che hanno così delineato la status civile dell'eroe ... in linea con i tempi.
Le prime pubblicazioni sono la stampa in carta dei blog internettiani (e questo m'allieta) però si potrebbe fare molto di più : incidendo il feedback psicologico delle relazioni e degli ambienti vissuti col bisturi di qualche scrittore vero, potrebbero sgorgare fiction notevoli e calde ... di mutazioni psicologiche e fisiche di postura e struttura - inclusa la vasta casistica delle malattie professionali - ce ne sarebbero a sufficienza per fondare un nuovo genere letterario.
A parte Niccolò Ammaniti e pochi altri cannibali - tuttavia fermatisi sul ciglio della Pubblica Decenza (ahi) - gli autori italiani sono inibiti dall'uso dell'espediente fantastico estemporaneo (cioè non all'interno della narrativa “di genere” in cui è pura routine).
I coraggiosi facciano un passo avanti ...

Link

X-Men (fumetto) = scheda in wikipedia