“e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore
e mentre gli usi questa premura
quello si volta , ti vede e ha paura
ed imbraccia l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia”.
[ da “La guerra di Piero” (1964), di Fabrizio De André ] [ 1 , 2 ]
Remake
Questo pezzo è come quei disegni in chiaroscuro usati nei test psicologici e nelle illustrazioni, nei quali è possibile vedere diversi soggetti (almeno due) a seconda del punto di vista dell'osservatore.
I militaristi focalizzeranno senz'altro il duello in stile western, nel quale vince il più spietato (e muore il debole, ovvero chi ha indugiato secondi fatali nell'empatia con la condizione umana dell'avversario).
I pacifisti vedranno il comune sentimento della paura certificare l'assurdità della guerra, e il frame desolato e silenzioso dei mille papaveri rossi nel campo di grano, che in ellisse apre e chiude il celebre testo poetico di “Faber” (leggo nella scheda wikipediana [ 3 ] che il nickname lo decise Paolo Villaggio, per la predilezione che l'amico aveva per le matite Faber-Castell) e arrangiato da Vittorio Centanaro [ 4 ].
Un altro estratto dal doppio live eseguito con la Premiata Forneria Marconi (1979 - 80) [ 5 , 6 ].
Link
La guerra di Piero - Fabrizio De André in concerto & PFM = non-video in youtube.com
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