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RE – 9 agosto 378 ...




Copertina dell'edizione economica Laterza.


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Contrariamente al saggio dell'affabile prof. Alessandro Barbero da me bruscamente recensito [1], in questo “9 agosto 378. Il giorno dei barbari” (Economica Laterza; prima edizione 2005) la sovrastruttura narrativa è assolutamente preponderante, mentre le note – nemmeno indicizzate nel testo principale con gli usuali numerini apicali tra parentesi quadrate – sono raccolte nell'appendice “Consigli di lettura”.
Il risultato di tale impostazione è un testo leggero e scorrevole, adatto ad un pubblico allargato, che, dopo alcuni capitoli introduttivi alla situazione geopolitica del rapporto tra Impero Romano e barbari, ed in particolare alla relazione particolare con i Goti nell'area danubiana, incede negli eventi della Guerra Romano-gotica del 376-382 d. C. [2] fino alla determinante Battaglia di Adrianopoli [3][4].
Una disfatta che, come viene spiegato nella tesi dello storico, non sarebbe stata solamente figlia di alcune scelte scellerate dei comandanti sul campo (che pure ci sono state), ma il risultato di una sequenza di azioni fallate dalla corruzione e dalla superbia personale dei principali attori romani, dal conte Lupicino all'imperatore d'Oriente Valente.
Il risultato finale è un evento che lascerà tracce pesanti nelle prassi romane, un giro-di-vite dell'ammaloramento di un'entità statale vasta, problematica da organizzare efficientemente, e già viziata dalla corruzione.

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Dovendo scegliere un episodio da riportare in riassunto, credo che la mass-immigrazione disastrosa delle masse gotiche in fuga dalle brutali tribù nomadi centro-asiatiche sia cruciale.
Già da generazioni, nell'Impero venivano eseguite l'importazione e l'assimilazione di genti barbare per supplire alla necessità di braccia per il lavoro dei campi, talvolta alla ripopolazione di zone abbandonate a causa di epidemie e/o guerre, e alla leva di giovani soldati da istruire e inquadrare nell'esercito. Ma tale processo era organizzato e graduale, e portava benefici all'economia e alla struttura complessiva.
Nella seconda metà del IV secolo d. C., però, quando la pressione violenta esercitata dall'orda nomade unna si fa più forte sul popolo oramai semi-stanziale dei Goti – da generazioni in rapporti sempre più stretti con Roma, e una parte di loro è già stata cristianizzata al tempo degli eventi – le richieste d'ingresso nell'impero diventano numerose, e una moltitudine di migliaia di profughi si accampa sulla sponda opposta del Danubio.
Essendo l'imperatore lontano migliaia di chilometri – ad Antiochia, impegnato a preparare l'ennesima guerra contro i persiani sassanidi, vera ossessione degli augusti orientali – gli amministratori locali rimangono senza ordini precisi per svariate settimane, e non agiscono, nonostante la massa di persone sull'altra riva cresca di giorno in giorno e chieda di entrare.
Quando giunge finalmente l'ordine di accogliere i profughi e di provvedere al loro ricollocamento all'interno e secondo le necessità produttive, i generali romani, e in primo piano il famigerato conte Lupicino ch'era il comandante di zona, si dilettano nell'arte della depredazione e della mazzetta: saltano gli usuali controlli, dietro un pagamento in oro od altri beni i barbari entrano in gran numero e riescono persino a portare con sé le proprie armi anziché lasciarle ai soldati romani di confine (come di prassi), quindi vengono ammucchiati in “campi profughi” ante litteram nei quali, tuttavia, le condizioni igieniche sono pessime e le razioni di cibo scarse (i comandanti lucrano persino sulla sbobba data ai barbari).
Questo andazzo prosegue per settimane, cosicchè i comandanti romani possano lucrare fino all'ultimo soldo sulla pelle degli immigrati, che talvolta devono persino cedere i propri figli come schiavi per ottenere qualche pasto, e, in generale, sono assai esasperati dal trattamento ricevuto.
Da qui, inizia a maturare un sentimento fortemente avverso, che dopo altri errori organizzativi di ordine pratico sfocerà in una rivolta estesa a tutta la regione, cui si uniranno per afflato etnico alcuni goti precedentemente inseriti nella società romana, e schiavi d'altra origine etnica.
Dopo alcune battaglie disastrose, il confronto cruciale sarà quello combattuto nei pressi di Adrianopoli con i più esperti e validi soldati romani d'Oriente, che sarà ingaggiato dall'imperatore senza aspettare i rinforzi guidati dal nipote e imperatore d'Occidente Graziano: per merito dell'astuzia del capo gotico Fritigerno e della cavalleria costituita da alcune tribù unne ed alane giunte a supporto, sarà decretata la disfatta dell'esercito romano.

Dopo Adrianopoli, il rapporto di forza tra Roma ed i barbari si sposterà a vantaggio netto dei secondi, che saranno introdotti nella società romana senza più l'opportuna gradualità dei secoli precedenti, e, nell'esercito, addirittura meglio pagati – sebbene mercenari – dei soldati regolari. L'alba della mercenarizzazione delle truppe italiche che, purtroppo, sarà una piaga costante per parecchi secoli.

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Concludendo: sembra davvero impossibile, a questo autore, il coniugare divulgazione e approfondimento storico in un singolo testo.
“Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell'impero romano” era un flusso insopportabilmente spezzato da precisazioni pignole se non perniciose alla lettura, mentre la divulgazione leggera e scorrevole di quest'altro avrebbe necessitato di cartine e moduli utili ad una migliore e approfondita comprensione delle entità in gioco.
Come l'altro testo che ho recensito, anche questo difetta di apparati adeguati: solo 2 cartine geografiche – di cui una, la suddivisione dell'Impero nelle diocesi amministrate in tetrarchia [5] ostenta due errori di cui uno marchiano: non è segnato il Vallo di Adriano, come se le tribù scozzesi fossero state sottomesse da Roma; i due vicariati in cui venne divisa la diocesi italiana da Costantino [6] sono resi graficamente ed erroneamente come diocesi distinte, mentre nel testo si fa giustamente e più volte riferimento a “12 diocesi” e non a 13 – nessuna carta militare dei movimenti delle truppe né dello svolgimento delle battaglie (Marcianopoli, Ai salici, Adrianopoli) o, almeno, della più importante – sarebbe l'argomento principale, giusto ? – nessuna scheda dedicata ai ruoli amministrativi, ai personaggi che li ricoprirono, alla cultura dei barbari coinvolti nella vicenda (Alani, Goti, Unni ...) e ai loro capi. Ad esempio, qualche informazione supplementare sulla Bibbia tradotta da Ulfila in gotico, magari una foto dei frammenti arrivati a noi – bei tempi, quelli degli inserti centrali con le foto a colori o bianco-e-nero su carta patinata, e se è una pretesa eccessiva per una edizione economica, beh, non credo sia eccessivamente dispendioso un riquadro di testo su sfondo grigio, recante qualche informazione in più su questo ed altri elementi molto utili a connotare le etnie protagoniste ... eccetera.
Buona la sezione delle note, battezzata “Consigli di lettura” siccome contiene i titoli di parecchi testi utili ad un approfondimento, ma credo sia troppo il pretendere che un lettore non professionista del settore si cimenti in tali letture: è il livello intermedio ad essere eluso nell'impostazione scelta e, secondo me, questa mancanza di “terza dimensione” nega all'opera un voto nettamente positivo, così da rimanere sull'orlo della sufficienza; il classico indice dei nomi è sempre utile.
Per Carità, “9 agosto 378. Il giorno dei barbari” si legge come un romanzo e come lettura estiva va benissimo, ma rimane inappagato il desiderio di un rigoroso primo livello di approfondimento che è lecito aspettarsi da un cattedratico della materia.

Note

[1] : "RE : Barbari ...'', Marco Poli, Correndo sull'orlo del boccale, 4 luglio 2021, [ https://orlodelboccale.blogspot.com/2021/07/re-barbari.html ].
[2] : ''Guerra gotica (376-382)'', Wikipedia, [ https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Guerra_gotica_(376-382)&oldid=121652618 ].
[3] : ''Battaglia di Adrianopoli (378)'', Wikipedia, [ https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Battaglia_di_Adrianopoli_(378)&oldid=121747139 ].
[4] : ''La battaglia di Adrianopoli – 378 d.C – Il collasso di Roma'', Roberto Trizio, Bar di Roma Antica, 14 maggio 2020, [ https://bardiromaantica.it/battaglia-adrianopoli/ ].
[5] : ''File:Prima tetrarchia Diocletianus.PNG'', Wikipedia, [ https://it.wikipedia.org/wiki/File:Prima_tetrarchia_Diocletianus.PNG ].
[6] : ''Italia (diocesi)'', Wikipedia, [ https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Italia_(diocesi)&oldid=116862798#Storia ].

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2 commenti:

  1. Forse ė un bravo divulgatore, ma forse sintetizza da contributi altrui.

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    1. E sta bene, anche perché molti testi di approfondimento sulle questioni del Basso Impero sono reperibili solo in lingua straniera ( inglese, tedesco ... ) e non sono stati tradotti in italiano.
      Tuttavia, non essendo io uno specialista della materia ma neppure un lettore superficiale, vorrei un primo livello di approfondimento, e tanto più lo pretendo se l'autore di primo mestiere dovrebbe fare il docente ( universitario ).

      In generale, e ne chiacchieravo stamattina con un amico edicolante, le case editrici non curano più il prodotto, in particolare mi sembra che non affianchino gli autori con buoni editor.

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